Beato Angelico dipinse questa Annunciazione nella cella tre del convento fiorentino di San Marco all’inizio di quell’impresa che lo avrebbe portato a riempire ogni stanza dei monaci con un’immagine.
dettaglio della Tebaide, 1420
Cristo deriso 1440-1441
La scena è tra le più celebri del ciclo, grazie alla straordinaria sinteticità con cui viene trattato l’episodio sacro.
Alle spalle della Vergine e di san Domenico, quasi fosse una proiezione delle loro riflessioni, si trova, entro una composizione triangolare, la figura centrale del Cristo, assisa su un sedile che ha la forma di un semplice parallelepipedo posto su un gradino di pietra bianca. Se il sedile ricorda un trono ma non lo è, anche il bastone che Cristo regge in mano è una parodia di scettro e la sfera giallastra del globo dorato. Lo sfondo verde del tendaggio rettangolare fa risaltare il nucleo della scena, dove si trovano i simboli delle sue sofferenze: bastonate, mani che lo schiaffeggiano, loschi figuri che lo deridono togliendosi il cappello e poi sputandogli addosso. Nonostante la corona di spine e la benda (notare l’effetto di rilievo che fa percepire gli occhi chiusi e il naso) Cristo mantiene una calma imperturbabile e sembra effettivamente un re nella sua maestà.
Beato angelico, Cristo coronato di spine, Livorno, 1420 circa.
Il Cristo coronato di spine è un dipinto di Beato Angelico conservato presso la Cappella del Santissimo Sacramento del Duomo di Livorno. Si tratta di una tempera su tavola di datazione incerta, oscillante tra la seconda metà degli anni trenta e il 1450 circa.
La storia del dipinto è ignota; solo nel 1837 si ha notizia della sua presenza nella chiesa di Santa Maria del Soccorso a Livorno (con attribuzione a Giotto), donato da una famiglia locale che probabilmente l’aveva acquistato, nel 1799, all’asta dei Francesi dei beni trafugati in Vaticano e non selezionati per l’imbarco in Francia. Durante la seconda guerra mondiale il dipinto fu rubato ed in seguito venne recuperato.
Inizialmente era attribuito alla scuola di Giotto, ma nel corso degli ultimi decenni è stato definitivamente attribuito a Beato Angelico. Il primo ad avanzare questa ipotesi è stato Roberto Longhi, indicando come possibile datazione gli anni tra il 1430 ed il 1435; per altri studiosi risalirebbe invece al 1438, o ancora alla piena maturità dell’artista, verso il 1450.
L’effetto è quello di una figura martoriata ma dignitosa nella sua regalità, che stimola la compassione dei fedeli.
Dettaglio dalla Deposizione, 1437-40
dettaglio dalla Deposizione
altro dettaglio della Deposizione
Presunto ritratto del Beato Angelico di Luca Signorelli, particolare dalla Caduta dell’Anticristo (1501 circa) nel Duomo di Orvieto.
Giovanni da Fiesole, al secolo Guido di Pietro (Vicchio, 1395 circa – Roma, 18 febbraio 1455), detto il Beato Angelico o Fra’ Angelico.
Fu beatificato da papa Giovanni Paolo II il 3 ottobre 1982, anche se già dopo la sua morte era stato chiamato Beato Angelico sia per l’emozionante religiosità di tutte le sue opere che per le sue personali doti di umanità e umiltà. Fu Giorgio Vasari, ne Le vite ad aggiungere al suo nome l’aggettivo “Angelico”, usato in precedenza da fra Domenico da Corella e da Cristoforo Landino.
Frate domenicano, cercò di saldare i nuovi principi rinascimentali, come la costruzione prospettica e l’attenzione alla figura umana, con i vecchi valori medievali, quali la funzione didattica dell’arte e il valore mistico della luce.
Guido di Pietro nacque nella zona di Rupecanina, frazione del comune di Vicchio, nel Mugello, nel 1395 circa. Scarse sono le notizie pervenuteci sulla sua famiglia: sappiamo che il padre, di nome Pietro, era figlio di un certo Gino, mentre il fratello Benedetto, di poco più piccolo dell’artista, lo aveva imitato nella scelta di farsi frate.
da:
https://it.wikipedia.org/wiki/Beato_Angelico
un’immagine di Rupecanina
Mapio.net
Rupecanina
Mapio.net
Vicchio, città metropolitana di Firenze
Vista sul Lago di Vicchio. In primo piano il piccolo isolotto sul lago.
Christianlorenz97 – Opera propria
Il caratteristico Cipresso di Montelleri, frazione nei pressi del Lago di Vicchio.
Christianlorenz97 – Opera propria
foto da :
https://it.wikipedia.org/wiki/Vicchio#/media/File:Montelleri.png
Le pitture del Beato Angelico mi fanno pensare al paradiso, quello che ci immaginiamo da bambini.