White Christmas — Caetano Veloso e Zeca Veloso, il figlio – + altre –lista dei brani sotto

 

 

 

 

 

 Mix- Caetano Veloso e Zeca Veloso – White Christmas #LivedoCaetanodeNatal

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Caetano Veloso e Zeca Veloso – White Christmas #LivedoCaetanodeNatal

Caetano Veloso

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Caetano Veloso – Chega de Saudade (Ao Vivo)

Caetano Veloso

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Chico Buarque – “O Meu Amor / Teresinha” (Ao Vivo) – Na Carreira

Biscoito Fino

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Terra – Caetano Veloso (LIVE de Natal, 2020)

Barato Total

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GILSONS e FLOR GIL | ANDAR COM FÉ [Hering – Campanha de Natal 2020]

Gilberto Gil

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Caetano Veloso – Cajuina

Caetano Veloso

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Chico Buarque – Se Eu Soubesse (DVD “Na Carreira”)

Biscoito Fino

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Caetano Veloso, Moreno Veloso – Deusa Do Amor (Ao Vivo)

Caetano Veloso

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Caetano Veloso, Moreno Veloso, Zeca Veloso – Força Estranha (Ao Vivo) ft. Tom Veloso

Caetano Veloso

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Caetano Veloso, Moreno Veloso – O Leãozinho (Ao Vivo)

Caetano Veloso

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Caetano Veloso – Reconvexo

Caetano Veloso

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Caetano Veloso – Oração Ao Tempo (Ao Vivo)

Caetano Veloso

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Caetano Veloso, Gilberto Gil – Drão (Vídeo Ao Vivo)

CaetanoeGilVEVO

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Chico Buarque – De Volta ao Samba (DVD “Na Carreira”)

Biscoito Fino

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Caetano Veloso, Gilberto Gil – Esotérico (Vídeo Ao Vivo)

CaetanoeGilVEVO

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5 a seco – pra você dar o nome [OFICIAL]

5 a seco

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Garota de Ipanema – Tom Jobim

Agozarlatino

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Roberta Sá, António Zambujo e Yamandú Costa | “Eu Já Não Sei”

Roberta Sá Oficial

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Nando Reis – All Star (Clipe Oficial)

Nando Reis

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Chico Buarque – “Futuros Amantes” (Ao Vivo) – Carioca ao Vivo

Biscoito Fino

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Caetano Veloso – Um Comunista

Caetano Veloso

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Caetano Veloso, Gilberto Gil – Sampa (Vídeo Ao Vivo)

CaetanoeGilVEVO

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Avarandado | Gal Costa e Rodrigo Amarante

Biscoito Fino

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João Gilberto & Caetano Veloso – Desafinado

charlesDDD1947

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Maria Bethânia, Zeca Pagodinho – Sonho Meu

Zeca Pagodinho

Nanan – Casa da floresta

Gus Benke

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Chega de Saudade João G

 

 

 

 

LA STAMPA, 2 AGOSTO 2018

https://www.lastampa.it/spettacoli/musica/2018/08/02/news/caetano-veloso-quando-la-musica-e-un-affare-di-famiglia-1.34036194#:~:text=Ha%20avuto%20due%20mogli.,hanno%20avuto%20Zeca%20e%20Tom.

 

 

Caetano Veloso, quando la musica è un

affare di famiglia

Il racconto di Carlo Massarini. Sette serate musicali a luglio: ecco la quarta puntata

 

 

Caetano Veloso, quando la musica è un affare di famiglia

 

 

 

Non capita spesso una settimana così. Ma se c’è un momento in cui può accadere, può essere solo di luglio. Prima e dopo, qualche concerto qui e là. A luglio no, ogni sera, in parecchie città italiane, ce ne stanno uno, due, anche tre, coll’immancabile DJ set. Se poi cambi città, vuoi vincere facile. La cosa straordinaria di questa avventura che ha dello psichedelico, Carlo caduto nel Paese delle Meraviglie, è che sono tutti diversi. Il che ci fa capire quanta diversità c’è nella musica, quale bellezza è poter cambiare continuamente ascolto, quanti filoni uno può percorrere e trovare cose che alla radio o tv oggi non sanno nemmeno cosa sono. La lettura sarà lunga, lo so. Ma io vi racconto di sette notti, e voi volete sapere tutto in un attimo? Le foto? È una scaletta di un programma, dai. Mettetevi comodi e fatevi portare.

