FILM COMPLETO : IL CAMMINO DELLA SPERANZA DI PIETRO GERMI – 1950 — durata : 1.37.06 ++ UN LIBRO…

 

Il cammino della speranza (1950) | FilmTV.it

 

 

Il cammino della speranza è un film del 1950 diretto da Pietro Germi, tratto dal romanzo Cuore negli abissi di Nino Di Maria.

È stato presentato in concorso al Festival di Cannes 1951 e ha vinto l’Orso d’argento al Festival di Berlino.

 

IL CAMMINO DELLA SPERANZA – PIETRO GERMI (1950) | NonSoloProust

 

Soggetto  Federico Fellini, Pietro Germi, Tullio Pinelli, ispirato al romanzo Cuori negli abissi di Nino Di Maria

 

Scena del film "Il cammino della speranza" - Pietro Germi - 1950 ...

 

Sceneggiatura   Federico Fellini, Tullio Pinelli

 

Il cammino della speranza (1950) di Pietro Germi – Rive Gauche ...

 

Musiche Carlo Rustichelli e Franco Li Causi, dirette da Fernando Previtali

 

IL CAMMINO DELLA SPERANZA - Spietati - Recensioni e Novità sui Film

 

Interpreti e personaggi

  • Raf Vallone: Saro Cammarata
  • Elena Varzi: Barbara Spadaro
  • Saro Urzì: Ciccio Ingaggiatore
  • Franco Navarra: Vanni Barillà
  • Liliana Lattanzi: Rosa
  • Mirella Ciotti: Lorenza
  • Saro Arcidiacono: Carmelo Musco
  • Francesco Tomolillo: Misciu
  • Paolo Reale: Brasi
  • Giuseppe Priolo: Luca
  • Renato Terra: Mommino
  • Carmela Trovato: Cirmena
  • Angelo Grasso: Antonio Verdirami
  • Assunta Radico: Beatificata
  • Francesca Russella: nonna
  • Giuseppe Cibardo: Turi
  • Nicolò Gibilaro: nonno
  • Chicco Coluzzi: Buda Cammarata
  • Luciana Coluzzi: Michelina Cammarata
  • Angelina Scaldaferri: Diodata Cammarata

 

 

Trama

A causa della chiusura della solfara Ciavolotta nei pressi di Favara, un gruppo di minatori, guidati da Saro Cammarata, un giovane operaio vedovo e con tre bambini piccoli, tenta di occupare la miniera. Vista l’inutilità della lotta, risalgono in superficie e si affidano ad un personaggio, tale Ciccio Ingaggiatore, che si offre di condurli in Francia dove, secondo lui, c’è lavoro ben retribuito per tutti. Ma per le leggi del tempo questi spostamenti sono proibiti e quindi il gruppo dovrà muoversi nella illegalità. Poiché per il viaggio la loro guida pretende 20 000 lire a persona, molti sono costretti a vendere i mobili di casa o il corredo. La mattina della partenza due giovani, Luca e Rosa si sposano poco prima di salire sulla corriera che li porterà al treno. Tra i partenti c’è anche Barbara Spadaro, una giovane rifiutata da tutto il paese e dalla sua stessa famiglia in quanto ha una relazione con Vanni, un fuorilegge, il quale si aggrega successivamente al gruppo. Dopo aver attraversato lo stretto di Messina, gli emigranti giungono a Napoli, dove Ciccio si rivela un truffatore e cerca di abbandonarli. Scoperto da Barbara e da Vanni, l’uomo confessa che con la sorveglianza presente al confine, è impossibile che un gruppo così numeroso possa passare. Vanni allora decide che non dirà nulla agli altri, ma in cambio Ciccio dovrà portare lui e Barbara in Francia, dopo aver lasciato gli altri nella capitale. Ciccio dapprima sembra accettare, però quando arrivano a Roma denuncia Vanni alla polizia, ne segue una sparatoria tra il malvivente e le guardie, e nella confusione sia Ciccio che Vanni fuggono. Tutti gli altri sono arrestati dalla Polizia e ricevono il foglio di via obbligatorio che intima loro di tornare in Sicilia. Vanni, invece, riesce ad incontrare Barbara e si accorda con lei per rivedersi sul confine.

 

 

QUELLE STORIE diverse DI MIGRANTI - La Stampa

 

Ma gli emigranti decidono di non obbedire all’ordine di rientro: stracciano i fogli di via e proseguono il cammino da clandestini, utilizzando il passaggio di un camionista. Arrivano così in Emilia, dove incontrano un fattore, che offre loro un temporaneo lavoro retribuito nei campi, più cibo ed ospitalità. Ignorano che in realtà sono stati assunti solo perché è in corso uno sciopero dei lavoratori agricoli. Durante una manifestazione di questi ultimi, che li accusano di essere dei crumiri, scoppiano degli incidenti e la Polizia chiede al fattore di allontanarli. Durante gli scontri è rimasta ferita una delle figlie di Saro. Barbara, che già era partita per raggiungere Vanni, torna indietro per assistere la piccola, mossa anche da una crescente intesa con Saro, che l’ha sempre difesa contro l’ostracismo degli altri paesani. C’è bisogno di un medico, che però si trova nel paese presidiato dagli scioperanti. Con coraggio Barbara vi si reca nonostante il clima di forte tensione e, facendo appello al senso di umanità, riesce a convincere il capo degli scioperanti a condurre il medico al capezzale della bimba.

