IL FATTO QUOTIDIANO DEL 13 MAGGIO 2020
Coronavirus, isolati dai ricercatori italiani 17 anticorpi neutralizzanti: “Esca molecolare cercare antigeni per sviluppo di vaccini”
I risultati ottenuti in questa prima fase della ricerca “ci pongono in una posizione di primo piano nel panorama internazionale – afferma il direttore scientifico Inmi Spallanzani, Giuseppe Ippolito – e confermano la bontà della nostra scelta di puntare su una tecnologia con ampio potenziale come quella degli anticorpi monoclonali”
di F. Q. | 13 MAGGIO 2020
La ricerca per annientare Sars Cov 2 passa anche dalla scoperta di anticorpi. I ricercatori italiani ne hanno isolati 17, neutralizzanti contro Covid 19.
A circa due mesi dall’avvio del progetto MAbCo19 arrivano i primi risultati della ricerca di Fondazione Toscana Life Sciences (Tls), in collaborazione con l’Ospedale Inmi Spallanzani di Roma per lo sviluppo di anticorpi monoclonali umani in risposta all’infezione da Sars Cov 2, da usare a scopo profilattico/terapeutico e come ‘esca molecolare’ per la ricerca di antigeni per lo sviluppo di vaccini.
I dati sono stati pubblicati in uno studio preprint su BioRxiv. Il lavoro, firmato da oltre venti ricercatori di Spallanzani, Toscana Life Sciences e VisMederi, mostra gli avanzamenti dell’attività di laboratorio che ha selezionato oltre 1.000 cellule B, producendo un numero significativo di anticorpi da testare, tra i quali 17 “sono risultati estremamente promettenti, poiché mostrano effetto neutralizzante sul virus vivo”.
“In questo momento – precisa Claudia Sala, senior scientist del Mad Lab (Monoclonal Antibody Discovery) presso Fondazione Tls – i 17 anticorpi stanno per essere clonati ed espressi in laboratorio in modo da poter disporre di una quantità maggiore per saggi che confermino la loro attività biologica contro Sars CoV 2.
Questa ulteriore fase di controlli e selezione potrebbe durare circa 3 settimane”.
A breve, si concluderà dunque la selezione degli anticorpi che permetterà di avere uno o più candidati da proporre per i test clinici sull’uomo in modo da testarne sicurezza ed efficacia.
“Prevediamo che questo flusso, antecedente alla fase di testing – precisa Sala – possa durare nella migliore delle ipotesi circa 6 mesi e comporterà la produzione dei monoclonali candidati su larga scala, grazie alla collaborazione con un partner dotato della necessaria expertise”. I risultati ottenuti in questa prima fase della ricerca “ci pongono in una posizione di primo piano nel panorama internazionale – afferma il direttore scientifico Inmi Spallanzani, Giuseppe Ippolito – e confermano la bontà della nostra scelta di puntare su una tecnologia con ampio potenziale come quella degli anticorpi monoclonali”.
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La collaborazione iniziale con lo Spallanzani è stata già estesa al Policlinico Universitario di Siena e coinvolgerà anche altre realtà ospedaliero-universitarie del territorio toscano, mentre il progetto è finanziato in parte con risorse proprie derivanti dal finanziamento della Regione Toscana per il Centro regionale di medicina di precisione e riceverà a breve anche un rilevante finanziamento europeo.
Grazie anche al contributo della Fondazione Mps il progetto è stato approvato e riceverà fondi dall’Eu Malaria Fund, con specifiche condizioni in fase di definizione.
La Fondazione Toscana Life Sciences si prepara dunque ad altre importanti collaborazioni e sinergie per percorrere la strada di una soluzione ‘made in Italy’ al coronavirus. E lo fa partendo dal territorio e dall’ecosistema innovativo che ha creato negli anni, con realtà come VisMederi e Achilles Vaccines al suo fianco nel progetto MabCo19.
Un Hub integrato delle scienze della vita che ruota attorno a partnership pubblico-private.
“Il nostro obiettivo è quello di affiancare a questi importanti avanzamenti della ricerca scientifica un tassello mancante, rappresentato dal progetto di impianto sperimentale per produzioni Gmp – conclude Fabrizio Landi, presidente Fondazione Toscana Life Sciences – Ciò permetterebbe a Tls di rappresentare