Giorno 1 – Little Steven a Villa Ada: il miglior concerto dell’estate

Giorno 2 – Dobet Gnahoré, dire Africa è poco

Giorno 3 – David Byrne, se c’è un artista imperdibile è lui

Giorno 4 – Caetano Veloso ‘Ofertorio’ – Auditorium Parco della Musica, Roma

 

Non capita spesso di vedere un ‘concerto di famiglia’ del genere. Del resto, non tutti hanno una famiglia come quella di Caetano Veloso. Anche stasera è una questione di royalty. Caetano è uno dei grandi cantautori (ma anche regista, poeta, e soprattutto attivista politico) dei nostri tempi. In Brasile il suo status è come quello di Paul McCartney o di Dylan in terre anglo-sassoni. La sua discografia è vastissima, ma soprattutto è stato là dove contava: nel primo Movimento Tropicalismo e il relativo Lp ‘Tropicalia: ou Panis et Circencis’ condiviso con gli altri ( Gilberto Gil, Gal Costa, Tom Zè, Os Mutantes) che hanno rifondato la Musica Popolare Brasiliana (bissato 25 anni dopo nel 1993 da un ‘Tropicalia 2’); I suoi testi socialmente consapevoli gli hanno procurato un esilio a Londra da parte della dittatura dell’epoca, è stato presente in tutti gli sviluppi da 40 anni a questa parte della musica brasiliana. Ha scritto colonne sonore per Antonioni e Almodovar, dedicato album a ‘Federico e Giulietta’, è stato adottato dal pubblico italiano come fosse uno dei nostri. E lui ci ha sempre ricambiato, anche musicalmente, a partire da quella toccante interpretazione di ‘Luna Rossa’.

Caetano si va a vedere sempre, per il suo fascino e quell’aura quasi mistica che gli si riconosce, ma anche perché ogni volta si presenta diverso: una volta da solo, una volta con il compagno-di-sempre Gilberto Gil (esiliati insieme nel ’69, e ancora fratelli di musica e di vita), una volta con una band di ragazzi, da cui in certi momenti una sorta di folk-punk (senza esagerare) per dare ai suoi pezzi così soft un taglio quasi muscolare. I suoi show con Maria Gadù anche se non li abbiamo visti sono su cd e dvd, è un riconoscimento di una delle voci nuove della MPB, il pop (d’autore, quasi sempre) del Brasile. Insomma, Caetano non è uno che sta fermo, che si ripete.

 

 

 

Caetano Veloso, quando la musica è un affare di famiglia

 

 

Si va anche questa volta, quindi, anche perché Caetano compie in questi giorni I suoi 75 anni (portati non bene, di più) e, non sia mai, ci sia una qualche celebrazione in atto. In un certo senso c’è, sembra che il regalo Caetano se lo sia fatto da solo e in anticipo, chissà se era il suo sogno, e da quanti anni: quello di portare in scena non sé stesso e le sue canzoni, ma i suoi tre figli e le canzoni scritte da ognuno di loro, da soli o insieme, oltre a qualcuna scritta con papà. Il quale, rispettando il concept, ha portato solo canzoni ‘in e di famiglia’. Caetano è bahiano, ovvero di un paese vicino a Salvator de Bahia, la città del Nord-Est totalmente impregnata di cultura nera, magia, ritmi ancestrali. Ha avuto due mogli. La prima, bahiana, Andrea, gli ha dato Moreno, 45 anni. Con Paula, la seconda, una carioca (abitante di Rio De Janeiro) hanno avuto Zeca e Tom. Si è separato da entrambe le mogli, ma c’è buon rapporto, i figli adesso hanno 45, 26 e 21 anni. Al collega della Stampa Piero Negri ha raccontato:

