40.000 anni fa : L’UOMO-LEONE DI HOHLESTEIN –e qualcosa della VENERE DI HOHLE-FELS, la più antica rappresentazione femminile, così come l’Uomo-leone è quella maschile —

 

 

 

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foto da :

L’uomo leone di Hohlenstein

 

 

 

 

foto da pinterest

 

 

 

 

Löwenmensch (Lionman) found in Stadel cave in Hohlenstein Mountain, Ulmer Museum, Ulm (Photo: Ulm Museum) | Fashion, Two piece pant set, Dresses

da Pinterest

 

 

 

 

 

 

 

L'uomo-leone di Hohlenstein

 

 

 

L’Uomo-Leone di Hohlenstein (Baden-Württemberg, Germania) è uno dei più suggestivi reperti dell’uomo preistorico giunti fino a noi. E’ una scultura in avorio di mammut, alta circa 30 cm, che risale al periodo alto Aurignaziano (che corre dai 47.000 ai 35.000 anni fa). Rappresenta un corpo umano sormontato da una testa di leone delle caverne.

Un essere composito, un uomo con la testa di felino (forse una leonessa). Fu scoperta nel rifugio del Hohlenstein-Stadel e viene datata 30 000 anni fa. ( 40.000,  pare sia una nuova datazione)

Si trova al museo di Ulm. Per Marcel Otte, questa prima immagine umana, maschile, è molto ambigua poiché mescola l’uomo e l’animale come se l’”eroe aurignaziano” si maschera da felino per acquisire la sua forza, come Ercole con la pelle del di leone, come racconta il mito greco. Le prime figurazioni Aurignaziane restituiscono un mondo mitico complesso.

 

IMMAGINE SOPRA E TESTO DA:

https://www.salentoacolory.it/luomo-leone-di-hohlenstein/

https://www.salentoacolory.it/luomo-leone-di-hohlenstein/

 

 

Silder tile

 

Il ritrovamento dell’Uomo-leone

La statuetta fu scoperta nel 1939 dallo studioso Robert Wetzel nella grotta tedesca di Hohlenstein-Stadel situata nella valle Lonetal. Nel Giura svevo, non lontano da Ulm. Era in pessimo stato. Un mucchietto di centinaia di frammenti eburnei. In quel periodo la Germania si trovava alla vigilia della Seconda guerra, quindi soltanto pochi giorni dopo i lavori archeologici nella grotta furono interrotti, i reperti depositati in una scatola di cartone. La scatola fu messa al sicuro nel magazzino del Museo di Ulm. E lì i frammenti dormirono un lungo sonno. Trent’anni dopo l’archeologo Joachim Hahn riaprì quella scatola. Aiutato da due studenti, Hahn iniziò a mettere insieme i pezzetti d’avorio e si ritrovò, sbigottito ed emozionato, davanti alla prima versione dell’Uomo-leone. Era solo un abbozzo di ciò che possiamo vedere ora. Mancavano molti pezzi. Ma già Hahn si rendeva conto di essere davanti a qualcosa di sensazionale, una figura paleolitica antropomorfa.

 

Non finiva qui: come per miracolo, sempre nuovi frammenti giungevano a completare il puzzle. Prima ci furono quelli consegnati al museo nel 1972 da un ex allievo dello studioso Robert Wetzel, un medico che li aveva trovati in un laboratorio di Tubinga poco dopo la morte del suo maestro e raccolti senza nemmeno sapere cosa fossero. A questi si aggiunsero altri pezzi che una visitatrice attenta portò al Museo di Ulm. Li aveva scoperti suo figlio, un ragazzino che giocò all’interno della caverna Stadel Höhle.Diversi archeologi ripresero a lavorare nella grotta durante gli anni Ottanta del XX secolo, portando così alla luce ulteriori frammenti. L’archeologa Elisabeth Schmid e la restauratrice Ute Wolf iniziarono il paziente lavoro di ricostruzione, quello finito da poco, che ci ha restituito l’Uomo-leone così come lo vediamo oggi. Magnifico, misterioso, inafferrabile.

