ANSA.IT — 11 OTTOBRE 2020 – 13.06 :: VIDEO, 0.54 — Milano, 500 bauli in piazza Duomo per denunciare la crisi dello spettacolo. Fabio Pazzini . La protesta degli operatori duramente colpiti dagli effetti economici della pandemia

 

 

ANSA.VIDEO :: 0.54   minuti

 

Milano, 500 bauli in piazza Duomo per denunciare la crisi dello spettacolo

La protesta degli operatori duramente colpiti dagli effetti economici della pandemia

 

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ANSA.IT — 11 OTTOBRE 2020 – 13.06

https://www.ansa.it/lombardia/notizie/2020/10/10/bauli-in-piazza-a-milano-regole-chiare-per-ripartire_ef65d391-7c13-487d-99c9-bcf14cce2ca3.html

 

Bauli in piazza a Milano, ‘regole chiare per ripartire’

‘Abbiamo dimostrato alla politica che esiste un settore unito’

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal facchino all’imprenditore, 500 rappresentanti del mondo degli eventi sono scesi in piazza Duomo, a Milano, riempiendola di bauli, quegli stessi “flightcase” che ogni giorno accompagnano coloro che lavorano nel settore, divenuti negli ultimi mesi simbolo di una mobilitazione internazionale che oggi è arrivata anche in Italia.    Ad organizzare l’appuntamento ‘Bauli in piazza’, l’associazione culturale senza scopo di lucro Bip, di cui fa parte Fabio Pazzini, event manager e direttore di produzione:

“Come molti colleghi – racconta – sono fermo da febbraio, c’è qualcuno che lavoricchia, ma sono cose molto piccole perché in questo momento non c’è sostenibilità economica, tutti gli eventi estivi sono stati finanziati da enti pubblici, noi abbiamo riunito in piazza tutti i lavoratori e le rappresentanze delle imprese che lavorano nel settore, dai promoter di eventi e concerti ai service audio-luci perché è importante dimostrare alla politica che esiste un settore unito che chiede con un’unica voce una sola cosa: poter ripartire e guadagnarci da soli il pane quotidiano”.   

“Sono da rivedere – dice Pazzini – le regole in essere, è fondamentale che siano chiare e uniformi a livello nazionale, perché con regole lasche e lasciate all’arbitrio dei vari enti locali non ci può essere programmazione”.

E poi “vanno riviste le norme affinché ci permettano di rendere gli eventi redditizi”. 

 

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