+++ YAN PEI-MING ( Shangai, 1960 )– tre mostre : due ad Avignone, e una a Colmar in Alsazia — è tra gli artisti più apprezzati a livello internazionale

 

 

 

 

Yan Pei-Ming - Tigres et vautours

 

 

 

UN BEL VIDEO CON UN’ INTERVISTA A YAN PEI-MING — 8.27 minuti

RAI CULTURA.IT– 2018

https://www.raicultura.it/arte/articoli/2018/12/Il-mondo-in-bianco-e-nero-di-Yan-Pei-Ming-35aa8b02-9895-417a-adc6-4653b41916e2.html

 

Nato a Shangai, Yan Pei-Ming si trasferisce in Francia a vent’anni per dedicarsi alla pittura con opere caratterizzate dalle pennellate vigorose in formato imponente, per le quali usa principalmente il bianco e il nero, con l’uso sempre più frequente di colori aggiuntivi.

Nel 1993-94 ho vinto un concorso per entrare all’Accademia di Francia a Villa Medici, un luogo mitico, dove ho avuto la fortuna di vivere un anno, a Roma.

( DALL’INTERVISTA )

 

 

 

BIOGRAFIA

 

Il pittore Yan Pei-Ming è nato a Shanghai nel 1960 ed è arrivato in Francia all’età di diciannove anni. Diplomato nel 1986 all’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Digione, ha rapidamente trovato il successo con i suoi dipinti incentrati sul genere della ritrattistica. I suoi dipinti vigorosi e inventivi sono caratterizzati dall’uniformità del colore, grandi linee bianche, nere e grigie, dove si insinuano qua e là grandi tocchi di rosso scuro. È particolarmente famoso per i suoi imponenti ritratti quasi monocromi, i più famosi dei quali rappresentano Mao Zedong, Bruce Lee o Barack Obama.La sua notevole partecipazione alla Biennale di Venezia del 2003 lo ha consacrato sulla scena internazionale. Sei anni dopo, il Museo del Louvre lo accolse per un confronto con La Gioconda, presentata in una serie di dipinti intitolata I funerali della Gioconda. Nel 2016 Yan Pei-Ming ha realizzato opere appositamente per Villa Medici rendendo omaggio alla città di Roma. Più recentemente, alla fine del 2019, ha celebrato al Petit Palais e al Musée d’Orsay, il bicentenario della nascita di Gustave Courbet attraverso due magistrali mostre. Attualmente gli è dedicata una mostra “Nel nome del padre” al Museo Unterlinden di Colmar. L’artista vive e lavora a Digione e Ivry-sur-Seine.

 

 

YAN PEI-MING - TIGRES & VAUTOURS | Palais des Papes - Avignon

YAN PEI-MING — ALLE SPALLE L’AUTORITRATTO IN TRE FIGURE ( vedi sotto )

 

FOTO : https://reservation.avignon-tourisme.com/fr/voir-faire/1196048/palais-des-papes/afficher-les-details?filter=t%3Dpalais%3Bc%3D33201

 

YAN PEI-MING – TIGRI E AVVOLTOI

 

 

Palazzo dei Papi - Avignon Tourisme - Avignon Tourisme

PALAZZO DEI PAPI AD AVIGNONE, FRANCIA

FOTO :

Avignon Tourisme

Il celebre pittore presenta un duplice progetto, nella Grande Cappella del Palazzo dei Papi e alla Collection Lambert.

La doppia mostra di Yan Pei-Ming nella Grande Cappella del Palazzo dei Papi e alla Collection Lambert rientra nella lunga storia delle mostre organizzate con il palazzo pontificio, alcune delle quali condotte in stretta collaborazione con il museo, che è sede della collezione d’arte contemporanea di Yvon Lambert da vent’anni.

Per la Grande Cappella del Palazzo dei Papi, l’artista ha realizzato tre opere monumentali che risentono di tutta la drammaturgia della complessa storia della presenza dei papi in Avignone nel Medio Evo e fanno da eco al mondo così come lo viviamo oggi.

Sulla parete ovest è stato installato un Autoritratto in tre persone.