 

 

 

Chi lo scolpì? Materiale usato e fonte d’ispirazione dell’artista

L’artista sconosciuto del Paleolitico l’ha ricavato dalla zanna di un mammut. La testa leonina non presenta una criniera, del resto sappiamo che i leoni maschi hanno acquisito la criniera soltanto nella fase più recente dell’evoluzione. Anche i leoni raffigurati nelle caverne di Lascaux sono privi di criniera. Oppure, nel caso in cui la statuetta davvero fosse ispirata a una figura femminile, potrebbe trattarsi di una leonessa. Sulle zampe anteriori/braccia della scultura sono visibili delle incisioni orizzontali che potrebbero rappresentare dei tatuaggi. Ma se gli arti superiori assomigliano di più a zampe animali che a braccia, gli arti inferiori invece sembrano umani. Al posto delle zampe, l’Uomo-leone ha dei piedi. Studiando la figura nel suo complesso, si può quindi affermare che consiste di due parti: la parte superiore con la testa, il petto e gli arti superiori è quella di un leone, mentre a partire dal ventre sino ai piedi abbiamo a che fare con la sagoma di un essere umano. Il sesso è impossibile da determinarsi.

 

testo e foto da :

L’uomo-leone di Hohlenstein

 

Ancora più emozionante della scoperta di nuovi pezzi, l’età della scultura è stata perfezionata con la radio-datazione al carbonio di altre ossa si trovano negli strati. Questo rivela una data di 40.000 anni fa, mentre fino a poco tempo fa si pensava trattarsi di 32 mila anni fa. Una volta che la ricostruzione è stata completata, alcuni minuscoli frammenti non utilizzati dell’avorio di mammut è probabile che siano datati anch’essi con il radiocarbonio, e si prevede che ciò possa confermare il risultato. Questa datazione rivista spinge l’uomo-leone più indietro rispetto alle più antiche sculture, che sono state trovate in due altre grotte del Giura Svevo. Questi rari reperti sono datati a 35.000 – 40.000 anni, ma l’uomo Leone è di gran lunga il pezzo più grande e complesso. Alcuni elementi scolpiti sono stati trovati in altre regioni, e sono un po’ più vecchi, ma si tratta di modelli semplici, non figurativi. Ciò che colpisce nello scultore dell’uomo-leone è che doveva avere una mente capace di viva immaginazione piuttosto che limitarsi a rappresentare semplici forme. Come Cook dice, “non è necessario avere un cervello con un complesso di corteccia pre-frontale per formare l’immagine mentale di un essere umano o di un leone, ma non è la stessa cosa per rendere la figura di un leone-uomo”.La scultura di Ulm getta quindi ulteriore luce sull’evoluzione dell’homo sapiens. I conservatori hanno provato a fare una copia dell’uomo-leone, calcolando che ci sarebbe voluto il lavoro di almeno quattrocento ore di uno scultore altamente qualificato, che utilizzasse strumenti di selce (lavoro di due mesi alla luce del giorno). Ciò significa che l’intagliatore avrebbe dovuto essere curato e nutrito da cacciatori-raccoglitori, il che presuppone un certo grado di organizzazione sociale. C’è un dibattito in corso su ciò che rappresenti l’uomo-leone, e se fosse collegato allo sciamanesimo e al mondo degli spiriti. Inizialmente, si sperava che l’originale dell’uomo-leone fosse presentato alla mostra del British Museum, ma questo non si è rivelato possibile perché i conservatori hanno bisogno di tempo ulteriore per ricostruire la figura il più accuratamente possibile. Il Museo di Ulm ha ora intenzione di svelare l’originale nel mese di novembre. “Age Ice Art: Arrivo della mente moderna”.

 

testo e immagine sopra da :

https://www.pianetablunews.it/2013/09/05/luomo-leone-di-ulm-ha-40-000-anni-la-piu-antica-scultura-del-mondo/

 

 

E’ alta 31 cm.

Cacciatori-raccoglitori, i nostri lontani antenati si spostavano a piccoli gruppi nelle valli dell’Alto Danubio, modellate nell’era glaciale, frequentate da mammut, renne, cavalli, bisonti, leoni delle caverne.

