REPUBBLICA DEL 6 SETTEMBRE 2021
https://www.repubblica.it/economia/2021/09/06/news/ocse_italia-316715657/
Ocse, il rapporto sull’Italia: “Ritorno ai livelli pre-pandemia nella prima metà del 2022”
Il segretario generale dell’Ocse Mathias Cormann (ansa)
La stima dell’Organizzazione di Parigi: quest’anno crescita del 5,9%. Sul reddito di cittadinanza: “Ha attuito la povertà ma va ridotto”. Sulle pensioni: “Lasciare scadere quota 100 e opzione donna”. Franco: “Puntiamo a crescita superiore ai livelli pre Covid”
MILANO – “Si prevede che l’economia recuperi i livelli del 2019 entro la prima metà del 2022″, dopo una crescita per quest’anno stimata al 5,9%.
“Il debito pubblico salirà quasi al 160% del Pil nel 2021”.
E’ quanto prevede l’Ocse nella Economic Survey sull’Italia, invitando a “continuare a fornire sostegno fiscale, sempre più mirato, fino a quando la ripresa non sarà consolidata nei settori economico e occupazionale”.
L’Ocse auspica anche “un piano fiscale di medio periodo da attuare una volta che la ripresa sarà consolidata”, per “ridurre il rapporto tra debito pubblico e Pil”.
“Puntiamo a una crescita post-Covid che sia più alta” di quella realizzata “prima della crisi legata alla pandemia”, ha detto il ministro dell’Economia Daniele Franco, durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto. “Dobbiamo bloccare questa nostra lunga stagnazione della congiuntura economica”.
Reddito di cittadinanza ha attutito povertà ma va ridotto
L’Ocse dedica un capitolo a parte al reddito di cittadinanza. La misura, scrive l’Ocse, “ha contribuito a ridurre il livello di povertà delle fasce più indigenti della popolazione” ma “il numero di beneficiari che di fatto hanno poi trovato impiego è scarso” e “le autorità attribuiscono tale esito alla distanza tra i beneficiari e i relativi mercati del lavoro”. Per questo, secondo l’Ocse, bisogna “ridurre e assottigliare il Reddito di Cittadinanza per incoraggiare i beneficiari a cercare lavoro nell’economia formale e introdurre un sussidio per i lavoratori a basso reddito”.
NEL LINK DEL GIORNALE ALL’INIZIO
Franco (Economia): “Il Pil crescerà oltre il 5,8%. Ma è il momento della responsabilità e delle grandi riforme”
05 Settembre 2021
“Pensioni, stop a quota 100 e opzione donna”
Secondo l’Ocse, l’Italia dovrebbe poi “contenere la spesa pensionistica lasciando scadere il regime di pensionamento anticipato (“Quota 100”) e la cosiddetta “Opzione Donna” nel dicembre 2021, e ristabilire immediatamente la correlazione tra età pensionabile e speranza di vita”.
Un punto, questo, su cui ha replicato anche il ministro Franco: “Fra la fine del 2021 e l’inizio del prossimo anno “avremo un forte cambiamento nei requisiti di pensionamento, e quota 100 scadrà. Siamo consapevoli che alcuni settori economici affrontano difficoltà, sono aspetti da tenere in considerazione”, ha detto il ministro. “Dobbiamo discuterne nel Governo” ma “sono fiducioso che l’esecutivo troverà una soluzione equilibrata nella prossima legge di Bilancio”.
“Sostegno del governo ha mitigato perdite di posti di lavoro”
L’economia italiana, scrive l’Ocse nel documento dedicato al nostro Paese, “si sta risollevando dalla crisi indotta dalla pandemia da Covid-19”. “Il generoso sostegno del Governo ha mitigato le perdite di posti di lavoro e le avversità, e ha altresì preservato la capacità produttiva”, continua l’organismo internazionale con sede a Parigi, aggiungendo che “le garanzie sui prestiti e le moratorie sul rimborso del debito hanno sostenuto la liquidità delle imprese e ne hanno limitato i fallimenti. I regimi di lavoro a tempo ridotto e il divieto di licenziamento sono stati integrati da un sostegno al reddito per coloro che non beneficiano delle reti di sicurezza esistenti, unitamente al rinvio delle date di pagamento delle imposte dovute. La frequenza scolastica e i risultati dell’istruzione risultano peggiorati per gli individui più svantaggiati; per contro, l’isolamento sociale dovuto al lockdown si è associato a un aumento della violenza domestica”.
Ripresa, Cottarelli: “L’Italia si avvicina al +6%. A inizio anno nuovo recupereremo i livelli pre-crisi”
01 Settembre 2021
“In Italia ripresa continuerà a tardare”
Per l’Ocse, “un significativo sostegno fiscale nel 2021 favorirà la ripresa nel breve termine, con l’accelerazione dei tassi di vaccinazione e l’allentamento delle restrizioni. Più ingenti investimenti pubblici, ivi inclusi quelli finanziati dai fondi Next Generation EU, unitamente a una maggiore fiducia e livelli di domanda più elevati, sosterranno gli investimenti nel settore privato”.