Al centro, l’artista è ripiegato e meditativo, in una veste bianca, su una poltrona-trono che potrebbe essere quella di Papa Innocenzo X, mentre da ambo i lati è rappresentato con indosso abiti di tutti i giorni, come in sé stesso, con l’aspetto dubitativo, o indomabile o cattivo – non si sa.

Installata sopra l’altare, una crocifissione incorpora il suo ritratto nella figura del Cristo sofferente, il cui sguardo all’ingiù trascina lo spettatore verso il basso, sulla parete sud della grande cappella e verso l’immenso paesaggio dell’Esodo, popolata di pipistrelli che ricordano con forza i bestiari del Medio Evo, richiamando al contempo con fragore la storia delle grandi migrazioni.

La Collection Lambert © V. Gillet

La Collection Lambert © V. Gillet

 

 

 

 

Nella mostra presentata alla Collection Lambert, circa 40 opere provenienti da 40 anni di carriera. Le figure di Innocenzo X, Paolo III, Bruce Lee, Che Guevara, Marilyn, Martin Luther King, Lee Harvey Oswald, John F. Kennedy oppure Mao, condividono le sale del pianterreno del Palazzo del XVIII secolo con i ritratti di uomini e donne — militari americani, clandestini e bambini sudanesi, prostitute, volti sconosciuti, il padre e la madre dell’artista —, nonché con paesaggi immaginari di esodo o con le rappresentazioni di animali selvatici, tigri e avvoltoi.

Curatore generale: Henri Loyrette

Curatori associati:

Dominique Vingtain, conservatrice del Palazzo dei Papi

e Stéphane Ibars, direttore artistico delegato della Collection Lambert.

19 maggio 2021 – 31 gennaio 2022

Grande Cappella del Palazzo dei Papi

26 giugno – 26 settembre 2021

Collection Lambert, Avignone

 

PREZZI

Tarifs Collection Lambert :

plein 10 € / réduit 8 €. Tarif enfant (6-11 ans) : 2€.Gratuit – de 6 ans.

 

Tarifs Palais des papes :

plein 12 € / réduit 10 €. Gratuit – de 8 ans, presse.

 

TESTO DA: 

https://avignon-tourisme.com/it/diario/yan-pei-ming-tigri-e-avvoltoi/

 

 

 

QUALCOSA SULL’ARTISTA DALLA MOSTRA AL MUSEO UNTERLINDEN A COLMAR – FRANCIA- FINO AL 6 SETTEMBRE 2021

ARTSLIFE – 9 APRILE 2021– LINK IN FONDO

 

L’homme le plus perspicace, père de l’artiste, 1996 huile sur toile 200 x 235 cm Collection particulière, Belgique  Photographie : André Morin © Yan Pei-Ming, ADAGP, Paris, 2021

 

 

 

Dai monumentali autoritratti ai paesaggi monocromi, passando per Mao, Buddha e la figura del padre. In scena al Museo Unterlinden di Colmar fino al 6 settembre 2021, la mostra Au nom du père (Nel nome del padre) offre una rilettura eccezionale dell’opera del pittore cinese Yan Pei-Ming (1960).

Nel 2012, la conservatrice del Museo Unterlinden Frédérique Goerig-Hergott visita il musée des Beaux-arts di Nantes. Per puro caso, si trova di fronte a un’opera che la intriga e sconvolge: il trittico Nom d’un chien! Un jour parfait (Santo Cielo! Un giorno perfetto) del pittore di origine cinese Yan Pei-Ming. È un autoritratto in tre parti che richiama il Gesù in croce tra i ladroni; opera frontale e verticale di dimensioni monumentali, sembra racchiudere la manifestazione spettacolare di una rivelazione. Ad attrarla, oltre al dipinto in sé, è l’evidente eco ai pannelli dipinti cinque secoli prima da Grünewald nel suo Altare di Issenheim, tesoro del museo alsaziano.

Avvertendo la necessità impellente di gettare nuova luce sull’opera del pittore, ancora troppo poco nota in Francia (suo paese d’adozione), il Museo Unterlinden di Colmar gli consacra la prima grande retrospettiva che attraversa i temi-clou trattati dall’artista: filiazione, sacro e sacrificio, gli stessi dell’Altare di IssenheimYan Pei-Ming. Au nom du pere, in scena fino al 6 settembre 2021, ripercorre la carriera del pittore attraverso una cinquantina di dipinti e una dozzina di opere grafiche provenenti da istruzioni pubbliche e collezioni private.

