Terra di nessuno.
L’incredibile storia di Moresnet, un luogo che non sarebbe dovuto esistere
Philip Dröge
Alla fine del Congresso di Vienna, nel 1815, una piccola porzione di territorio vicina a Aquisgrana scivola dimenticata – e indivisa – tra le mani dei rappresentanti degli Stati europei. Sia la Prussia sia i Paesi Bassi la rivendicano ma senza mai riuscire a trovare un’intesa. Prende forma così uno stranissimo accordo provvisorio che finirà per durare oltre cent’anni. Questa è la storia del Moresnet neutrale che conta una superficie di 3,4 chilometri quadrati e che resiste a ogni tentativo di spartizione e annessione. Allo stesso tempo non solo diventa un caso politico e di diritto internazionale ma anche fucina di fiorente economia, sperimentazioni filateliche e persino linguistiche, crocevia di fatti e costumi del XIX e XX secolo e anche eldorado per avventurieri, contrabbandieri, giocatori e sognatori di ogni genere. La storia politica, sociale e culturale dell’Europa è davvero indimenticabile se vista e raccontata dall’angolo visuale di Moresnet. Il tutto in un libro vivace, colto e divertente che è allo stesso tempo viaggio, omaggio, trattato di costume, reportage e saggio, racconto di un mondo scomparso, di una terra e di uomini che vivono letteralmente su quattro confini.
IL MANIFESTO — 7 GIUGNO 2020
https://ilmanifesto.it/moresnet/
ALIAS DOMENICA
IL MORESNET NEUTRALE :: DAL 1816 AL 1920 ( TRATTATO DI VERSAILLES )
Moresnet, un borgo tra Germania, Belgio, Olanda
Storia del Novecento. Philipp Dröge, «Terra di nessuno», da Keller
Cartolina raffigurante il punto di raccolta all’ingresso di Moresnet, con ufficiali di diversi eserciti, XIX secolo
Luca Scarlini
EDIZIONE DEL 07.06.2020
PUBBLICATO7.6.2020, 0:43
AGGIORNATO2.6.2020, 17:52
Gli ultimi anni hanno visto il diffondersi di pratiche artistiche e studi che concernono gli stati microscopici, nati nel corso di guerre e trattati, che per errori o incomprensioni della Storia, prosperano contro ogni logica (di questo tratta ampiamente il divertente Atlante delle micronazioni di Graziano Graziani, edito da Quodlibet nel 2015).
Atlante delle micronazioni
Graziano Graziani
Di motivi per fondare una nazione ce ne sono tantissimi: idealismo, goliardia, politica, persino l’evasione fiscale. Qui si raccontano i casi più strani e suggestivi di una pratica molto più diffusa di quanto ci si immagini, dichiarare l’indipendenza di una microscopica parte di territorio e proclamarsi re o presidente, almeno in casa propria. Pochi sanno, ad esempio, che oltre a San Marino e al Vaticano, esistono in Italia un paese e un’isoletta che vantano la sovranità assoluta sui propri territori, sulla base di diritti acquisiti prima dell’unità d’Italia; o che in Australia è stata fondata una nazione per tutelare i diritti degli omosessuali, mentre in Africa e in Sud America alcuni “stati inesistenti” hanno dichiarato l’indipendenza al solo scopo di emettere buoni del tesoro fittizi. Questo libro vuole essere un atlante di storie e personaggi, una geografia di luoghi a metà strada tra realtà e immaginazione e che spesso si dissolvono con la scomparsa del loro fondatore. Piccole epopee che, nel bene e nel male, portano al parossismo l’irriducibile voglia di indipendenza e autonomia dell’uomo.
Non per caso questi movimenti suscitano assai interesse in Italia, paese che accoglie la più potente nazione minima del mondo, ossia Città del Vaticano, che non raggiunge il chilometro di distanza.
Ora in questo filone Keller manda in libreria un volume ben scritto, e decisamente ricco di spunti sorprendenti dedicato alla vicenda paradossale di un borgo diviso tra Belgio, Germania e Olanda.
moresnet
Philipp Dröge in Terra di nessuno (nella vivace traduzione di Andrea Costa, pp. 285, € 17,50) narra brillantemente la storia di Moresnet, uno stato di poco più di tre chilometri, che fu per lungo tempo legato all’estrazione del minerale di calamina, da cui si ricavava lo zinco di migliore qualità in Europa.
La vicenda, che spesso ha dell’assurdo, prende il via al tempo di Napoleone, ed è sancita dagli accordi del Congresso di Vienna, quando i diplomatici dopo sfinenti riunioni lasciano insoluto il destino di un fazzoletto di terra, che è legato a una risorsa che offre grandi possibilità di arricchimento. Da subito si evidenzia che la soluzione trovata è foriera di disastri di ogni tipo, mentre le segreterie continuano a emettere dispacci per comprendere a quale paese i cittadini debbano pagare le tasse o esprimere la loro servitù militare.
Nell’incertezza il borgo aumenta per numero di abitanti, mentre la giurisprudenza che regge quella zona è sempre più sottoposta a revisioni interpretative radicali, a seconda che sia un giudice di Bruxelles o di Acquisgrana a emettere la sentenza, che spesso sarà in perfetta opposizione alla precedente. Il libro si inaugura su un dettaglio curioso della vita intima di Napoleone, che adorava una vasca di zinco, con un sistema che permetteva il continuo riscaldamento dell’acqua.
L’inventore di questo ingegnoso marchingegno, di cui l’Empereur era addirittura fanatico, si chiamava Jean-Jacques Daniel Dony.
Nella storia di Moresnet il suo nome è centrale per l’invenzione di un forno di nuova concezione che permetteva la trasformazione dello zinco in modo moderno e con risultati eccezionali. Come spesso accade, geniale, ma assai scarso dal lato pratico, ebbe disastri di ogni tipo, finché la sua città-stato cadde in mano di altri proprietari.
Da allora successe di tutto: dal diffondersi della produzione e del contrabbando dell’alcol, a quello del caffè verso la Germania distrutta dopo la Seconda Guerra Mondiale. Esilarante la fase in cui per l’impegno assiduo del concittadino Karl (o Karel o Charles, a seconda del paese di riferimento) Schriever pensò, data la quantità di lingue disponibili nella piccola comunità, di farne la capitale mondiale dell’esperanto, progetto che per qualche tempo ebbe possibilità, ma poi fallì.
NEL LINK, UN ARTICOLO SU AVVENIRE DI COMMENTO ALLO STESSO LIBRO EDITO DA KELLER CHE DA PIU’ DETTAGLI E CITAZIONI
1 MAGGIO 2020
https://www.avvenire.it/agora/pagine/moresnet-il-nonstato-dimenticato-dai-grandi