ABBIAMO DATO UN’OCCHIATA AL BOSCO MILLENARIO– RISERVA INTERGRALE — DI SASSO FRATINO IN EMILIA ROMAGNA, PATRIMONIO UNESCO DAL 2017 — 2 VIDEO, ALL’INIZIO E ALLA FINE

 

 

VIDEO REPUBBLICA :: durata : 2.15

https://video.repubblica.it/green-and-blue/lo-bellezza-di-sasso-fratino-riserva-patrimonio-unesco-ma-ne-servono-altre/292101/292711

 

 

 

 

La Riserva Integrale di Sasso Fratino | Parco Nazionale Foreste Casentinesi

 

La riserva naturale integrale di Sasso Fratino, nel cuore del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, è la prima riserva naturale integrale in Italia, istituita nel 1959 ed estesa per 764,25 ettari di superficie sul versante forlivese e cesenate del crinale appenninico, ricompreso nei comuni di Bagno di Romagna e Santa Sofia in Provincia di Forlì-Cesena.

 

 

Sasso Fratino: verso la candidatura Unesco | Parco Nazionale Foreste Casentinesi

 

Il 7 luglio 2017 a Cracovia la Commissione UNESCO l’ha inserita nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità tra le faggete vetuste europee all’interno del sito seriale Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa

 

 

 

Sasso Fratino | Parco Nazionale Foreste Casentinesi

 

Grazie alla presenza di aspri pendii rocciosi e la mancanza di vie di accesso questo luogo è stato privo di colonizzazione umana e questa foresta quindi ha conservato integralmente tutto il suo naturale sviluppo.

La riserva naturale integrale di Sasso Fratino, considerata “foresta vetusta”, cioè dove gli alberi nascono, crescono, invecchiano e cadono seguendo le leggi della natura, senza alcun intervento umano, a Sasso Fratino i faggi presenti possono superare i cinque secoli di età, rappresentando quindi una sorta di ‘capsula del tempo’.  Questo fa rientrare Sasso Fratino nella classifica delle dieci foreste più antiche dell’emisfero nord. Per gli studiosi Sasso Fratino ha costituito un laboratorio naturale dove apprendere il funzionamento degli ecosistemi e sviluppare strategie per la conservazione della biodiversità..

 

 

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A Sasso Fratino nessun escursionista può mettere piede. Infatti l’area è inaccessibile ed è severamente vietato entrare: il luogo è costantemente sorvegliato dalla guardia forestale.

 

 

Le foreste casentinesi “patrimonio dell'umanità” si presentano a Bologna / Valle Savio / Home - Corriere Cesenate

 

 

Per quanto riguarda l’area corrispondente all’attuale riserva, occorre far notare che gli interventi antropici furono sempre molto più limitati rispetto alle altre zone delle Foreste Casentinesi. Le prime notizie sulla gestione statale risalgono al 1915: secondo la ‘‘Relazione sull’Azienda del Demanio Forestale dello Stato‘’ (Relazione Sansone) l’area corrispondente all’attuale riserva ‘‘è stata sempre utilizzata pochissimo: in qualche punto si potrebbe dire che non è stata utilizzata mai’’. Mancano poi notizie fino al periodo 1934-1943, per il quale il piano di gestione prevedeva tagli nel nucleo centrale della riserva (particelle 4-5-6) che però non furono mai eseguiti. Al periodo 1943-1952 risalgono ingenti tagli nella parte occidentale della riserva, che hanno lasciato notevoli segni nella struttura del soprassuolo, tracce di teleferiche e carbonaie. Il piano per il decennio 1953-1962 prevedeva dei tagli solo in parte eseguiti. Fuori del nucleo centrale furono comunque eseguite prudenti utilizzazioni fino agli anni ‘60. Sicuramente vi furono tagli ingenti durante i periodi bellici, ma non esiste documentazione al riguardo.

 

 

 

Sasso Fratino e le faggete vetuste - YouTube

 

 

Nel 1959 prima in Italia, grazie anche all’impegno dell’allora Amministratore delle Foreste Demaniali Casentinesi Dott. Fabio Clauser (Corpo Forestale dello Stato) e del Prof. Mario Pavan (Università di Pavia), viene istituita la Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino su un’area di 113 ha sul versante nord-est di Poggio Scali; successivamente venne estesa a più riprese su proposta dell’allora Amministratore delle Foreste Demaniali Prof. Michele Padula (1971 : 110 ha, 1972: 261 ha, 1980: 551 ha,) fino agli attuali 764,25 ha. D.M. 15 aprile 1983 (G.U. n° 172 del 24 giugno 1983).

 

 

 

Sasso Fratino patrimonio dell'Unesco: premiato, a Roma, il Parco Nazionale delle foreste casentinesi (fotogallery) | Casentino Più

 

 

 

 

 

 

Il parco nazionale delle Foreste casentinesi “Patrimonio dell'Umanità” Unesco (fotogallery) | Casentino Più

 

 

 

Il nucleo della Riserva, compreso tra Poggio Scali (1520 m) e Quota 900, è caratterizzato da boschi misti di faggio e abete bianco. Altre latifoglie come l’acero montano, l’acero riccio, l’olmo montano, il tiglio nostrano, il frassino maggiore e conifere come il tasso, partecipano alla copertura. Sopra i 1300 m. la foresta è una faggeta pressoché pura. Sotto gli 800 m. al bosco misto faggio abete, partecipano latifoglie quali il cerro, il rovere, la roverella, l’acer opalus, l’acero campestre, il sorbo ciavardello, il carpino nero, il carpino bianco, l’orniello e il nocciolo. Il faggio è la specie dominante in tutta l’area. Il legno morto di questi alberi svolge un’importante funzione sotto il profilo della biodiversità, in quanto permette l’attivazione di catene alimentari assenti nei boschi coltivati, legate alla presenza di microrganismi, funghi, insetti e uccelli.