 

 

 

 

Nom d’un chien ! Un jour parfait, 2012 triptyque, huile sur toile 400 x 280 cm/toile Collection particulière, France, Photographie : André Morin © Yan Pei- Ming, ADAGP, Paris, 2021

 

 

 

La mostra prende il via nelle galleria che collega l’edificio antico (uno splendido convento del XIII° secolo) agli ex-bagni municipali, fino alla nuova estensione del museo firmata Herzog & de Meuron. In questo spazio, due pareti isolano l’opera di Yan Pei-Ming dalle collezioni permanenti: si tratta di un insieme inedito di disegni di gioventù, risalenti alla fine degli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80, appartenenti all’archivio privato dell’artista. Tra questi figurano i primi autoritratti, soggetto eterno e difficile che costellerà l’intera carriera del pittore.

 

 

 

 

Autoportrait,1978 mine de plomb sur papier 44 x 30,6 cm Fonds de l’artiste Photographie : Clérin-Morin © Yan Pei- Ming, ADAGP, Paris, 2021

 

 

Il percorso prosegue con la presentazione, nello spazio dell’Ackerhof (la nuova ala del museo), di sei sezioni crono-tematiche che ripercorrono i soggetti emblematici dell’opera dell’artista. A introdurre questo viaggio è la figura iconica di Mao Zedong, fondatore della Repubblica popolare cinese. Infatti, nonostante la tradizione artistica del paese disprezzi il genere del ritratto, Mao è il soggetto per eccellenza della pittura di propoganda, nonché il primo trattato da Yan Pei-Ming. Per quest’ultimo, Mao funge da icona per fare propaganda al contrario, per raggiungere la popolarità in Francia, ma sopratutto per sperimentare e definire il proprio stile.

Sul finire degli anni ’80, la tecnica pittorica dell’artista si fa più gestuale e nervosa, virando talvolta verso l’astratto. Da questo momento in poi, i formati prendono dimensioni monumentali, si trasformano spesso in polittici e la morte si impone come tema-chiave dell’opera. A distinguerli, una fedeltà alla monocromia, sintomo di una costante ricerca di una palette personale: nero, grigio, rosso, blu – alla domanda “Perché non mischia i colori?”, l’artista risponde: “Per non incontrare i maestri che mi precedono”. Allontanandosi dalla realtà della pelle dell’uomo, Ming ottiene una neutralità che rinforza l’aspetto seriale della sua produzione.

 

 

 

Col rouge, 1987, technique mixte sur toile, 92 x 152 cm, Collection particulière, France Photographie : André Morin © Yan Pei-Ming, ADAGP, Paris, 2021

 

 

 

 

 

Invisible Buddha, 1999 huile sur toile 235 x 200 cm Collection particulière, France Photographie : André Morin© Yan Pei -Ming, ADAGP, Paris, 2021

 

 

Gli anni ’90 sono segnati dall’inizio di una lunga serie ritratti del padre, uomo taciturno e quasi estraneo all’artista, su cui Ming posa uno sguardo colmo d’intransigenza e di tenerezza, comparandolo spesso alla figura di Mao, nella vita e nella morte. Seguono i ritratti di Buddha, soggetto che perde la sua funzione votiva per farsi simbolo del sincretismo culturale tra Oriente e Occidente, nonché un omaggio alla madre, convertitasi al buddismo dopo la partenza del figlio per l’Europa.

Dipinti direttamente su tela, senza disegni preparatori, i ritratti offrono allo spettatore emozioni palpabili: se visti da vicino, complice la dimensione monumentale, le pennellate sembrano formare un caos senza criterio, nell’insieme compongono volti incisivi dagli sguardi profondamente umani. Sulle pareti bianche della cattedrale, la cui struttura architettonica sublima le opere, si stagliano gli autoritratti ripresi da Ming vent’anni dopo, mezzo attraverso cui porta avanti un inesauribile dialogo con se stesso. Sono dipinti che parlano dell’esistenza, dello scorrere della vita e del tempo. Ad affiancarli, vedute di boschi, città e luoghi generici, la cui dimensione illude lo spettatore di potercisi immergere: Ming li definisce “paesaggi internazionali“, luoghi geografici non identificati e comuni a tutti i continenti – scenari che si collocano a un livello spirituale in cui la contemplazione si fa meditativa.

