ROSE SCHNEIDERMAN ( 1882 – 1972 ), UN’ATTIVISTA POLACCA- AMERICANA TRA LE FONDATRICE DEL MOVIMENTO DELLE DONNE FEMMINISTE E SOCIALISTE —DAL BLOG– L’AGENDA DELLE DONNE- IL BLOG DI PATRIZIA CORDONE, 7 APRILE 2018 — link sotto

 

 

 

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Miss Rose Schneiderman, New York, Vice-President of the Women’s Trade Union of N.Y.C.

 

 

Rose Schneiderman | Jewish Women's Archive

 

 

 

Rose Schneiderman (Sawin, 6 aprile 1882 – New York, 11 agosto 1972) è stata un’attivista statunitense. Nata in Polonia, da genitori ebrei, è una tra le più importanti figure di dirigenti sindacali femministe e socialiste.

 

The #MeToo movement's roots in women workers' rights - Waging ...

 

Come membro della New York Women’s Trade Union League, attirò le attenzioni sulle insicurezza delle condizioni di lavoro in seguito all’incendio della fabbrica Triangle di New York nel 1911 e contribuì al successo del referendum nello stato di New York del 1917, che conferì alle donne il diritto di voto. A Schneiderman è attribuita la coniazione della frase “il pane e le rose”, per indicare un diritto al lavoro delle donne come strumento per raggiungere obiettivi e condizioni di vita superiori rispetto alla pura e semplice sussistenza.

 

Rose Schneiderman Poster by Granger

 

Timeline of the Life of Rose Schneiderman - Rose Schneiderman

 

Rose Schneiderman nel 1916

 

 

File:David Dubinsky, Eleanor Roosevelt, and Rose Schneiderman ...

David Dubinsky, Eleanor Roosevelt, and Rose Schneiderman talking at a production of the ILGWU “Pins and Needles,” 1938

 

A Strong Working-Class Movement | Lapham's Quarterly

 

Rose Schneiderman, labour union pioneer - Amazing Women In History

Rose Schneiderman

QUELLO CHE SEGUE, E’ DA :: 

 

L’AGENDA DELLE DONNE- IL BLOG DI PATRIZIA CORDONE

 

7 APRILE 2018

https://lagendadelledonneilblogdipatriziacordone.wordpress.com/2018/04/07/rose-schneiderman-la-femminista-polacca-del-bread-and-roses/

 

 

Rose Schneiderman, la femminista polacca del “bread and roses”.

ricerche storiche ed articolo di  Patrizia Cordone, aprile 2018.

 

La nota espressione “vogliamo il pane ed anche le rose” è sua, pronunciata in un famoso discorso nel 1912. Immigrata polacca negli Usa, operaia in età precoce, autodidatta, militando nel movimento femminista diviene una delle più importanti sindacaliste della storia, il cui lascito della sua eredità è immane ed oggi molto attuale. 

Nasce nel 1882 a Sawin in Polonia in una devota famiglia ebraica, che nonostante le avverse condizioni economiche tentano di favorire l’istruzione di tutti i loro figli anche quella di Rose Schneiderman iscrivendola all’unica scuola privata raggiungibile e normalmente riservata ai ragazzi, successivamente ad una scuola pubblica a Chełm. Entrambi i genitori lavorano nel settore sartoriale, come piccoli artigiani adattandosi anche ad altri lavoretti per arrotondare il modesto bilancio familiare, soprattutto la madre con la panificazione tradizionale ebraica ed i rimedi erboristici da lei preparati per varie malattie. Però ogni sforzo è insufficiente, da qui la decisione di emigrare nel 1890 a New York, nel quartiere di Lower East Side. Appena due anni dopo la scomparsa del padre costringe la madre alla sistemazione dei suoi figli in un orfanotrofio ebreo ed ad intensificare il suo lavoro di sarta. Nel giro di poco tempo riesce a stabilizzare le sue entrate economiche ed a riprendere con sé i suoi figli in casa. La madre è una donna decisa alla prosecuzione degli studi dei suoi figlioli, sobbarcandosi anche dei lavori notturni, che purtroppo perde nel 1895.

A questo punto è proprio la piccola Rose Schneiderman all’età di tredici anni a doversi assumere l’incarico di capo-famiglia. Inizialmente grazie alla ricerca della madre angustiata per la rispettabilità femminile di un’occupazione lavora come cassiera in un grande magazzino piuttosto che in fabbrica, dove le molestie sessuali sono più frequenti.

Ben presto la giovane si accorge delle disparità salariali e dei mancati riconoscimenti professionali a svantaggio delle donne, da questa esperienza trae insegnamento ed acquisisce il vocabolario a lei fondamentale: femminismo, sindacalismo e socialismo.

Decide per un posto in una fabbrica di cappelli, dove anche qui rileva il basso livello delle paghe e le pessime condizioni lavorative delle donne, costrette a turni di dieci ore e persino a fornire una propria macchina da cucire a loro spese per lavorare. Non attarda di molto l’inizio della sua organizzazione sindacale tutta al femminile coinvolgendo direttamente le sue colleghe operaie e sollecitando parimenti il “National Board di United Cloth Hat & Cap Makers”, affinché si strutturasse in tal senso.

Nello stesso anno, cioè nel 1905 Rose Schneiderman aderisce alla W.t.u.l.Women Trade Union League di New York, inizialmente come segretaria della sede locale e poi nel 1909 come presidente, incarico mantenuto per quarantacinque anni.