 

 

Le meravigliose foreste vetuste del Parco delle Foreste Casentinesi|Trailer - YouTube

 

 

Cinque sono le specie di ungulati presenti all’interno della Riserva Integrale: tre Cervidi, il cervo europeo, il capriolo e il daino, un Suide, il cinghiale e un Bovide, il muflone.

 

 

Sasso Fratino

 

 

Queste specie, con proporzioni diverse, sono sottoposte alla predazione del lupo. Sia il lupo che gli ungulati, rappresentano una delle popolazioni numeriche più importanti di tutto l’Appennino. Per quanto riguarda i carnivori possiamo parlare solo al passato per quanto riguarda l’orso, estintosi nei primi decenni dell’Ottocento per colpa di una caccia spietata, ma di cui restano segni toponomastici in queste montagne (Siepe dell’Orso, Ca’ dell’Orso, ecc.) Tra i felidi è recente la conferma della presenza del gatto selvatico nel territorio delle Riserve e in quelli limitrofi. Dibattuta è la discussione sulla presenza della lince, in quanto storicamente non si riesce ad accertare fino a quando essa abbia occupato anche la dorsale appenninica settentrionale; sicuramente qualche individuo è stato presente nelle Riserve, ma la provenienza di questi animali è incerta.

 

 

Fortezze e faggeti, i due nuovi siti Unesco in Italia : Foto Dove Viaggi

 

Importante la presenza di micromammiferi (mammiferi non volatori il cui peso non supera il chilogrammo), importante fonte di cibo per numerose specie di predatori come donnole, faine, volpi, rapaci notturni e diurni.

 

Scoiattolo rosso, iniziate le attività di ripopolamento a Perugia | notizie.umbria.it

 

Ne sono state rinvenute 21 specie, tra cui 5 specie di toporagno, il moscardino, il ghiro, la crocidura, il riccio e lo scoiattolo rosso.

 

 

Alessandro Cappuccioni - Nature & Wildlife Photographer : Sasso Fratino

 

 

Le specie di chirotteri segnalate per il Parco Nazionale rappresentano il 72% di quelle segnalate in tutto il territorio toscano ed emiliano romagnolo. Il rapporto fra gli ecosistemi forestali e i pipistrelli è molto stretto e particolarmente significativo per la maggior parte delle specie, che frequentano gli ambienti boschivi sia come rifugio che come zona di caccia nei confronti degli insetti. Le più caratteristiche sono le nottole, il barbastrello, gli orecchioni, il rinolofo e il vespertillo.

 

 

Forestbeat | volpe-faggeta

 

 

La foresta presenta al suo interno elementi di “disordine” particolarmente apprezzati dalle specie ornitiche, quali lo sviluppo di un sottobosco vario, la presenza di alberi morti, di piccole interruzioni di copertura boschiva, di balzi rocciosi oltre a importanti variazioni di pendenza e radure e praterie montane nelle aree sommitali. Le specie di uccelli, oltre 50, che popolano quest’area sono prevalentemente quelle più legate all’ambiente boschivo. Si segnalano in particolare l’aquila reale, il gufo reale, il falco pellegrino, il gheppio, l’astore, lo sparviere e la poiana per quanto riguarda i rapaci; il picchio nero verde rosso muratore, il ciuffolotto, il codirosso, la ballerina, il pettirosso, il rampichino alpestre e molti altri.

 

 

Per Natale Sasso Fratino e le foreste Casentinesi protagoniste su Rai cultura / Valle Savio / Home - Corriere Cesenate

 

La Riserva ospita 5 specie di anfibi e 2 specie di rettili. Sasso Fratino rappresenta un fondamentale baluardo di naturalità per la Salamandra pezzata, il Geotritone italiano, la Salamandrina dagli occhiali, il Tritone oltre alla Rana. Tra i rettili si segnalano la vipera comune, la natrice dal collare, il biacco, l’orbettino, il colubro d’Esculapio e la lucertola muraiola.

 

 

Lo bellezza di Sasso Fratino, riserva patrimonio Unesco. Ma ne servono altre - la Repubblica

 

 

 

Grazie anche all’enorme mole di dati ricavabili nel “Repertorio sistematico topografico della Flora e della Fauna vivente e fossile della Romagna” di Pietro Zangheri la conoscenza degli invertebrati presenti a Sasso Fratino è piuttosto completa. In quest’opera gli Invertebrati citati per quest’area sono poco meno di 600 taxa, ripartiti in 3 phyla: Anellidi (4), Molluschi (8), e Antropodi (8 crostacei, 7 chilopodi, 4 diplopodi, 29 aracnidi e oltre 500 insetti; fra questi ultimi gli ordini maggiormente rappresentati sono i coleotteri, i ditteri, i lepidotteri e gli imenotteri

 

 

TESTO DA :

https://it.wikipedia.org/wiki/Riserva_naturale_Sasso_Fratino

 

 

 

SASSO FRATINO E LE FAGGETE VETUSTE — VIDEO: 15 minuti ca.

 

 

 

 

LE FAGGETE VETUSTE NEL CUORE DELL'ABRUZZO - Il Grande Sorpasso

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1 risposta a ABBIAMO DATO UN’OCCHIATA AL BOSCO MILLENARIO– RISERVA INTERGRALE — DI SASSO FRATINO IN EMILIA ROMAGNA, PATRIMONIO UNESCO DAL 2017 — 2 VIDEO, ALL’INIZIO E ALLA FINE

  1. Donatella scrive:

    Che belli questi alberi così anziani. Chissà quante cose potrebbero raccontarci. E tutte quelle specie di pipistrelli, con quei magnifici nomi!

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