Autoportrait N o3, 2000 huile sur toile 235 x 200 cm Collection : Musée des Beaux-Arts, Dijon. Photographie : André Morin © Yan Pei-Ming, ADAGP, Paris, 2021

International Landscape by Night, 2011 huile sur toile 300 x 400 cm Collection : Musée national d’artmoderne, Centre Georges Pompidou, Paris Photographie : André Morin © Yan Pei – Ming, ADAGP, Paris, 2021

 

 

 

Più in là, oltre al perturbante trittico che ha dato il là alla mostra, un altro dipinto monumentale chiude l’esposizione richiamando in maniera evidente e necessaria l’attualità. Si tratta di “Pandemia“, dipinto nel novembre 2020, opera che fa volontariamente eco ai pannelli della Crocifissione di Grünewald: sullo sfondo di una città non meglio identificata, tra i cui palazzi svetta il campanile di San Pietro a Roma, un vasto campo accoglie i cadaveri di uomini stroncati dal covid, avvolti in sacchi mortuari. Tra questi, alcuni operatori protetti da tuta e mascherina, in un’azione sospesa nel tempo sotto la luce fioca della luna. Al centro, la figura di Ming s’impone quale simbolo dell’uomo, dell’artista e della cultura sacrificata.

 

 

Pandémie, 2020 diptyque, Huile sur toile 400 x 560 cm Photographie : Clérin -Morin © Yan Pei – Ming, ADAGP, Paris, 2021

 

Informazioni 

2 aprile – 6 settembre 2021

Musée Unterlinden, Place Unterlinden, Colmar (Francia)

Orari: dal lunedì alla domenica 9-18. Chiuso il martedì

 

ArtsLife

9 APRILE 2021

https://artslife.com/2021/04/09/yan-pei-ming-colmar-mostra/

 

Riquewihr | Paola Pask

COLMAR IN ALSAZIA

 

 

i borghi piu' belli dell'alsazia - Benvenuti su solotour!

L’ALSAZIA

 

 

 

Alsazia - Wikipedia

L’ALSAZIA NELLA FRANCIA

 

 

 

Piccola Venezia nella città di Colmar, Francia

UN’IMMAGINE DI COLMAR — DOVE TORNEREMO CON CALMA—

 

 

 

Il Museo Unterlinden di Herzog & de Meuron

 

di FEDERICA LUSIARDI – 2016-07-24

 

 

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La piccola casa che costituisce il nuovo ingresso al museo di Unterlinden. © Herzog & de Meuron.

 

 

 

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Ampliamento del Museo Unterlinden; vista planimetrica dell’interventoHerzog & de Meuron© Herzog & de Meuron

 

Colmar | Inaugurata l’estensione del Museo Unterlinden di Herzog & de Meuron

A Colmar, importante centro turistico nel cuore dell’Alsazia, è stato inaugurato il 23 gennaio 2016 l’ampliamento del Musée Unterlinden, uno dei poli culturali più prestigiosi della città.Il progetto era stato affidato nel 2009 a Herzog e De Meuron in seguito ad un concorso internazionale di progettazione bandito dal Comune.

 

 

Le ragioni alla base dell’ampliamento del museo, il cui nucleo originario occupava il chiostro e la chiesa gotica di un convento Domenicano del XIII secolo, risiedono da un lato nella saturazione delle sale espositive e dei locali di deposito, e dall’altra nella necessità di adeguare secondo gli standard più attuali i servizi al pubblico e gli spazi di accoglienza.

Negli ultimi decenni inoltre, il museo, noto per le importanti opere d’arte del Medioevo e Rinascimento tedesco, ha incrementato anche la collezione moderna rendendo pressante la necessità di allestire sale espositive dedicate.Il progetto dell’ ampliamento si è concretizzato grazie alla possibilità di incorporare nel complesso museale l’ edificio “des bains” (i bagni pubblici cittadini), risalente ai primi anni del ‘900 e situato di fronte al museo.