 

«Ho sentito un improvviso desiderio di paternità quando ho capito che sarei tornato a casa dopo l’esilio, nel 1972. La prigione e l’esilio mi avevano depresso, di colpo cominciai a sentire il bisogno fisico di avere un figlio. Dicono che capiti solo alle donne, nel mio caso fui io a cercare di convincere mia moglie. Ci riuscii solo quando tornammo in Brasile, anzi, a Bahia. Per me tutto cambiò: diventare padre è stata l’esperienza più importante della mia vita adulta. Ed è la ragione per cui ora suoniamo insieme. Quando erano piccoli, li mettevo a letto cantando. Non Tom, che non voleva sentire la mia voce ed è cresciuto pensando solo al calcio, e ora è il più dotato musicalmente di tutta la famiglia. Moreno ha sempre amato la musica, si è laureato in Fisica, poi ha messo insieme una band, Moreno+2. Zeca faceva il dj, un paio d’anni fa ha iniziato a scrivere canzoni misteriose e meravigliose. È il più responsabile del gruppo». Ovviamente, i gusti musicali sono diversi: “In quattro rappresentiamo tre generazioni. Zeca e Tom sono cresciuti con Michael Jackson e Kanye West, che per me e Moreno sono novità. Però tutti amiamo João Gilberto, i Beatles, Bola de Nieve e Ella Fitzgerald”.

 

 

 

Caetano Veloso, quando la musica è un affare di famiglia

 

 

 

È chiaro, come dicevo all’inizio, che non tutti hanno una famiglia come questa. Hanno un DNA avvitato intorno alla musica, e nello show ognuno ha il suo spazio, le sue parti soliste, tutti interagiscono e suonano per gli altri. Quattro sedie in una scena essenziale, pensata da un artista amico di Caetano a cui dedica un pensiero, dato che è morto pochi giorni prima. Solamente una corda intrecciata e un sole alle spalle i cui colori, come quelli del fondale, mutano da giorno a notte. Il concerto si chiama Ofertorio, ed è la canzone che Caetano ha composto all’interno della Messa per la madre quando è morta. Ulteriore element che rende il tutto una cosa decisamente ‘di famiglia’, è tangibile il desiderio di raccontarsi attraverso le generazioni precedenti e successive a lui.

 

Si apre con una canzone di papà, Alegria Alegria, una delle prime, addirittura 1967, una sorta di spensierata dichiarazione di individualità e libertà.

 

“Nessun fazzoletto, nessun documento/

Niente in tasca o nelle mani/Voglio continuare a vivere, amore mio /Io vado”.

 

Si parte da lontano, quindi, e anche questo è simbolico.

Subito dopo, O Seu Amor, una canzone dell’amico Gilberto, come la scritta su un poster da appendere in stanza, la foto può essere di una donna, o di una famiglia:

 

“Il tuo amore / Amalo e lascialo libero di amare/…. Amalo e lascialo andare dove vuole…lascia che suoni…che corra… che dorma in pace/ Il tuo amore lascia che sia quello che è”.

 

Caetano Veloso, quando la musica è un affare di famiglia

 

 

La terza, Boas Vindas, benvenuto, è l’affresco di una grande famiglia, unita, intrecciata indissolubilmente:

“Tua madre e io/Tuo fratello e io/E la madre di tuo fratello/I miei fratelli e io/ Io e mia madre/ E i genitori di tua madre /E la sorella di tua madre…”.

 

Dopo aver chiarito che il nido di arrivo è caldo, pronto, c’è un’introduzione alla vita (e che vita):

 

“Ti diamo il benvenuto/ Benvenuto, benvenuto/ Vieni e conosci la vita/ Dico che è sexy/ C’è il sole e c’è la luna/ …C’è notte e giorno/ C’è poesia e c’è prosa…”

 

Settata la bussola su famiglia, libertà e amore, la famiglia Veloso si canta (e si racconta) attraverso una ventina di canzoni, tutte sotto i tre minuti, tutte acustiche, delicate, sospese in quella dimensione morbidissima fra sogno e realtà che è la cifra della musica brasiliana più evocativa.

