ALESSANDRA ZINITI :: L’usura cresce del 6,5 per cento, 100.000 imprese italiane in crisi di liquidità esposte alle mire della criminalità –REPUBBLICA DEL 2 DICEMBRE 2020 

 

REPUBBLICA DEL 2 DICEMBRE 2020 

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L’usura cresce del 6,5 per cento, 100.000 imprese italiane in crisi di liquidità esposte alle mire della criminalità

di Alessandra Ziniti

 

 

Libera presenta il suo rapporto su “La tempesta perfetta. Le mani della criminalità organizzata sulla pandemia”. Don Ciotti:” Mafie e Covid sono fatti l’uno per l’altro

 

 

I casi di usura aumentati del 6,5 per cento, le prime 23 inchieste aperte da pm delle direzioni distrettuali antimafia e gli interventi dei prefetti con lo strumento di prevenzione dell’interdittiva antimafia al ritmo di 6 al giorno. Sono i numeri, raccolti dall’associazione Libera di Don Luigi Ciotti, che definiscono i contorni di quella che Libera definisce “La tempesta perfetta. Le mani della criminalità organizzata sulla pandemia” dal titolo del rapporto che ha preso in esame le ripercussioni sull’economia italiana del coronavirus.

Dal turismo e ristorazione, dal settore sanitario a quello dei rifiuti, dagli appalti e all’energia, fino alla grande finanza. “L’infezione sanitaria del virus affianca l’infezione finanziaria mafiosa. Senza dimenticare le opere di ristrutturazione ed ampliamento delle residenze sanitarie per anziani, che dovranno essere riorganizzate, con conseguenti appalti da assegnare e materiale sanitario da approvvigionare, potrebbero suscitare interesse da parte dei clan. L’emergenza in atto – è l’allarme lanciato da Libera – inaspettata e di enormi proporzioni, potrebbe determinare una crescita esponenziale dei profitti derivanti dal malaffare”

 

L’incremento di alcuni reati spia è rivelatore di quello che già sta accadendo.

Si registra un’impennata del numero di interdittive antimafia emesse dalle prefetture nei confronti di aziende controllate o condizionate dalle organizzazioni criminali.  Il ministero dell’Interno ne registra 1.637 (nello stesso periodo del 2019 erano state 1540) con un incremento del 6,3 per cento.

Gli aumenti maggiori si registrano in Campania che passa dalle 142 interdittive del 2019 alle 268 del 2020 (+229 per cento), segue Emilia Romagna con + 89 per cento.

Da segnalare le nuove entrate della Sardegna che passa da zero interdittive del 2019 alle otto del 2020, le Marche da zero del 2019 alle dieci del 2020.

Significativo il dato del Molise che passa dalle sei interdittive del 2019 alle 28 del 2020 (+366 per cento) e della Toscana con 26 interdittive nel 2020 erano dieci nel 2019 ( +160 per cento).

Mafie e Covid: fatti l’uno per l’altro. È quanto risulta da questo rapporto, una fotografia inquietante del grado dell’infezione mafiosa ai tempi del Covid.

Fotografia – commenta Luigi Ciotti, presidente di Libera – che si è potuta sviluppare grazie alla “camera” non oscura ma chiara, trasparente, luminosa della condivisione e della corresponsabilità. Vale a dire il “noi”. Come Libera ripete nel suo piccolo da venticinque anni: solo insieme ci possiamo salvare. Non solo dalle pandemie ma anche dalle mafie e dalle ingiustizie che le rendono possibili. Salvarci da una democrazia malata dove i diritti troppo spesso sono degradati a privilegi, salvarci dalla corruzione morale e materiale che ci toglie dignità, speranza e futuro.

 

Se è vero che mafiosi e corrotti approfittano da sempre delle sciagure sociali e naturali – pensiamo solo al malaffare fiorito attorno ai progetti di ricostruzione post-terremoto – è anche vero  che le conseguenze della pandemia rischiano di produrre danni permanenti e strutturali se non sarà realizzato quel cambiamento di paradigma politico-economico a cui sempre il Papa ci richiama con forza, nella consapevolezza che quello che ci governa – e dal quale ci lasciamo governare – è un «sistema ingiusto alla radice». Impegno a cui anche questo rapporto ci richiama con forza”.

Nel rapporto viene presentato uno studio dei ricercatori della Banca d’Italia che hanno analizzato l’impatto dello shock generato dal Covid sul fabbisogno di liquidità, la patrimonializzazione, la redditività e la struttura finanziaria di circa 730.000 società di capitali italiane.

Nel dettaglio -scrivono i ricercatori Banca d’Italia- in assenza delle misure di sostegno, la riduzione dei fatturati generati dall’emergenza Covid-19, avrebbe determinato un fabbisogno di liquidità di circa 48 mld di euro per 142.000 imprese (19 per cento del campione totale). Le misure di sostegno previste dal Governo hanno permesso a 42.000 delle 142.000 imprese di fronteggiare le loro esigenze di liquidità. Il fabbisogno di liquidità delle rimanenti 100.000 imprese ammonterebbe a circa 33 miliardi di euro.

 

Allarme anche per i cybercrimes: prendono di mira importanti aziende italiane, e dietro ci sono organizzazioni criminali sia italiane sia straniere. L’allarme viene confermato dalla forte crescita delle segnalazioni della Polizia postale: dall’1 gennaio al 29 ottobre sono stati rilevati 476 attacchi informatici contro i 105 del 2019

 

 

LINK PER CHI VOLESSE CONSULTARE IL DOCUMENTO DI LIBERA

https://www.libera.it/documenti/schede/la_tempesta_perfetta_web_chiuso3_12.pdf

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1 risposta a ALESSANDRA ZINITI :: L’usura cresce del 6,5 per cento, 100.000 imprese italiane in crisi di liquidità esposte alle mire della criminalità –REPUBBLICA DEL 2 DICEMBRE 2020 

  1. Donatella scrive:

    L’usura, l’approfittare della debolezza altrui per arricchirsi, è uno dei reati più ignobili perpetrati dagli esseri umani. E’ un modo di uccidere l’altro torturandolo fino alla fine inevitabile. Per questo, dato il momento particolarmente difficile per gli esercizi commerciali e per le piccole imprese, andrebbero rafforzate le forze dello Stato contro questo crimine.

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