 

L’edificio “des bains” ( bagni pubblici) integrato nel complesso museale, vista diurna (a sinistra); vista notturna (destra) © Herzog & de Meuron.

 

 

 

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Foto dell’edificio rinnovato degli ex bagni pubblici © Herzog & de Meuron

 

 

Più in generale, l’intervento nel suo complesso coinvolge due nuclei di edifici che si affacciano sui lati della nuova piazza Unterlinden: da una parte il chiostro medievale, dall’ altro la nuova ala, che insieme all’edificio dei bagni disegna una seconda corte aperta, collegati da una manica sotterranea adibita a zona espositiva.  A fare da perno fra i due complessi sta il volume della “piccola casa”, reinterpretazione di una costruzione che in passato marcava l’ingresso del vecchio convento e che oggi segnala la presenza del Museo nella città.

Ma il progetto di Herzog e de Meuron va oltre l’ampliamento del Museo, ridisegnando una porzione importante del centro storico di Colmar. Attraverso la riapertura del canale della Sinn, che costituisce ora l’ asse di simmetria del “nuovo  Unterlinden”, l’intervento ricostruisce uno degli elementi più interessanti del tessuto storico originale della città.

 

 

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Il progetto della Piazza Unterlinden, Herzog & de Meuron© Herzog & de Meuron

 

 

 

 

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Foto della nuova piazza, © Herzog & de Meuron.

 

 

 

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Il progetto della Piazza Unterlinden con la piccola casa, Herzog & de Meuron© Herzog & de Meuron.

 

 

 

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Foto della nuova piazza, © Herzog & de Meuron.

 

 

 

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Lo “sculpture garden”, Herzog & de Meuron, © Herzog & de Meuron

 

 

L’area del “nuovo Unterlinden” sarà raddoppiata e occuperà una superficie di circa 8000 mq.  Oltre ad una più razionale distribuzione delle collezioni permanenti l’intervento offrirà adeguati spazi per le mostre temporanee che saranno allestite nell’ala nuova e nell’ ex edificio “des bains”.

 

 

 

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Sala espositiva nell’ala nuova, Herzog & de Meuron, © Herzog & de Meuron.

 

 

 

 

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La nuova hall d’ingresso, Herzog & de Meuron, © Herzog & de Meuron

 

 

 

 

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Sopra rendering di progetto, sotto foto interne del museo.

A sinistra: sala della pala di Issenheim; a destra: Petite maison, vista interna, Herzog & de Meuron, © Herzog & de Meuron.

 

 

 

 

In occasione dell’apertura del museo è stata allestita una mostra intitolata “Agir. Contempler” curata da Jean-François Chevrier in collaborazione con Herzog & de Meuron, Inoltre, la celebre pala d’altare di  Matthias Grünewald e Nicolas de Haguenau, probabilmente l’opera più nota del museo Unterlinden, ha trovato la sua definitiva collocazione al centro della navata della chiesa dell’ex convento Domenicano.

 

 

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Unterlinden Museum Colmar Herzog de Meuron 09

 

 

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Foto degli ambienti del rinnovato Museo Unterlinden.Herzog & de Meuron, © Herzog & de Meuron.

 

 

 

Musee Unterlinden Colmar 01

Il Musée Unterlinden a Colmar, Alsazia, è un importante museo dedicato all’arte dal Medioevo al XXI secolo ma ospita acnhe una sezione archeologica e una sulle arti decorative.Dal 1853 il museo è situato in un convento domenicano del 13° secolo, ma dalla fine del 2015 gli spazi museali vengono riaperti al pubblico totalmente rinnovati

segue nel link

 

Scheda di Riccardo Bianchini, Inexhibit

Immagine di copertina: Office de Tourisme Colmar; 1 e 2 gentilmente fornite da Ville de Colmar, 2 © Herzog & de Meuron.

 

 

tutto il servizio sul museo e’ da :

 

 

Inexhibit

 

https://www.inexhibit.com/it/mymuseum/museo-unterlinden-colmar-alsazia/

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