MGP : ” …in attesa “, un bel racconto del 2021

 

“ . . .in attesa”     premessa

L’amore che aspetta una risposta, l’amore offeso e umiliato che sempre si rialza e non smette di sperare. L’amore può diventare una ingenuità sciocca che non vuole riconoscere l’altro per quello che è e che vuole essere. Spesso le donne nel loro sentimento si ostinano a non capire nell’intento di salvare un amore direi “infantile”, una speranza illusoria, un sogno, che non riescono ad abbandonare.

Naturalmente questo non scagiona il sopruso e la violenza maschile.

 

 

Annabel Sleeping, 1987-1988 - Lucian Freud

Lucian Freud, 1988

 

 

“. . . in attesa”

 

Si era risvegliata per terra, sdraiata e confusa, con il sapore di sangue in bocca. Non sapeva in che modo fosse finita là, lunga distesa sul pavimento della cucina, senza la forza di muoversi, senza scarpe e con il vestito strappato. Proprio quello nuovo. Si guardava intorno incredula e ascoltava il rumore di una sirena che giungeva da fuori.

 

Non sapeva se fosse venuto quella mattina . . . Sì, era venuto.

Era lui. Un lampo improvviso nei suoi occhi e riapparve, alto sopra di lei con quell’arma in mano. Eppure si sentiva calma come non era mai stata. Un pensiero lontano sembrava cullarla.  Sapeva che solo una magia avrebbe potuto cambiare quell’uomo.  Sì, lo sapeva.Ogni volta che lo sentiva al telefono cercava nel tono della voce sicura e ostinata qualche impercettibile cedimento, quale segnale di accordo, di arrendevolezza. Quando poi lo rivedeva, osservava attentamente tutti i suoi movimenti, il suo modo di porsi con lei e con i bambini, sempre in attesa di un gesto bonario e affettuoso.

Sulle prime sembrava disponibile, ma dopo breve tempo, senza un motivo apparente, la sua voce si faceva più autorevole, il parlare più fitto e determinato, i gesti più decisi e spesso violenti. Le cose da fare, quelle da non fare, l’organizzazione fino a sera, quella per il giorno successivo . . .  con le parole pareva riordinare il mondo e se non bastavano le parole . . .  La sua voce sovrastava tutti e non teneva in alcuna considerazione le obiezioni altrui, così che presto chiunque si sarebbe reso conto di essere di fronte a una scelta: seguirlo o andarsene.  Lei rimaneva attonita, se lo sentiva sfuggire  via, ormai imprendibile . . . nulla l’avrebbe più ricondotto allo stare insieme, al prestare attenzione e ascolto, al cercare di condividere le faccende e i problemi. Si vedeva bambina stupita e arrabbiata mentre seguiva con lo sguardo il bellissimo pallone rosso volato via dalle sue dita.

 

– Ecco, guardate è lì per terra. – indica a bassa voce la vicina di casa – Li ho sentiti litigare troppo e vi ho chiamato. –  Il poliziotto si avvicina alla donna che faticosamente gira la testa.  La stanza è in subbuglio, il corpo della donna è coperto di sangue. – Chiamate subito il pronto soccorso!- Ordina a voce alta l’agente.

 

Quando si faceva la barba al mattino e si preparava . . .  Ecco, inizia la vestizione, pensava . . . e lo vedeva indossare l’armatura del condottiero, di metallo pesante, con gli spallacci ben rotondi e luccicanti e i poderosi fiancali aperti ad archetto all’altezza del pube. Tutto ricoperto di lamiera snodabile, scarpe comprese, con il guanciale alzato per poter parlare senza impedimento, saliva sul suo cavallo bardato di tutto punto e con la spada tesa in avanti sembrava voler muovere un esercito inesistente. Era sempre più convinta che solo una magia avrebbe potuto cambiare quell’uomo.

Una volta, da ragazza, le era successa una magia . . . stava scendendo dalla mulattiera che collegava la casa di sua madre, alla città, quando improvvisamente sentì salire dal ventre alla gola, alla testa, un flusso tiepido di benessere. Una leggerezza inattesa la invase e si diffuse rapidamente in tutto il corpo, così che le sembrava di perdere peso e di camminare senza sentire i ciottoli sotto i piedi. Continuava a sbattere gli occhi come chi vede la luce dopo un periodo di buio, alla maniera di chi si sveglia da un lungo sonno e scopre una nuova realtà. Ah no! Non era un miracolo e neppure un fenomeno paranormale, come sua madre avrebbe potuto credere, era una scoperta . . . una rivelazione . . .  un cambiamento . . . . Quasi che un velo opaco di difesa fosse scivolato via dal suo sguardo per lasciare entrare i colori e le cose tutte,  nella loro assoluta bellezza.

