Astor Piazzolla – bandoneon
Pablo Ziegler (piano),
Oscar Lopez Ruiz (guitar),
and Hector Console (bass)
completed by Fernando Suárez Paz (violin)
Recorded for a live audience in the Vredenburg Music Hall, Utrecht ( vedi sotto )
https://www.youtube.com/watch?v=Ljq4K31puA4&list=PL3tFrp-3cLmp6PyYyP9_bjkwpVV527IMq
Adiós Nonino è una celebre composizione di Astor Piazzolla.
Venne composto nel 1959 quando Astor Piazzolla, che era in tournée nel centro America, il 13 ottobre ricevette la notizia della morte improvvisa del padre, don Vicente Piazzolla, familiarmente chiamato Nonino.
Per l’occasione riprese un pezzo che aveva scritto nel 1954 (del quale esiste una incisione dell’orchestra di José Basso, del 1962), conservandone la parte ritmica ma accentuandone e prolungandone la melodia in una sorta di lamento.
La prima registrazione venne effettuata a Montevideo nel 1960 dal quintetto di Piazzolla: lo stesso Piazzola al bandoneón, Jaime Gosis al pianoforte, Quicho Díaz al contrabbasso, Horacio Malvicino alla chitarra elettrica e Simón Bajour al violino.
A questa prima registrazione ne sono seguite numerosissime altre, con differenti interpretazioni da parte dell’autore (una delle quali contenuta nell’album Libertango, registrato in Italia nel 1974).
Memorabile è stata l’esecuzione di questo pezzo nel concerto tenutosi al Teatro Carré di Amsterdam nel marzo del 1989 da Osvaldo Pugliese e Astor Piazzolla contenuto nell’album Finally Together
CARTINA DELL’OLANDA CON UTRECHT
Centro musicale Vredenburg, Utrecht (1973-1978)
Muziekcentrum Vredenburg è ora TivoliVredenburg .
Herman Hertzberger, Franz Bos Reitz, Rijk Rietveld, Henk de Weijer, Dolf Floors, Helen Dahm, Rogier Timmer, Jan van den Berg, Ariënne Matser
Piuttosto che cercare di distinguersi come un tempio della musica, l’edificio, situato su una piazza del mercato, cerca di essere assorbito dalla città, informalmente, come parte integrante di essa. Il Music Center è accessibile dalla galleria di negozi circostante. Le dimensioni intime rimandano ai portici parigini ottocenteschi: non deriviamo le forme dal passato ma piuttosto l’articolazione e l’atmosfera. Le colonne si presentano in molte lunghezze, ma con le loro teste a forma di capitello costituiscono una famiglia di forme che aiuta a stabilire un “ordine” architettonico in tutto l’edificio.
C’è relativamente poca differenziazione nei materiali utilizzati all’interno e all’esterno, nella loro finitura e nelle proporzioni, tranne per il fatto che le pareti del foyer sono rifinite con legno e tappezzerie appositamente progettate.
La sala da concerto principale è progettata per ospitare una varietà di usi. L’idea che una buona visuale contribuisca a un buon ascolto ha dato origine alla forma ad anfiteatro, mentre la configurazione a tutto tondo non solo avvicina musicisti e pubblico, ma mantiene al minimo la distanza tra chi parla e chi ascolta.Anche i foyer sono abbastanza ridotti a causa delle linee di costruzione troppo anguste, ma hanno una vasta gamma di posti in offerta. Questi vanno da angoli introversi dove ci si può ritirare dalla folla, e luoghi in cui si ha una visione d’insieme delle cose, ad altri che danno uno sguardo all’auditorium o alla città fuori.
TESTO DA
STUDIO DI ARCHITETTURA DAL 1958
https://www.ahh.nl/index.php/en/projects2/13-cultuur/119-vredenburg-music-centre-utrecht
IMMAGINI DAL LINK :
https://aasarchitecture.com/2013/12/tivoli-vredenburg-by-architectuurstudio-hh.html/
SOLO DUE IMMAGINI DI UTRECHT, MA CI TORNEREMO
CANALE VECCHIO A UTRECHT
VEDUTA DI UTRECHT
Pepijntje – Opera propria