Sono canzoni semplici, suonate acustiche, appena un filo di percussioni (tipo il piatto e posata che Moreno ha portato dalla cucina), o una linea di basso o di tastiera ad accompagnare. Non sono certo canzoni da urlare, sono acquerelli di sentimenti, o di intimità, nella loro semplicità brillano come piccolo gemme preziose. Le armonie vocali intorno a chi sta cantando sono angeliche, sembrano I Beach Boys. Si parla di sole e di pioggia, di pance di ragazze che sorridono e di samba (Um Passo À Frente), di polvere sulla strada e di immensità del cielo (Ela E Eu), di fiumi che si incontrano e di sorrisi (Um So Lugar), di pazienza e di saper coltivare il seme dell’amore (Tà Escrito).

Come tutti i paesi del Sud del mondo, la natura è presente, dentro e fuori di metafora, con la sua presenza, i suoi colori.

 

Caetano Veloso, quando la musica è un affare di famiglia

 

 

C’è molta rilassatezza, fors’anche troppa, ma è chiaro che il biglietto è per una serata a Casa Veloso, e l’atmosfera è quella. Gli scambi di sguardi, anche di presa in giro dei bahiani quando Caetano parla di Zeca, l’unico carioca, sono divertenti, solo la superficie di storie familiari che chissà quanto vissuto hanno dietro.

 

Papà racconta di sè, di loro, della loro riservatezza (Zeca), del loro talento (Tom, il cucciolo, gran fico), del talento versatile di Moreno, compostissimo, che comunque un paio di smorfie di presa in giro di papà le lancia pure lui (sapete, tipo ‘quando Moreno era piccolo’…’si vabbè’).

 

Quando Caetano invita con qualche passo di samba (applausone) i figli a ballare, Moreno e Tom vanno alla grande, molto cool, Zeca si schermisce e torna nel suo angolo. Non ci sono le perle del canzoniere di papà, e anche quando annuncia un classico come ‘Um Canto De Afoxé Para O Bloco Do Ilê’, scopri che il testo è stato scritto da Moreno quando aveva nove anni:

 

“Ilê aiê, quanto sei bello /Ilê aiê, che bella bellezza avere/ Ilê aiê, la tua bellezza si trasforma in te / Ilê aiê, che modo di vivere più felice…”, ed è vero, il coretto Ile Ayè (un’invocazione Yoruba, ‘la casa del mondo’) è una cosa da bimbi dell’asilo.

 

Si chiude tante canzoni dopo, sorrisi sul volto di tutti, anche dei non-brasiliani che le parole le hanno solo intuite, la solita corsa verso il palco sui bis per stare più vicini, e Caetano che sigilla con un inchino plastico e un abbraccio a quattro. Potrebbe essere un serial, Casa Veloso, chissà quante storie di vita verrebbero fuori dalla famiglia di questo artista ricco di dolcezza, di umanità, di rispetto, di pensieri. Di arte, e di gran classe.

Alegria la scrisse che era un ragazzo con un cespuglio di capelli neri e un mondo da conquistare. Ora ha un’aria da professore in pensione, con quegli occhiali tondi e i capelli corti e imbiancati. Il mondo, a modo suo, l’ha conosciuto e si è fatto conoscere e ammirare e amare:

 

“…Ho visto molti peli bianchi sulla fronte dell’artista

Il tempo non si ferma e tuttavia non invecchia mai

Lui che conosce il gioco, il fuoco delle cose che sono

È il sole, è il tempo, è la strada, è il piede e il terreno…”

 

(Força Estranha, Una Strana Forza)

 

4. continua (venerdì 3 agosto la quinta puntata)

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