A questi ruoli non giunge soltanto per mera convinzione delle sue rivendicazioni, semmai anche per la sua straordinaria capacità oratoria e l’efficienza organizzativa animata dalla sua determinazione, qualità riconosciute proprio dalle altre donne sia della sua stessa classe che di quelle benestanti.

Nel 1908 infatti per esempio proprio da Irene Lewisohn, ebrea tedesca filantropa le offre il suo sostegno economico per la continuazione degli studi interrotti, aiuto accettato da Rose Schneiderman ma come stipendio per la sua attività sindacale, verso cui non lesina alcuna energia.

E’ in prima linea con lo sciopero delle operaie dei cappellifici nel 1905 e delle fabbriche tessili di camice nel 1909, quest’ultimo con una massiccia partecipazione di ventimila operaie e sostenuto dalla I.l.g.w.u, International Ladies ‘Garment Workers’ Union.

Quindi nel 1919 giunge tuttaltro che impreparata al primo congresso internazionale delle donne lavoratrici, ribadendo lì e sempre lungo tutta la sua esistenza le principali rivendicazioni a favore delle donne principalmente e di riflesso riguardante anche gli uomini:

la regolamentazione statale non solo delle condizioni di lavoro in fabbrica e in ufficio, ma anche del lavoro a domicilio allora tipicamente femminile; l’assicurazione per la maternità; l’assistenza per l’infanzia finanziata dal governo; la riduzione della giornata lavorativa ad otto ore, un salario minimo nazionale e standard di sicurezza sul lavoro migliorati.

 

Durante la sua orazione rivendicante il diritto di voto femminile di fronte ad una platea di suffragette benestanti a Cleveland, pronuncia la celeberrima espressione, che verrà rilanciata come uno slogan ad uno sciopero delle lavoratrici a Lawrence nel  1912, cioé “vogliamo il pane, ma anche le rose” ed ecco il brano completo:

Ciò che la donna che lavora vuole è il diritto di vivere, non semplicemente di esistere – il diritto alla vita così come ce l’ha la donna ricca, al sole e alla musica ed all’arte. Voi non avete niente che anche l’operaia più umile non abbia il diritto di avere. L’operaia deve avere il pane, ma deve avere anche le rose. Date una mano anche voi, donne del privilegio, a darle la scheda elettorale con cui combattere“.

 

Infatti nonostante la gran mole del suo impegno sindacale coesiste al suo ardimento suffraggista, contribuendo nel 1911 a fondare la Wage Earner’s League for Woman Suffrage, nel 1912 a compiere un viaggio per il referendum del suffragio nell’Ohio e nel 1917 sostiene il diritto al voto femminile a New York.

Del resto lei stessa considera il suffragio come parte integrante della lotta per i diritti economici.

Da qui all’impegno politico il passo è breve, tanto che nel 1920 si candida alle elezioni del senato con il partito laburista e con una campagna di propaganda caratterizzata da forti temi sociali

quali l’edilizia popolazione, il miglioramento delle scuole di quartiere, i mercati alimentari a prezzi calmierati, le assicurazioni sanitarie, i sussidi di disoccupazione ed i servizi basilari di pubblica utilità finanziati a livello governativo.

Purtroppo non viene eletta, ma in compenso è già notata da Eleonor Roosvelt, la moglie del presidente Usa, con cui si instaura una stabile e proficua amicizia con alcuni risvolti importanti.

 

La legislazione del New Deal di Roosevelt é basata sulle idee di Rose Schneiderman, tra cui la Fair Labor Standards Act, la National Labour Act e la Social law, Legge sulla sicurezza e parzialmente anche la FDR’s National Recovery Administration, comprendente delle normative per le industrie con predominanza di lavoratrici, inoltre nel 1933 dopo la sua inaugurazione Roosevelt la nomina come prima ed unica donna del National Advisory Board, intanto è anche eletta segretario della camera del lavoro per lo Stato di New York.

Con questo incarico si dedica all’estensione della sicurezza sociale ai lavoratori domestici ed alla parità di retribuzione per le lavoratrici, nonché promuove la formazione delle unità sindacali della crescente legione di lavoratori del servizio statale, particolarmente delle cameriere degli alberghi, delle dipendenti dei ristoranti e dei centri estetici.

Nel 1950 ( HA 68 ANNI ) si ritira dalla vita pubblica, fatta eccezione per qualche discorso pubblico ed interviste radiofoniche.

Scritta in collaborazione con Lucy Goldthwaite completa la sua autobiografia, All for One, che viene pubblicata nel 1967.

All’età di novant’anni Rose Schneiderman scompare all’House and Hospital ebraico per gli anziani a New York l’11 agosto 1972.

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  1. MGP scrive:

    Un argomento molto attuale. I diritti scritti che dichiarano l’uguaglianza dei generi sono continuamente contraddetti dal costume, cioè dalla mentalità che non riconosce alle donne i diritti che gli uomini hanno da secoli. In questo periodo la cosa è particolarmente evidente. Lunedì 4 maggio entreranno al lavoro molte persone più del 70% sono uomini. Facile, molto facile, fare rientrare le donne nei ruoli domestici e togliere loro ogni possibilità di partecipazione alla vita pubblica e segregarle per l’ennesima volta ad accudire i figli e i mariti. Molto facile!
    Mi piace molto l’espressione ” il pane e le rose” è così. Vorremmo avere tutte e due, ma nessuno ci regalerà niente. C’è ancora molta strada da fare. MGP

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