 

una parentesi ::

 

Il cammino della speranza, Sandro Rinauro. Giulio Einaudi Editore ...

 

Sandro Rinauro

Il cammino della speranza

L’emigrazione clandestina degli italiani nel secondo dopoguerra

Sandro Rinauro racconta una storia straordinaria e poco conosciuta. Quella che dopo la seconda Guerra mondiale vide muoversi verso l’estero molte migliaia di italiani. Donne, uomini e bambini in cerca di un futuro e di migliori condizioni di vita. Migranti clandestini che si spingevano oltre le Alpi, spesso a rischio della vita, e da lí finivano talvolta in luoghi improbabili come l’Indocina e l’Algeria in guerra. Perché anche prima della globalizzazione i paesi occidentali hanno avuto grande dimestichezza con l’immigrazione illegale. E gli italiani hanno detenuto a lungo il primato dell’esodo clandestino. Negli anni della ricostruzione europea una causa importante fu la contraddizione tra la tradizionale propensione italiana all’espatrio e lo scarso fabbisogno straniero di manodopera. Ma l’emigrazione illegale dilagò persino al principio del miracolo economico continentale, quando la domanda di braccia straniere divenne quasi incolmabile. L’ultima stagione dell’esodo degli italiani rivelò l’illusione del controllo totale dell’emigrazione e della sorveglianza dei confini nazionali, cosí come le restrizioni burocratiche furono spesso la causa prima dell’espatrio illegale.

Nel secondo dopoguerra il ritorno dell’Italia alla tradizionale libertà d’emigrazione, la ricostruzione economica europea e l’avvento in Occidente di democrazie piú compiute sembrarono promettere un’epoca di liberi flussi migratori. Nella realtà tutto andò diversamente: la necessità di lavoratori stranieri fu a lungo limitata e le politiche migratorie internazionali rimasero restrittive e inefficienti. Di conseguenza, in decenni in cui l’Italia era il principale serbatoio europeo di manodopera, l’espatrio illegale divenne un fenomeno vasto e diffuso in tutta la penisola. Solo una piccola porzione dei clandestini italiani era mossa da ragioni giudiziarie o politiche. La maggioranza era composta da lavoratori, uomini, donne e bambini che quasi in nulla si distinguevano dai connazionali piú fortunati che riuscivano ad emigrare nel rispetto della legge. Dopo avere attraversato i confini stranieri spesso al prezzo della vita, molti furono «sanati» ed equiparati agli immigrati regolari, ma quasi tutti vissero a lungo nell’illegalità sperimentando sfruttamento e precarietà. Molti si rassegnarono a rimpatriare rapidamente, mentre i piú sfortunati, in mancanza di meglio, finirono per arruolarsi nella Legione Straniera francese partecipando anche alle guerre d’Indocina e d’Algeria.

 

 

fine parentesi — riprende la trama del film :

 

A questo punto gli emigranti si dividono: alcuni, ormai demoralizzati, decidono di tornare in Sicilia, mentre gli altri proseguono, ritrovandosi a Noasca sul confine italo-francese, dove nel frattempo è arrivato anche Vanni. Decidono, con altri due clandestini, di tentare l’ingresso in Francia attraversando a piedi un valico reso difficile dalla neve. Mentre il gruppo si avvia, Vanni, geloso di Saro in quanto ha intuito la simpatia che ormai Barbara prova per lui, lo sfida a duello. Nello scontro rusticano con i coltelli Vanni viene ucciso.

Nel corso della traversata, il gruppo viene investito da una tormenta di neve, nel corso della quale uno di loro, il ragionier Carmelo, si smarrisce e muore assiderato. Gli altri riescono a salvarsi e ad arrivare finalmente al confine francese. Quando ormai sembrano salvi, vengono intercettati da due pattuglie di doganieri, una francese e l’altra italiana, che si muovono sugli sci, ai quali appare subito evidente che si tratta di clandestini. Ma gli agenti, commossi dalle condizioni di povertà e sofferenza degli emigranti, si inteneriscono al sorriso di uno dei bambini e li lasciano proseguire senza arrestarli.

 

 

CRITICA ::

 

 

Per il Dizionario Morandini «poteva essere, ma non è, il Paisà della disoccupazione postbellica perché è un compendio di temi melodrammatici più che neorealistici. Troppo colore e folklore e ridondanza, ma anche vigore, dolente visione del penare umano, sincerità nella rappresentazione di una povertà rabbiosa».

Più positivo il parere di M.G. su “La Stampa”“opera scabra e diseguale, potente ed incerta, ben degna comunque del regista de «In nome della legge», anche se siamo lontani da quella compatta e robusta sobrietà…film discutibile e nobilissimo, assolutamente lontano dalla produzione corrente”

Il film è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare. Oltre all’Orso d’argento al Festival di Berlino, ha anche ricevuto la menzione speciale del Festival di Karlovy Vary del 1951.

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1 risposta a FILM COMPLETO : IL CAMMINO DELLA SPERANZA DI PIETRO GERMI – 1950 — durata : 1.37.06 ++ UN LIBRO…

  1. Donatella scrive:

    Bisognerebbe ricordare quando eravamo noi i migranti.

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