E “tuttavia, rispetto ad altre grandi economie – avverte l’organismo parigino – in Italia la ripresa continuerà a ritardare, con un Pil che recupererà i livelli del 2019 solo nel primo semestre del 2022. Si prevede altresì un aumento dei consumi allorché le famiglie saranno in grado di utilizzare parte dei loro risparmi e i livelli di occupazione aumenteranno”.
“Necessarie riforme di finanza pubblica”
L’Ocse definisce quindi “necessarie” le riforme della finanza pubblica “per favorire una crescita più rapida e un aumento quantitativo e qualitativo dei posti di lavoro”. “Nonostante una spesa pubblica relativamente elevata, la spesa che può sostenere meglio la crescita e il benessere è modesta e ha altresì subito un decremento“.
“I fondi di sovvenzione di Next Generation EU – precisa l’Ocse – si aggirano attorno al 13,5% del PIL del 2020. La lentezza storica dei tassi di assorbimento dei fondi Ue deriva da alcuni fattori che ostacolano la progettazione, l’approvazione e l’attuazione dei programmi.
Gli appalti sono lenti, la concorrenza è limitata e le capacità variano notevolmente”. L’Ocse raccomanda quindi di “migliorare la composizione della spesa pubblica al fine di promuovere la crescita e la creazione di posti di lavoro. Migliorare il coordinamento tra le agenzie incaricate dell’attuazione dei progetti di investimento pubblico al fine di aumentare i livelli di esborso. Compattare le procedure di contratti pubblici attualmente affidate a molteplici agenzie di piccole dimensioni e concentrarle in un numero inferiore di enti dotati di maggiore capacità”.
Istat, calano gli occupati a luglio. La disoccupazione giovanile scende al 27,7%
di Flavio Bini 01 Settembre 2021
IL FATTO QUOTIDIANO DEL 6 SETTEMBRE 2021
Rapporto Ocse sull’Italia: “Il Reddito di cittadinanza ha ridotto livello di povertà. Scarso il numero dei beneficiari che hanno trovato impiego”
L’organizzazione parigina rileva anche che “molti migranti restano fuori dalla rete di sicurezza”: è uno dei fronti su cui il governo potrebbe intervenire in sede di “tagliando” della misura. Nella Survey vengono poi ricordate le raccomandazioni fatte nel 2019, subito dopo l’avvio del rdc: l’Italia era stata invitata a ridurre il livello del sussidio rispetto ai 780 euro massimi previsti per un single “per incoraggiare i beneficiari a cercare occupazione nel settore formale”. La cifra media percepita si è rivelata poi ben più bassa: 548 euro
L’introduzione del reddito di cittadinanza “ha contribuito a ridurre il livello di povertà delle fasce più indigenti della popolazione” e sebbene i livelli di povertà siano aumentati con la pandemia, “nel 2020 i trasferimenti pubblici hanno limitato la diminuzione del reddito disponibile delle famiglie al 2,6% in termini reali”. Anche se molti nodi restano irrisolti, a partire dalla scarsa efficacia dei centri per l’impiego pubblici che in parte spiega perché “il numero di beneficiari che di fatto hanno trovato lavoro è scarso“. E’ il giudizio messo nero su bianco dall’Ocse nell’Economic Survey sull’Italia presentato lunedì al ministero dell’Economia. Nei giorni in cui stanno salendo i toni del dibattito politico intorno al sussidio contro la povertà voluto dal Movimento 5 Stelle, l’organizzazione parigina passa poi in rassegna i progressi fatti rispetto alle raccomandazioni date a Roma nel 2019, poco dopo l’avvio del rdc. Per quanto riguarda l’altra misura introdotta nel 2018 dal governo gialloverde, quota 100, la posizione dell’organizzazione è che la sperimentazione va fatta concludere senza rinnovarla e occorre “ristabilire immediatamente la correlazione tra età pensionabile e speranza di vita”.
LEGGI ANCHE
NEL LINK DEL GIORNALE ALL’INIZIO ::
Conte alla Festa del Fatto: “M5s radicale nei principi e moderato nei toni. Per Meloni reddito cittadinanza è ‘metadone’? Frase volgare”
Rimane irrisolto, si legge nella tabella che riassume raccomandazioni e interventi messi in cantiere, il problema dei “working poor“, cioè le persone che lavorano ma hanno un reddito sotto la soglia di povertà: la loro incidenza sul totale dei lavoratori “non è stata influenzata” dall’introduzione del reddito. Un tema legato, evidentemente, non solo alle politiche pubbliche ma anche e soprattutto alle offerte di un mercato che offre troppo spesso salari molto bassi. L’Ocse rileva poi che “molti migranti restano fuori dalla rete di sicurezza del reddito”, esclusi dal requisito dei dieci anni di residenza in Italia che è uno dei fronti su cui il governo Draghi potrebbe intervenire in sede di “tagliando” della misura.
