IL FATTO QUOTIDIANO DEL 6 GENNAIO 2021 –::: Renzi non ritira le ministre e chiede l’assist alla Meloni

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 6 GENNAIO 2021 —

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/06/renzi-non-ritira-le-ministre-e-chiede-lassist-alla-meloni/6056685/

 

 

Renzi non ritira le ministre e chiede l’assist alla MeloniRenzi non ritira le ministre e chiede l’assist alla Meloni

I nomi – Tre caselle nel mirino di Matteo

di Wanda Marra | 6 GENNAIO 2021

Le deleghe di Teresa Bellanova (ministro dell’Agricoltura) ed Elena Bonetti (Famiglia), insieme a quella di Ivan Scalfarotto (sottosegretario agli Esteri) sono lì, pronte a essere ritirate da Matteo Renzi. Ma l’ora X della mossa che scatenerebbe ufficialmente la crisi di governo non è ancora scattata. Non dovrebbe essere oggi e neanche domani, nonostante fosse questa la deadline fatta trapelare dal leader di Iv. Renzi aspetta risposte dal premier, ne vuole le dimissioni come condizione per il Conte-ter, anche se si dice convinto ormai che il premier voglia lo showdown. Sdegnato, porta come prova il fatto che da Palazzo Chigi avrebbero cercato due senatori renziani. Nei colloqui privati sostiene che il Conte-ter è tramontato e fornisce le sue alternative: Draghi, Cartabia, Franceschini. Nel frattempo continua a dialogare con il centrodestra. Perché poi, riuscendoci, il suo vero obiettivo resta quello di defenestrare il premier una volta per tutte.

La realtà è che c’è lo stallo, perché nessun piano B è davvero pronto. Persino nelle trattative sull’entità del Conte-ter (tradotto: quali e quante caselle saltano).

Raccontano che il leader di Iv abbia smesso di fare nomi e anche richieste. Ma anche che dall’inizio ha esplicitamente messo nel mirino tre esponenti del governo: Peppe Provenzano, ministro del Mezzogiorno, reo di averlo attaccato frontalmente più volte. Ma soprattutto i “traditori”: Lorenzo Guerini (Difesa) che ai tempi d’oro era il suo “Arnaldo”, braccio destro nelle trattative politiche delicate, ma che ora ha consolidato nel Pd una corrente forte come Base Riformista e Alessia Morani, sottosegretario allo Sviluppo economico, anche lei un tempo tra le vicinissime. La casella di Guerini, però, gli interessa anche perché vuole per la delegazione di Iv un dicastero internazionale.

Se i ritocchi alla fine dovessero essere minimi, Renzi sostituirebbe le sue due ministre con Maria Elena Boschi e Ettore Rosato. In questa ipotesi (allo stato minoritaria, ma che piace al Pd di Zingaretti) più che un rimpasto vero e proprio entrerebbero due figure nuove: un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con la delega ai Servizi segreti e uno per la gestione del Recovery Fund. Per la prima, Conte pensa a Roberto Chieppa, segretario federale della Presidenza del Consiglio. Ma dal Pd fanno il nome di Luciana Lamorgese. Cosa che porterebbe Guerini al Viminale e a quel punto magari la Boschi alla Difesa. Il posto di sottosegretario al Recovery da tempo viene attribuito ad Andrea Orlando. In bilico, comunque, resta tutta la compagine femminile del governo: Paola De Micheli (il Mit è un altro ministero attenzionato dai renziani), Nunzia Catalfo (Lavoro), pronta a essere sostituita da Laura Castelli, ma pure Lucia Azzolina (Scuola) e Fabiana Dadone (Digitale), vittime delle faide interne al M5S.

Resta però sul tavolo il Conte-ter, con i leader politici dentro. E magari con i vicepremier, anche se Conte non li vuole. Per il Pd toccherebbe a Orlando, visto che Zingaretti resiste. E a quel punto potrebbe entrare anche Renzi. Magari alla Difesa. O meglio agli Esteri, forse la vera condizione per tenere in vita questa maggioranza, anticamera del posto da sottosegretario della Nato.

I sospetti sul vero gioco del leader di Iv aumentano. Ieri avrebbe preso contatti con qualche senatore di Fratelli d’Italia, invitandoli a presentare la mozione di sfiducia e promettendo di uscire dall’aula in caso di voto. Le manovre per affondare Conte si moltiplicano.

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *