IL FATTO QUOTIDIANO DEL 10 GENNAIO 2021
Recovery, martedì si vota il piano. Con o senza le ministre renziane
Tavolo per il patto – Il Pd prova ad offrire a Italia Viva garanzie sull’accordo complessivo per convincerla a fermarsi
di Luca De Carolis e Wanda Marra | 10 GENNAIO 2021
C’è tempo fino a martedì per capire se il governo giallorosa con questo premier e questa maggioranza andrà avanti. Cioè fino al Consiglio dei ministri che dovrà approvare il Recovery Plan. Ma di certo Giuseppe Conte ha già deciso. Di dimettersi per dare vita al Conte ter, come vorrebbe Matteo Renzi, non vuole saperne: perché non si fida del fu rottamatore, e non troppo neppure del Pd. La linea quindi è quella di approvare il Recovery martedì a maggioranza, anche senza le ministre di Iv. E poi di andare in Parlamento e verificare in Aula se i voti sul suo governo ci sono ancora.
Nell’attesa è disposto a concedere qualcosa a Renzi, ritoccando la squadra. Ossia allo spacchettamento del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con una delega che rimarrebbe a Paola De Micheli e l’altra che andrebbe a Maria Elena Boschi. E pare pronto anche a lasciare la delega ai servizi segreti a Luciana Lamorgese, stimata anche dal Quirinale. Così al Viminale potrebbe andare il dem Lorenzo Guerini, che lascerebbe la Difesa, altro ministero nel mirino di Iv. Ma di più Conte non vuole cedere, anche perché il M5S ha ribadito di non voler cambiare i propri ministri. “Non reggeremmo” spiegano dai piani alti. Basta leggere il post di Conte su Facebook, nel quale rilancia il patto di legislatura, per capire: “Sto ricevendo molti inviti, anche autorevoli, ad essere paziente. Ma io non sono affatto paziente. Al contrario sono impaziente perché il Paese sta soffrendo”. Per i 5Stelle è intoccabile, come ripete Francesco Silvestri: “Qualcuno vorrebbe farlo fuori con giochi di palazzo, ma non accadrà”. Il piano di Conte però potrebbe infrangersi contro Renzi, che continua a dire di essere pronto a rompere. Il ritiro della delegazione al governo, minacciato da un mese, è di nuovo annunciato per domani, se non addirittura per oggi. E ieri sera ha visto i suoi parlamentari su Zoom. Non è facile tenere sulla sua linea non solo i gruppi, ma anche i big, visto che Boschi e Ettore Rosato puntano al governo. Pd e M5S si mostrano uniti, ma crescono i piani B e C, se il premier non dovesse garantire la durata della legislatura: dalla ricerca di un altro premier politico all’eventualità di un governo istituzionale. Il Colle non vede di buon occhio la conta in Aula e neanche l’idea di una maggioranza aggrappata ai Responsabili. E continua a parlare con Conte e Renzi per portarli a un accordo. Mentre i dem, da Zingaretti a Delrio, continuano a mediare. A dare la linea è il capo delegazione, Dario Franceschini: “Bastano un po’ di buonsenso e di buona volontà per evitare una crisi in piena pandemia. Martedì mandiamo il Recovery in Parlamento e avviamo subito un confronto per un patto di legislatura”.
Il Nazareno sta cercando di convincere Conte a impostare contestualmente al Recovery quell’accordo complessivo per frenare Renzi. Ma il rimpasto deve essere sostanzioso. Mentre qualcuno nel partito lavora ancora per portare dentro Renzi.
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Non riesco a pensare ad una via d’uscita da questa crisi creata e voluta da Italia Viva per ragioni che considero francamente oscure. Se è vero che in genere la migliore difesa è l’attacco, forse Conte dovrebbe andare in Parlamento e attaccare Renzi in quella sede, la più legittima, come già fece con Salvini.