La seconda raccomandazione riguardava l’incremento dell’efficienza dei servizi sociali e il rafforzamento della collaborazione tra loro e i centri per l’impiego. Sul primo fronte non ci sono rilievi, mentre sul secondo si nota che “il numero di beneficiari che di fatto hanno trovato lavoro è scarso“. “Le autorità attribuiscono tale esito alla distanza tra i beneficiari e il mercato del lavoro”, riporta l’Ocse: evidentemente il governo italiano ha messo a disposizione i dati in base ai quali il 70% dei percettori ha al massimo la terza media e solo un terzo di quelli soggetti ai cosiddetti Patti per il lavoro ha esperienza lavorativa pregressa: si tratta insomma di persone molto difficili da collocare. Oltre al fatto che la riforma delle politiche attive e relativo potenziamento dei centri per l’impiego è ancora al palo per i ritardi delle Regioni nell’assumere nuovi lavoratori nei cpi e il parallelo ritardo del governo nel presentare il suo piano per rendere efficiente il sistema.
L’Ocse ricorda poi di aver consigliato, nel 2019, di “ridurre il reddito”, la cui cifra massima di 780 euro per un single risultava in effetti relativamente elevata rispetto al reddito mediano italiano e rispetto ai sussidi versati in altri Paesi Ocse, “per incoraggiare i beneficiari a cercare occupazione nel settore formale”. E di “introdurre un sussidio per i lavoratori a basso reddito“. Il livello del rdc non è stato ritoccato, ma va ricordato che in base ai dati Inps la cifra media versata ai nuclei beneficiari è di 548 euro (579 per il reddito e 267 per la pensione di cittadinanza), ben sotto il massimo possibile. E nei fatti la raccomandazione del 2019 è stata più che rispettata: un nucleo di due persone adulte riceve in media 574 euro, ben sotto il 70% della linea di povertà relativa indicato come valore ideale dall’Ocse: nel 2020 la soglia di povertà relativa per una coppia era di 1001 euro. L’organizzazione in ogni caso non commenta più le cifre. Quanto ai benefici per i lavoratori a basso reddito, la tabella cita il bonus 80 euro che è stato incrementato a 100 euro dall’estate 2020 per chi guadagna fino a 28mila euro.
Allargando lo sguardo agli altri aiuti messi in campo lo scorso anno, il report promuove il “generoso sostegno” fornito dal governo italiano durante la pandemia: “Ha mitigato le perdite di posti di lavoro e le avversità e ha altresì preservato la capacità produttiva”. Secondo l’Ocse, infatti, “le garanzie sui prestiti e le moratorie sul rimborso del debito hanno sostenuto la liquidità delle imprese e ne hanno limitato i fallimenti”. Inoltre, “i regimi di lavoro a tempo ridotto (cig, ndr) e il divieto di licenziamento sono stati integrati da un sostegno al reddito per coloro che non beneficiano delle reti di sicurezza esistenti, unitamente al rinvio delle date di pagamento delle imposte dovute”.
Ora però il governo Draghi è atteso al varco delle riforme della concorrenza, degli ammortizzatori e del fisco. Laurence Boone, capo economista dell’Ocse, ha ricordato che “in Italia il livello del cuneo fiscale è il quinto più alto nell’area Ocse. Questo non aiuta l’occupazione, in un Paese in cui solo il 57% della popolazione è occupato contro una media Ocse del 67%. Il governo ha riconosciuto l’impatto di questa situazione riducendo temporaneamente il cuneo fiscale per i giovani e le donne. Forse dovrebbe considerare una riduzione permanente per tutti i lavoratori, in particolare le donne“. Una riforma fiscale dovrebbe puntare a mitigare la complessità del regime e ridurre permanentemente le imposte sul lavoro, finanziata grazie alle entrate derivanti da migliori livelli di compliance, minori spese fiscali e maggiori imposte su beni immobili e successioni.
La ripresa è solida ma non abbastanza veloce: il report stima per l’Italia una crescita del 5,9% dopo “la contrazione dell’8,9% nel 2020, una delle più significative rilevate tra i Paesi” dell’area, ma sottolinea che “rispetto ad altre grandi economie la ripresa continuerà a ritardare, con un Pil che recupererà i livelli del 2019 solo nel primo semestre del 2022″.
Condividi
Che dire di fronte a queste cifre? E’ difficile obiettare qualcosa di serio. Penso solo che una lotta allo sfruttamento del lavoro e all’evasione fiscale sarebbe una risposta che andrebbe nel verso giusto.