LUCA DE CAROLIS :: Ue: Lega e FI tradiscono l’Italia, il M5S si spacca –IL FATTO QUOTIDIANO DEL 18 APRILE 2020– speriamo di capire qualcosa da qui al 23 aprile…ch.

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 18 APRILE 2020

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Ue: Lega e FI tradiscono l’Italia, il M5S si spaccaUe: Lega e FI tradiscono l’Italia, il M5S si spacca

Carroccio e forzisti votano contro gli eurobond, Pd e 5Stelle ancora divisi sul Mes

di Luca De Carolis | 18 APRILE 2020

 

L’Italia dei partiti si spacca in tanti pezzi in Europa. Con Pd e Cinque Stelle che si dividono ancora sul Mes, e il Movimento che alla fine si lacera al suo interno. Ma soprattutto con Lega e Forza Italia che votano assieme contro gli eurobond e la mutualizzazione del debito, supine alla linea dei falchi del Nord come Olanda e Germania, i Paesi più ostili alle richieste italiane. È uno scenario figlio di calcoli di bottega e fossati politici, quello che emerge dalla due giorni di votazioni in Parlamento europeo sulla risoluzione sulle misure contro la crisi per il coronavirus, presentata dai Popolari del Ppe e dai Socialisti&Democratici (di cui fa parte il Pd) assieme ai Verdi e a Renew Europe, il gruppo con En Marche! di Macron e l’unico eurodeputato di Italia Viva, Nicola Danti.

E dire che mercoledì scorso, in una videoconferenza con il ministro degli Affari europei Enzo Amendola, tutti i capidelegazione dei partiti a Bruxelles si erano impegnati “a lavorare solo nell’interesse dell’Italia”. Promesse al vento. Così ecco le convulsioni attorno alla risoluzione approvata ieri pomeriggio.

Un testo che prevede il ricorso al Mes, il fondo salva-Stati, chiede investimenti “per un ambizioso quadro finanziario pluriennale” e un fondo di solidarietà da almeno 50 miliardi, e soprattutto obbligazioni garantite dal bilancio della Ue: i cosiddetti recovery bond, strumento dai contorni più vaghi rispetto agli eurobond chiesti dall’Italia e da altri Paesi del Sud. E infatti la risoluzione lo dice: “Tale pacchetto (di interventi) non dovrebbe comportare la mutualizzazione del debito esistente”. E anche se è un atto senza valore vincolante, rappresenta un segnale al Consiglio europeo del prossimo 23 aprile e nel contempo lo specchio di contraddizioni pesanti. Innanzitutto per Lega e Forza Italia, che con il loro no giovedì hanno contribuito in modo decisivo ad affossare un emendamento dei Verdi al testo che voleva introdurre gli eurobond e la mutualizzazione del debito, invocata da Roma: “Una parte sostanziale del debito che sarà emesso per combattere le conseguenze della crisi provocata dalla pandemia deve essere mutualizzato a livello della Ue”. Pd e Cinque Stelle hanno votato a favore, come Fratelli d’Italia, ma non è bastato. E ora il M5S e i dem puntano il dito contro forzisti e leghisti, “traditori dell’Italia”. Il Carroccio risponde condannando gli eurobond: “Sarebbe come consegnare le chiavi di casa alla Germania e alla Troika”. Però dai 5Stelle hanno gioco facile a ricordare recenti dichiarazioni di Matteo Salvini a favore dei bond.

Poi c’è Forza Italia, con Antonio Tajani che di fatto ammette la resa: “Gli eurobond sono purtroppo irrealizzabili: però abbiamo vinto la battaglia sui recovery nel Ppe”. Ma ci sono anche i giallorosa, frantumati. Lo conferma il voto contrario del M5S all’articolo 17 della risoluzione, appoggiato invece dai dem, che prevede l’uso del Mes e i recovery bond, “ma senza la condivisione del debito”, fanno notare i 5Stelle. Ma è nel voto finale che si consuma una frattura nella maggioranza e all’interno dei Cinque Stelle.

Perché mentre il Pd vota a favore della risoluzione, dieci su 14 grillini si astengono. Altri tre, tra cui Ignazio Corrao, votano contro, mentre Eleonora Evi non partecipa. Una spaccatura analoga a quella del novembre scorso, in occasione del voto di fiducia alla neo-presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, quando dieci 5Stelle votarono a favore e quattro contro. Così si spiega perché la maggioranza abbia voluto impedire il voto in Italia su eventuali risoluzioni, quando il 21 Conte riferirà alle Camere sul Consiglio europeo di due giorni dopo. La capodelegazione del M5S, Tiziana Beghin, replica così al Fatto: “Nessuna spaccatura, sugli emendamenti abbiamo votato in modo compatto. Sono prevalse sensibilità diverse sul testo finale, ma nel Parlamento europeo è normale: i Verdi, per esempio, si sono spaccati in tre”. Ma sul Mes siete lontanissimi dal Pd, e comunque non avete votato la risoluzione… “Volevamo un testo più ambizioso, che prevedesse la mutualizzazione del debito. E sul fondo salva-Stati manteniamo le nostre perplessità. Servono gli eurobond, e in quest’ottica è sorprendente il voto contrario di Forza Italia”. E il no della Lega? “Ha tradito gli interessi italiani, in Ue sanno tutti che non è una forza costruttiva”.

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