REPUBBLICA.IT — 15 MARZO 2021
Approfondimento
Diritti Umani
L’urlo delle donne: “Basta violenze”. Tre continenti in piazza per i diritti
15 MARZO 2021
Dal caso di Sarah a Londra alle marce in Australia e Messico: le stesse rivendicazioni
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANTONELLO GUERRERA
LONDRA – Becky, giovane madre in tuta celeste, fissa la montagna di fiori, poesie e orsetti per Sarah Everard. Gli occhi si arrossano di lacrime, bacia forte il suo piccolo. Si avvicinano altre tre mamme, anche loro con passeggini. «How are you?». Silenzio. Come quello del palchetto circolare dei giardini di Clapham Common, nella grigia Londra Sud, dove l’unica musica è il muto lutto collettivo per Sarah Everard. Da giorni qui fluisce un’incessante processione: vecchi, teenager, nonne, coppie abbracciate, papà, tante donne. È dura contenere la commozione in questo strazio pubblico per la donna di 33 anni, svanita proprio qui il 3 marzo, alle 21.30, mentre tornava a casa a piedi. Incriminato dell’omicidio un poliziotto 40enne, Wayne Couzens, in servizio nel cuore del potere di Londra: Parlamento, Downing Street, l’ambasciata Usa. Una tragedia che ha scatenato polemiche e proteste delle donne, ora in strada anche in Messico e Australia contro i femminicidi, le violenze, la misoginia e il clima di terrore cui sono sottoposte ogni giorno.
Regno Unito
Dopo la tragedia di Sarah, il governo di Boris Johnson potrebbe introdurre il reato d’odio di misoginia, alla stregua del razzismo e dell’omofobia. Una pezza che potrebbe non bastare contro l’indignazione crescente. Perché sabato sera a Clapham Common, a differenza di quanto accaduto con Black Lives Matter e gli ecologisti di Extinction Rebellion, la polizia è subito intervenuta alla veglia per Sarah, illegale causa restrizioni Covid, scatenando disordini e arresti di donne. Furia in strada e sul web, sdegno dei politici, richiesta di dimissioni della capa di Scotland Yard, Cressida Dick, criticata per la «reazione spropositata e inquietante» ma ancora sostenuta dal governo Johnson. C’è aria di rivolta oltremanica. Dopo Everard, migliaia di donne sui social hanno vissuto il loro drammatico #MeToo confessando le molestie subite, la paura a camminare da sole, i quasi 300 femminicidi nell’ultimo anno e mezzo. Secondo un recente sondaggio tra migliaia di ragazze britanniche tra i 18 e 24 anni, quasi tutte hanno subìto molestie fisiche o verbali, ma il 96% non ha mai denunciato. Eppure il Parlamento ora potrebbe approvare una legge che aumenta il potere degli agenti e ieri si è scoperto che un poliziotto di Scotland Yard ha mandato a colleghi su Whatsapp le foto dei resti straziati di Sarah. L’indignazione ribolle: in centinaia ieri sera hanno organizzato un sit-in davanti alla sede della polizia di Londra e bloccato il ponte di Westminster. Tremano i palazzi del potere.
Australia
Qualcosa di simile, ma per cause diverse, sta accadendo in Australia. Ieri oltre 100mila donne hanno protestato in nero e in 40 città contro il governo del premier Scott Morrison. A scatenare la #March4Justice, la Marcia per la Giustizia, sono stati due casi di presunta violenza sessuale che l’esecutivo avrebbe coperto: secondo le accuse, l’Attorney General Christian Porter avrebbe violentato a 17 anni una 16enne nel 1988. Ma anche la ministra della Difesa Linda Reynolds è nei guai perché avrebbe cercato di insabbiare il caso di Brittany Higgins, una giovane donna del suo staff che sarebbe stata violentata da un collega più anziano dentro il Parlamento australiano: «A nessuno importava niente, ero solo un problema politico», ha commentato Higgins.
Messico
Dall’altra parte dell’Oceano, c’è tensione anche nel Paese centroamericano. Come racconta il Financial Times, il presidente socialista Andrés Manuel López Obrador è accusato da giorni da centinaia di migliaia di donne di favorire la misoginia e di inerzia sul dramma femminicidi nel Paese: 11 donne uccise al giorno.
La rabbia è così estesa che l’8 marzo Obrador si è rifugiato nel palazzo presidenziale protetto da un metallico «muro della pace» alto tre metri. Il suo partito Morena ha inoltre candidato un sospetto violentatore seriale, Félix Salgado Macedonio. E quando una giornalista gliene ha infine chiesto conto, Obrador – e non è la prima volta – ha risposto: «Devi aspettare, tesoro».
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Forse sta crollando il muro della misoginia, grazie, si fa per dire, a questi delitti così eclatanti. Penso però che occorreranno ancora molti anni perché la mentalità corrente, nei confronti delle donne, cambi in modo serio e equilibrato, il rispetto per le donne diventando caratteristica generale nell’opinione pubblica più allargata.