TELEMACO SIGNORINI ( FIRENZE, 1835-1901 ), UN ESPONENTE IMPORTANTE DEI ” MACCHIAJUOLI ” E NEGLI ULTIMI QUADRI INDICA UN SUPERAMENTO DELLA PITTURA ” A MACCHIE ” VERSO UN REALISMO DI DENUNCIA SOCIALE

 

 

 

Imagedetails | Arte paesaggistica, Paesaggi, Dipinti contemporanei

 

Telemaco Signorini – Strada alla Capponcina ( Firenze ), Oil on card, 29 x 16,3 cm, 1880-1882

 

 

 

 

Alberto Pasini, Accampamento in Persia, 1855 - coll. privata - photo Antonio Quattrone

Telemaco Signorini, Uliveta a Settignano ( Firenze ), 1885 ca. – coll. privata

 

 

 

 

 

mostra telemaco signorini firenze

Telemaco Signorini – Un mattino di primavera- Il muro bianco. 1866

 

 

 

 

 

Telemaco Signorini Vinci, 1874 olio su tela, cm 30x4

Telemaco Signorini

Vinci,

1874

olio su tela,

cm 30×4

 

 

 

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Telemaco Signorini (Firenze, 18 agosto 1835 – Firenze, 10 febbraio 1901),  pittore e incisore italiano, nacque a Firenze, figlio di Giustina Santoni e Giovanni Signorini, stimato pittore al servizio del granduca di Toscana Leopoldo II.

Nel 1855 iniziò a partecipare ai festosi e turbolenti incontri del Caffè Michelangiolo, proprio nell’anno in cui Saverio Altamura sperimentava le novità della macchia.

Un viaggio molto importante per la sua arte fu quello che fece con Vincenzo Cabianca a La Spezia, dove visitò i borghi di Pitelli, San Terenzo, Vezzano Ligure, Lerici, Sarzana, Riomaggiore e la costa delle Cinque Terre nella prospettiva di dare un nuovo impulso alla propria pittura, dotandola di vigorosi contrasti tra le luci e le ombre in grado di definire la macchia di colore come l’elemento costitutivo dell’opera.

Lo stesso Signorini scrisse che: «Al mio ritorno in Firenze, ebbi i miei primi lavori rigettati dalla nostra Promotrice (Accademia di Belle Arti in Firenze) per eccessiva violenza di chiaroscuro e fui attaccato dai giornali come macchiajuolo».

Nel 1861, con Cabianca e Banti, Signorini si recò a Parigi, dove strinse amicizia con Jean-Baptiste Camille Corot e Constant Troyon si entusiasmò per il realismo di Courbet. Ritornato in Italia soggiornò per un breve periodo a Castiglioncello insieme ad altri macchiaioli per poi fondare col Lega e col Borrani la cosiddetta «scuola di Piagentina», dal nome della località fiorentina dove erano soliti dipingere all’aperto, prendendo ispirazione dalla natura e dalla sua poetica mutevolezza stagionale. Di questi anni sono le Pazze (1865) e il Novembre (1870).

Negli ultimi anni Signorini si recò assiduamente a Parigi, dove entrò in contatto con la pittura impressionista ed i suoi maggiori esponenti, quali Degas, Manet, e Monet, subendone un influsso del tutto particolare avvertibile in molte sue opere (come Porta Adriana a Ravenna e Pioggia d’estate a Settignano). Intanto continuò a viaggiare instancabilmente, recandosi anche nelle zone della Marna e della Senna nel 1873-1874, in Inghilterra e Scozia nel 1881, a Napoli nel 1870 e 1871, ma visitò ripetutamente anche Cenisio, l’Elba e soprattutto Riomaggiore, dove lavorò alacremente nella prospettiva di rinnovare la propria visione pittorica. Morì, infine, a Firenze il 10 febbraio 1901.

Via Torta, Firenze, 1870 circa

Un ritratto di “Mago Chiò”, 1888

Ferpint – Opera propria

Sulle colline a Settignano, 1885

 

 

TRE QUADRI IMPORTANTI NELLA SUA PRODUZIONE ::

 

 

Telemaco Signorini - La toeletta del mattino.jpg

Autore

Telemaco Signorini

Data 1898

Tecnica olio su tela

Dimensioni 120 cm×176 cm

Ubicazione  Collezione privata

La Toilette del mattino è uno degli ultimi quadri realizzati da Telemaco Signorini e raffigura il momento del risveglio in un bordello al centro di Firenze. Un’opera senz’altro impegnativa e di difficile comprensione, non solo per la dimensione del quadro, ma, soprattutto, per la scelta così voluta di mostrare un soggetto ritenuto difficile da accettare ancora in quegli anni.

Il quadro è uno splendido brano di lettura di pittura, forse il più complesso che Signorini abbia elaborato e con un soggetto innominabile per quegli anni.

La bellezza di questo quadro è dovuta alla capacità di Signorini di rappresentare con disinvoltura la scena, nel quale le ragazze compiono un gesto quotidiano, preparandosi e vestendosi dopo il risveglio mattutino.

Con questi temi Signorini si allontana dal tema dei paesaggi e si avvicina a una pittura più psicologica rivolta al ruolo dell’uomo all’interno della società come si osserva nella toilette del mattino, nel quadro Bagno penale a Portoferraio e nel quadro La sala delle agitate nell’ospizio di San Bonifacio. Signorini riesce a rappresentare una violenta realtà mai vista prima.

Sapendo dello scandalo che avrebbe provocato, Signorini non ebbe mai l’audacia di inviare il quadro a un’esposizione e lo tenne nascosto nel suo studio, ma dopo la morte questo opera divenne una delle sue opere più significative. La toilette del mattino insieme al dipinto La sala delle agitate nell’ospizio di San Bonifacio e al Bagno penale a Portoferraio costituiscono legittimamente un trittico naturalista-umanitario ( vedi al fondo )

Telemaco Signorini, La sala delle agitate al San Bonifazio in Firenze, 1865, 66x59cm.jpg

Telemaco Signorini, La sala delle agitate al San Bonifazio in Firenze, 1865, 66x59cm

 

 

 

 

Bagno penale a Portoferraio, 1890 ca.

Il trittico naturalista-umanitario, dedicato ai tre inferni della società d’allora : le carceri i manicomi e i bordelli ( ultimi tre quadri sopra )

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1 risposta a TELEMACO SIGNORINI ( FIRENZE, 1835-1901 ), UN ESPONENTE IMPORTANTE DEI ” MACCHIAJUOLI ” E NEGLI ULTIMI QUADRI INDICA UN SUPERAMENTO DELLA PITTURA ” A MACCHIE ” VERSO UN REALISMO DI DENUNCIA SOCIALE

  1. Donatella scrive:

    Trovo stupendi questi quadri.

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