DARIA GALATERIA, ORA D’ARIA – ” Gadda l’argentino. L’Ingegnere in Sudamerica per “evadere” dall’odiata villa in Brianza. E dalla mamma. ” — REPUBBLICA.IT / VENERDI’ /  05 FEBBRAIO 2021  ++ LINK: ” L’Argentina di Gadda fra biografia e straniamento “

 

 

 

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Carlo Emilio Gadda (Milano, 14 novembre 1893 – Roma, 21 maggio 1973)

NELLA FOTO :

GADDA NEL 1921 

 

 

REPUBBLICA.IT / VENERDI’ /  05 FEBBRAIO 2021 

https://www.repubblica.it/venerdi/2021/02/05/news/gadda_l_argentino-285407070/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter

 

 

Gadda l’argentino

 

 

di Daria Galateria  – ORA D’ARIA

 

 

 

L’Ingegnere in Sudamerica per “evadere” dall’odiata villa in Brianza. E dalla mamma

 

 

 

Sovrintendeva nel 1931 ai “sacri tubi” del Vaticano (“cessi, fogne, elettricità, acqua e gas”) Carlo Emilio Gadda; l’ingegnere aveva appena pubblicato La Madonna dei filosofi ed era a pensione, a Roma, dalla moglie del critico Gargiulo, che gliel’aveva stroncato.

In generale Gadda viveva il trasferimento con animo ostile; sui viaggi aveva scritto, nel 1927, pagine splendide, distinguendo il giramondo inquieto – che, temendo il tempo breve (scongiuri), lo sostituisce con l’infinità dello spazio, augurandosi una “sorta di immortalità spaziale” – dal girovago “sedente”, che tutto riporta al tempo, alla propria storia.

Si legga a riprova l’articolo di viaggio Verso Teramo (1934), dove l’ingegner Gadda si concentra sui fili elettrici d’epoca della locanda, la “trecciuola dei conduttori trattenuta da minuscoli isolatori di porcellana, che son detti, nei cataloghi, isolatori “Milano”; due s’erano staccati dall’intonaco ed era lei a doverli reggere”; la “pera pendula” del campanello, inattiva, è puro Proust (così stravagante, la Gazzetta del Popolo non lo pubblicò).

In crociera nel ’31 sul Tirreno, le isole (la Gorgona, la Capraia, Montecristo, l’Elba, il Giglio) rianimano nel letterato tutta un'”antologia”: “le prime due che fecero orrendo il vituperio”, e via passando da Dante a Napoleone a Dumas, fin alla “non trovata”, shakespeariana isola “coronata di tempeste, dove a Calibano apparve Miranda” (qui Gadda pare prefigurare Fuori dalle mappe di Alastair Bonnet, il recentissimo divertente catalogo di luoghi non censiti neanche da Google, per viaggiatori snob).

In realtà Gadda rientrava in un’ulteriore schiera di viaggiatori: i freudiani. I due anni di lavoro in Argentina, intrapresi nel “sogno di evadere l’educativo manicomio” (la mamma), finirono in due novellette, dove è questione soprattutto del rosone della doccia (“costellazione benigna”, nel caldo feroce) e della lingua del proprietario dell'”halgodonera (azienda di cotone) più grande del Chaco”: un italiano che si muove a cavallo come un gringo, e sempre con la pistola, “y si non bastara, cuchillo” – e parla in un “pasticcio” di sua invenzione: “Come el perro mi vine incontro, entonce ho montado sopra la vereda” (quando quel cane mi venne incontro, subito salii sul marciapiede).  In quel vuoto, “non c’è virtù né non virtù”.

Astutamente, l’Argentina però resuscita nella Cognizione del dolore, dove Gadda deve parlare della mamma e della sua odiata villa in Brianza: tutto lo gnòmmero (il nodo) di Gonzalo (sé medesimo) messo a distanza di sicurezza dall’ambientazione andina – duecento termini sono puro spagnolo.

 

PER CHI VOLESSE SEGNALO QUESTO LINK :

 

 

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L’Argentina di Gadda fra biografia e straniamento

Maria Antonietta Grignani

UNIVERSITA’ DI SIENA

 

https://www.gadda.ed.ac.uk/Pages/journal/issue0/articles/grignaniargentina.php

 

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