 

– Entrate, entrate, è sdraiata là per terra.- Il poliziotto introduce gli infermieri che si accostano alla donna . –  Mi può rispondere signora?  Stia tranquilla. Non si muova, ora la spostiamo noi. –

 

Un fenomeno inevitabile e semplice, in perfetta sintonia con la realtà; come se fosse emerso qualcosa di essenziale tenuto dentro da sempre, ma solo in quel momento diventato manifesto, chiaro e necessario. Allora pensò che lo specchio situato al centro del nostro corpo si fosse improvvisamente girato, così da riflettere all’esterno la sua anima e lasciar penetrare all’interno, il mondo.  La magia dello specchio, così l’aveva chiamata.Allo stesso modo sperava che accadesse anche a lui una magia capace di rivoltarlo da dentro a fuori, come un calzino. Era convinta che la durezza, sempre caparbiamente ostentata da lui, fosse una sorta di corazza, dentro la quale si nascondeva l’anima amabile di un fanciullo, quello che traspariva nella foto, l’anno in cui si erano conosciuti.

 

L’infermiere libera il viso della donna dai capelli impastati di sangue. – Può aprire gli occhi signora? Con calma, con calma, metta un braccio intorno al mio collo. La portiamo all’ospedale. –

 

Probabilmente era un abbaglio . . . un inganno coltivato per tutta la vita, di questo era consapevole. Certo quel modo autoritario e intransigente di porsi poteva corrispondere a un bisogno di supremazia sugli altri senza il quale non avrebbe potuto vivere; d’altra parte la sua attitudine al comando, notevolmente apprezzata durante il servizio militare, era evidente. O forse la sua rigidità era una difesa dal timore da quel “terreno cedevole” nel quale si affonda un po’ quando ci si lascia andare all’affetto; oppure il suo modo distorto di vivere la famiglia, sottoposta all’egemonia maschile.

Ciò nonostante, dopo tanti anni attendeva sempre quella magia . . . allora avrebbe sentito la sua voce al telefono cedere un poco e avrebbe visto il suo sguardo diventare finalmente premuroso, benevolo, carezzevole.

 

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13 risposte a MGP : ” …in attesa “, un bel racconto del 2021

  1. MGP scrive:

    Cara Clara,
    L’immagine è perfetta. Grazie
    Il racconto è breve e conciso, spesso mi chiedo se non ci sia una sorta di accanimento sempre maggiore contro l’evidente volontà delle donne di non sottostare al potere familiare maschile.
    Mi pare che sia anche un invito ad un cambiamento, nella direzione di una maggiore autonomia e distanza da sentimenti che ci pongono in situazioni di dipendenza amorosa dalla quale spesso non riusciamo a uscire.
    In definitiva penso che il bisogno d’amore sia la nostra condanna e per quel bisogno siamo disposte a sopportare, a fingere, ad accettare anche una continua umiliazione. Forse non basta il desiderio di libertà e di autonomia, il coraggio, lo studio e la ricerca di un buon lavoro, dobbiamo diventare più consapevoli delle nostre fragilità che si trasformano inevitabilmente in schiavitù.
    Un caro abbraccio MGP

  2. i. scrive:

    Il racconto mi sembra molto bello, si legge con curiosità ed esprime quei pensieri segreti ed intimi delle donne, che lottano o cercano di lottare contro un mondo apparentemente più forte ed arrogante.

    • MGP scrive:

      Grazie Donatella del tuo commento.
      Un argomento delicato.
      Le donne hanno fatto tanti passi avanti rispetto alle generazioni passate. Le nostre nonne e le nostre madri hanno vissuto condizioni ben più pesanti di quelle attuali, ora per proseguire nella nostra emancipazione ci vuole uno sguardo interno per capire chi siamo e cosa veramente vogliamo.
      La strada è ancora lunga, ma ho fiducia.
      Un caro abbraccio a te

  3. ivana scrive:

    Nell’animo femminile, la speranza che l’altro cambi resiste, spesso, fino alle estreme conseguenze.
    Si vanno a cercare quegli impercettibili cambiamenti nell’espressione del volto, nello sguardo, nel tono della voce, nei gesti. Si vuole vedere, immaginare, augurarsi una disponibilità affettiva aperta allo scambio e al dialogo, nuova, rinnovata. Ma la violenza sa mascherarsi per riapparire uguale, se non anche più determinata e letale. L’ evidenza reale di una quotidianità invariata fa sperare la protagonista in una inattesa magia, come era capitata a lei da ragazza. La magia dello specchio. Mi piace molto questa magia!