In quell’area, come nella regione intorno alla grotta Chauvet, in Dordogna, si ritiene  ora, dopo le recenti scoperte, che siano le prime manifestazioni figurative dell’umanità: a Chauvet un ciclo parietale con strabilianti immagini di animali, datate intorno a 35.000 anni fa. Nel Giura svevo, in sei grotte vicine fra loro ( dal 2017 nella lista Unesco del Patrimonio dell’umanità ), una serie di oggetti scolpiti in avorio di mammuth, di altrettanto e sorprendete realismo, databili ancora più indietro, fino a 40.000 anni fa.

Nel 2013, l’Uomo-leone del Giura è stato ricomposto con ottocentotrentadue frammenti rinvenuti a più riprese negli scavi di Hohlenstein-Stadel ( 1930-2012 )

 

TESTO da:

GLORIA FOSSI, ART DOSSIER, GIUGNO 2020

NUMERO ORDINABILE QUI

https://www.scuolastore.it/it/book/art-e-dossier-377-giugno-2020

 

File:Höhle Hohlenstein Hohlensteinstadel.jpg

una grotta del sito

 

 

 

 

Nelle grotte tedesche dove gli uomini dell'era glaciale hanno lasciato il segno

Nelle grotte tedesche dove gli uomini dell'era glaciale hanno lasciato il segno

 

Nelle grotte tedesche dove gli uomini dell'era glaciale hanno lasciato il segno

 

Per ripercorrere le tracce della storia dell’umanità europea lungo il Giura Svevo, il percorso parte a 20 chilometri dalla città di Ulm, nelle valli Achtal e Lonetal.

 

Germania, Ulm

Mappa MICHELIN Justingen - Pinatina di Justingen ViaMichelin

le grotte sono vicino a Schelklingen

 

Schelklingen | Tutto sulla Germania

Schelklingen

Altes Rathaus in Schelklingen Foto & Bild | architektur, ländliche architektur, reisen Bilder auf fotocommunity

il vecchio comune a Schelnklingen

 

Queste grotte sono considerate una culla dell’arte: è qui infatti che è stata rinvenuta la Venere di Hohle Fels, la più antica rappresentazione femminile nel suo genere, così come l’uomo-leone di Hohlenstein-Stadel.

 

 

Nelle grotte tedesche dove gli uomini dell'era glaciale hanno lasciato il segno

 

Venere di Hohle Fels | Artribune

foto Artribune

 

La Venere ritrovata: i segreti Hohle Fels - Galleria - Repubblica.it

foto repubblica

 

 

Senza titolo

foto: https://italicaresblog.wordpress.com/

 

A Baden-Württemberg, sulle Alpi sveve, si trovano sei grotte abitate fra i 43 e i 33 mila anni fa. Antri di roccia in cui gli archeologi hanno trovato figurine intagliate di leoni delle caverne, mammut, cavalli e bovini, strumenti musicali, gioielli e pitture rupestri, con surreali figure metà uomo, metà animali. Testimonianze così preziose da aver fatto entrare di diritto il Giura svevo nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco.

 

I reperti più preziosi oggi si trovano al Museo della Preistoria di Blaubeuren: da qui si raggiunge facilmente la grotte di Achtal, mentre per la Vogelherd, lunga 50 metri, bisogna spostarsi nel parco archeologico di Niederstotzingen si accede alla grotta di Lonetal, lunga 50 metri. All’uomo-leone è invece dedicata un’intera mostra nel Museo di Ulm.

 

 

 

testo e foto delle grotte di:

 

NOEMI PENNA, LA STAMPA, 2017 — rivisto al 30 giugno 2019 https://www.lastampa.it/viaggi/mondo/2017/11/17/news/nelle-grotte-tedesche-dove-gli-uomini-dell-era-glaciale-hanno-lasciato-il-segno-1.34387052

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1 risposta a 40.000 anni fa : L’UOMO-LEONE DI HOHLESTEIN –e qualcosa della VENERE DI HOHLE-FELS, la più antica rappresentazione femminile, così come l’Uomo-leone è quella maschile —

  1. i. scrive:

    “Un coraggio da leone” diciamo ancora noi: forse è un’immagine antichissima, che conserviamo nella nostra mente.

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