Nuovi attacchi a Nina Verdelli, la solidarietà di Articolo 21
Elisa Marincola e Paolo Borrometi
19 Aprile 2021
A pochi giorni dal 23 aprile, giorno in cui l’anno scorso era stato fissato il decesso del direttore Carlo Verdelli da un profilo anonimo, senza follower né following (creato solo per postare l’intimidazione), la giornalista (e figlia di Carlo) Nina Verdelli viene pesantemente minacciata su Twitter.
È la stessa Nina a denunciare sul social network l’accaduto.
“Purtroppo è ricominciata la solfa dell’anno scorso – scrive Nina Verdelli su Twitter -, quando mi si augurava la morte, a me e al mio bambino. Ecco un motivo in più per approvare il #ddlzan: se fosse legge, sarebbe prevista un’aggravante per misoginia per chiunque osasse definirmi “carogna” o “figlia di troia”, come è appunto scritto nel post offensivo in cui si fa riferimento anche al ddl Zan sull’omofobia.
Da parte nostra, ovviamente a nome di tutta la comunità di Articolo 21, la totale solidarietà a Nina ed al padre Carlo. Ma le parole di vicinanza non bastano più. L’odio e la violenza che si leggono nelle minacce ricevute da Nina sono inaccettabili. L’Articolo 21 della nostra carta costituzionale ha un limite invalicabile: il rispetto delle opinioni altrui. Qui non c’è rispetto, ma solo violenza. E la vicinanza dell’anniversario del 23 aprile, giorno sempre triste per la famiglia Verdelli, ci preoccupa. Chiediamo alle Autorità competenti massima attenzione per le gravi frasi minacciose e ci stringiamo accanto a Nina e Carlo.
nota del blog:
Il 6 febbraio 2019 il cda del gruppo editoriale Gedi lo nomina direttore del quotidiano la Repubblica, in sostituzione di Mario Calabresi, incarico che Verdelli assume il 19 febbraio.
In aprile 2020 Repubblica cambia proprietà: GEDI, la società editrice del quotidiano, passa sotto il controllo della holding Exor, di proprietà della famiglia Agnelli. Il 23 aprile termina la direzione di Verdelli alla Repubblica.