FURIO COLOMBO, Ecco la fascistizzazione dell’Europa e dell’Italia –IL FATTO QUOTIDIANO DEL 24 OTTOBRE 2021 — scritto molto bene–

 

 

 

 

FURIO COLOMBO ( (Châtillon, 1º gennaio 1931)

Furio Colombo con la moglie, la scrittrice Alice Oxman (2009)

Indeciso42 di Wikipedia in italiano

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 24 OTTOBRE 2021

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/10/24/ecco-la-fascistizzazione-delleuropa-e-dellitalia/6366197/

 

Ecco la fascistizzazione dell’Europa e dell’Italia

di Furio Colombo

Forse qualcuno, tra i lettori, ricorda il tempo non remoto in cui la Rai (Rai3) esigeva che al Concertone del Primo Maggio, nessuno dal palco intonasse o accennasse l’aria di Bella Ciao (piccola, popolarissima canzone, simbolo per molti della Resistenza), pena l’esclusione dai programmi Rai. La fascistizzazione dell’Italia era già cominciata.

Erano i tempi in cui il presidente del Consiglio (Silvio Berlusconi, vedi alla voce “il fatto non sussiste” e “Quirinale”) si faceva un vanto di non avere mai partecipato a una celebrazione del 25 Aprile (la data della Liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca e dai collaborazionisti fascisti detti anche, 70 anni dopo, “patrioti”). I due riferimenti ci servono per ricordare il riguardo e la cautela che media e leader politici dell’Italia repubblicana hanno spesso riservato ai fascisti, anche quando si presentavano da fascisti (ricordate lo sgombero di famiglie rom da case legittimamente ottenute, condotto dalla polizia su richiesta degli inquilini e sorvegliato da unità fasciste ben visibili e identificate). Certo, può accadere che un candidato sindaco di Roma (il candidato del primo partito del Paese, almeno nei sondaggi) dica che si parla tanto di Shoah e poco di foibe perché gli ebrei possiedono tutte le banche e dirigono tutta l’economia del mondo. Ma attenzione: vietato indignarsi.

“L’antifascismo è diventato una categoria vuota o tutt’al più pericolosa. Vuota perché la guerra è finita, il fascismo è stato sconfitto e non c’è nessuna possibilità che risorga (come dimostrano Polonia e Ungheria, ndr). Pericolosa perché qualunque manifestazione di pensiero che si allontani dalla ortodossia progressista viene bollata come fascismo. E in tal modo si esercita una indebita prepotenza verso chi la pensa diversamente”. Così parla il sociologo Luca Ricolfi ( Il Messaggero, 16 ottobre), aggiungendo una autorevole voce ai tanti parlamentari e partiti di governo, che dall’argomento che imbarazza tanti preferiscono, e preferiranno anche questa volta, stare alla larga. E la fascistizzazione continua. Sono i giorni in cui Rachele Mussolini dice, da fascista doc e senza scandalo: “Io il 25 Aprile festeggio solo San Marco”.

C’è un modo per diluire il problema “fascismo” che non se ne va e tornerà prestissimo. Lo ha inventato con successo Silvio Berlusconi che vi ha impiantato tutta la sua carriera. Sono i comunisti. Non esistono ma vanno benissimo nella parte del grande nemico, dopo la caduta del Muro e l’avvento – con qualche avventura intermedia – dell’amico Putin, personalmente legato a tutta la destra europea e italiana. La non esistenza in vita dei comunisti favorisce molto la continua evocazione di una colpa mai espiata, contro cui la lotta non è mai finita.

È vero che il comunismo, quando esisteva, ha contribuito come forza essenziale ad abbattere fascismo e nazismo (vedi battaglia e vittoria di Stalingrado) e perciò è naturale l’irritazione.

Resta il fatto che “dopo la caduta” i post comunisti hanno preso distanze immense da se stessi, hanno simpatizzato poco con gli antifascisti (di cui avrebbero dovuto essere la loro spina dorsale) e li hanno presto ammoniti a non essere “anti-berlusconisti viscerali” quando denunciavano le continue violazioni della Costituzione e delle leggi repubblicane del gruppo politico e finanziario di Berlusconi, dal fisco alla mafia.

Resta un mai studiato materiale umano che all’occorrenza viene buttato in scena, per ottenere un’utile confusione. Sono gli anarchici, un lungo corteo che, ai nostri giorni, si apre con Pinelli (sospetto stragista della Banca dell’Agricoltura, morto prematuramente prima di poter rendere testimonianza) fino ai ragazzi dei centri sociali, fuori-sacco di una Repubblica che perde sbadatamente i suoi pezzi. Qui si situa una parte importante dello scontro di cui i fascisti sono in cerca: emigranti e rifugiati. È una storia facile. Basta affidare la custodia ai libici, e muoiono in prigioni spaventose; basta non rispondere elle chiamate di soccorso (o bloccare le Ong) e muoiono in mare; basta negare loro l’iscrizione all’anagrafe e diventano fuorilegge; basta lasciare sul banco degli uffici delle prefetture le loro domande di permesso di soggiorno, e diventano clandestini; basta negare la cittadinanza ai figli e diventano estranei, senza futuro, senza lavoro; basta una infrazione minima e riempiono le carceri; basta condannare un sindaco povero che ha accolto tutti, magari sbagliando, a una pena da reato di mafia, e nessuno si sognerà di ripetere l’errore. Infatti, visto ciò che può accaderti se sbagli, l’Europa diventa un continente di muro e di filo spinato. Porterà lacerazione, non solo dei profughi, ma anche di ognuno dei Paesi che si stanno avviando verso la fascistizzazione.

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