    Non basta, nell’autoritarismo intransigente del suo uomo lei riesce a trovare una giustificazione psicologica. Quale donna non ha avuto, per un breve o lungo tempo, fette di salame sugli occhi! Ma le donne resistono nel perseguire il loro tenace sogno d’amore. Ne rimangono abbagliate…
    La speranza può essere certa, o quasi, quando la riponiamo in noi, nel nostro personale cambiamento, quando si decide di non subire più, di riconoscere un valore che va oltre l’approvazione che provenga dall’altro, da fuori.
    Oggi, fortunatamente, c’è una maggiore consapevolezza nelle donne, ma occorre un grande coraggio per sfidare una atavica paura a ribellarsi all’altra metà del mondo.
    Brava Mariella, in un breve racconto sei riuscita a condensare i contrastanti sentimenti che si agitano nel cuore femminile con sensibilità e con una prosa gradevole e puntuale.

  4. MGP scrive:

    Grazie Ivana del tuo commento.
    vedo che sei consapevole della situazione affettiva nella quale molte donne si trovano. Il silenzio maschile su quello che sta accadendo e che non sembra arrestarsi, né essere analizzato seriamente, è vergognoso.
    Ho voluto sottolineare quanto una donna sia disponibile e non finisca mai di aprirsi a una possibilità nuova. Gli uomini non conoscono e non vogliono confrontarsi con circostanze simili.
    Un caro abbraccio

  5. lucia scrive:

    Complimenti Mariella, è scritto molto bene ed ha un bel ritmo.
    Riguardo il contenuto analizzi con competenze e profondità uno stato d’animo e un comportamento femminili che credo siano molto diffusi, secondo Nietztsche però la speranza è il peggiore tra i mali perchè prolunga i tormenti ed infatti la serie tragica e ripetuta di femminicidi lo conferma.
    Un grande abbraccio e in bocca al lupo
    Lucia

  6. MGP scrive:

    Grazie Lucia,
    Sono molto d’accordo con Nietztsche, e vorrei ricordare anche il mito di Pandora, ancora più chiaro.
    Grazie del tuo commento, so che condividiamo la visione sui femminicidi che si ripetono, direi senza vergogna.
    Un caro saluto Mariella

  7. giovanni scrive:

    E’ sicuramente scritto molto bene: con una prosa elegante descrive efficacemente gli stati d’animo che si mescolano nella mente della donna sottoposta ad una prova certamente traumatica sul piano fisico, ma ancora più deflagrante su quello psicologico.
    Sull’aspetto del contenuto sia per la vicenda raccontata da te, sia per la miriade di casi simili che leggiamo sui giornali, ho difficoltà ad esprimermi poiché non mi sono mai trovato coinvolto in queste situazioni o direttamente o per persone della mia cerchia affettiva. Inoltre non ho mai approfondito studi sui comportamenti patologici nelle relazioni sentimentali.
    E‘ sempre difficile capire o penetrare nelle dinamiche di coppia non avendo gli indispensabili elementi di conoscenza, tutto questo non esime dal condannare tout court e combattere ogni azione che comporti violenza sia fisica che psicologica

  8. MGP scrive:

    Grazie Giovanni bel tuo commento.
    Occorre entrare nel merito della situazione, anche se non siamo degli esperti. La condizione femminile è un dato storico trasversale a tutte le società e a tutte le culture. Non si può non vedere.
    Ma io ho detto altro, forse. Ho voluto mettere in evidenza la disponibilità, la comprensione, l’amore di una donna che diventa una sorta di follia. La donna che non vuole vedere la pretesa maschile che può giungere a situazioni delittuose pur di non cedere di fronte a lei. Di questo non si può tacere.
    So che non è un argomento tra quelli che prediligi e capisco, ma mi pare ormai inevitabile parlarne.
    Un caro abbraccio MG

  9. giancarlo scrive:

    ciao Mariella,
    ormai il tuo scrivere per me non è più una sorpresa . Sei brava
    lo scrivere tuo è leggero ma descrive con efficacia lo stato d’ animo di una
    donna, che ci riporta a una certa realtà.; descrivi l’amore che la donna porta
    dentro di sè e che spera (la chiami magia) che l’uomo ritorni carezzevole,
    premuroso, benevolo come forse era prima. Dice bene Lucia la magia
    prolunga i tormenti ma non elimina le tragedie. Mi piace ciao.

  10. MGP scrive:

    Grazie Gianca,
    sì, lo sfondo del mio racconto è il diverso porsi verso l’amore, ma anche verso la vita in genere. La donna è generosa nei sentimenti, a volte scriteriata e un po’ folle nel suo pensare e agire. L’uomo è schematico e si riferisce a sicurezze che non vuole lasciare per costume e per privilegio di nascita. Soprattutto non vuole accettare cambiamenti, ma neppure prendere in considerazione situazioni diverse da quelle che decide, men che meno se i suggerimenti vengono dalle donne.
    Grazie del tuo commento e a presto.

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