12 FEBBRAIO 2013 ORE 08:16 SULLA SCUOLA: “G. Bachelet interviene su concorsi e graduatorie” —DA TUTTOSCUOLA FOCUS 24 GENNAIO 2012—VEDI ARTICOLO SEGUENTE DI NEMO


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SCUOLA | Rassegna stampa

24 gennaio 2012


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ARTICOLO:

G. Bachelet interviene su concorsi e graduatorie

 

De profundis per le graduatorie ad esaurimento. Ritornano le permanenti?

Come tutto lascia prevedere, l’Aula della Camera approverà tra pochi giorni, in sede di conversione in legge del decreto “milleproroghe”, l’emendamento varato in Commissione Bilancio e Finanze che riapre le Graduatorie ad esaurimento per il 2012-13 a favore degli abilitati e abilitandi in scienze della formazione primaria e di quelli dei corsi per l’educazione musicale. E, se la Camera approverà, anche il Senato farà altrettanto, aprendo così le porte a poco più di 20 mila neolaureati o laureandi.

Facciamo un po’ di storia. Le graduatorie ad esaurimento (GaE), nate con la Finanziaria 2007 del governo Prodi-Fioroni per chiudere una volta per tutte l’annoso problema del precariato della scuola con un perentorio “chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori”, avrebbero dovuto vivere fino al loro totale graduale svuotamento, come dice il nome stesso. Invece…

Già nel 2008, in sede di conversione del decreto legge sul maestro unico, il Parlamento aveva inserito un emendamento che riapriva le GaE a talune categorie di docenti abilitati o abilitandi per un ulteriore anno accademico. Lo strappo metteva in discussione la filosofia stessa della legge, intaccando quella inviolabilità su cui si fondava. E preparava altri strappi.

Quest’estate il tentativo di replica per altre immissioni in GaE è stato prospettato con un emendamento ad una delle leggi finanziarie per aprire le porte a circa 20 mila abilitati o abilitandi. Sembrava cosa fatta con soddisfazione dell’agguerrita compagine parlamentare-sindacale che l’aveva sostenuta, ma all’ultimo momento il governo ha cassato l’emendamento e ha sprangato le porte delle GaE.

Ma, cambiata l’aria, alla prima occasione è stato tentato nuovamente l’assalto. Con successo, questa volta. I portoni delle GaE si apriranno per circa 23 mila abilitati o abilitati degli ultimi tre anni. E come si potrà respingere tra due-tre anni i nuovi abilitandi che già frequentano i corsi universitari?

Con i nuovi massicci inserimenti per le graduatorie della scuola primaria e media, le GaE tornano ad essere, di fatto, graduatorie permanenti, non più inaccessibili, da cui si uscirà forse vecchi, ma vincitori con il ruolo in tasca.

L’emendamento cerca di trovare una soluzione al problema dei tanti che in questi ultimi anni si sono abilitati o si stanno abilitando per entrare nella scuola e ai quali è stata preclusa, per effetto del blocco del reclutamento concorsuale, la prospettiva dell’immissione in ruolo. E sembra essere un’iniziativa che si collega con l’annuncio da parte del ministro Profumo di nuovi concorsi per dare finalmente prospettiva e linfa ai prossimi reclutamenti. Non mancano però le criticità, che evidenziamo successivamente. Intanto riportiamo le ragioni di uno dei più autorevoli firmatari dell’emendamento.
Bachelet: nell’attesa del nuovo sistema, avanti subito con il concorso/1

Giovanni Bachelet, responsabile del Forum sulla scuola del PD, e firmatario dell’emendamento, precisa a Tuttoscuola che “l’emendamento non riapre niente. Ammette alle graduatorie ad esaurimento docenti che secondo le vigenti norme sono stati abilitati ma risultano invece esclusi a causa di incongruenze del legislatore e dei governi. Per gli abilitati in alcune di queste discipline rappresenterà una reale possibilità di insegnamento perché le corrispondenti graduatorie sono povere di insegnanti (e in tal caso farà bene anche alla qualità della scuola), per altri sarà solo un atto di equità che consentirà di mettersi in coda in graduatorie affollate cui hanno diritto come altri che già ci stanno. L’emendamento si limita a garantire, prima dell’entrata in vigore del nuovo TFA, pari opportunità ai titolari di abilitazione all’insegnamento, evitando che categorie come gli insegnanti di strumento musicale o i laureati in scienze della formazione primaria siano tagliati fuori da una normativa irrazionale. Non è colpa nostra se in tre anni e mezzo la Gelmini ha usato solo metà della delega di Fioroni (la parte che riguarda la formazione iniziale degli insegnanti) senza usare l’altra metà (la parte che riguarda il reclutamento”.

Già ad agosto Bachelet ed altri avevano rivolto al precedente ministro la richiesta di bandire, dopo oltre dieci anni, il primo concorso pubblico che, sulla base del merito, consentisse finalmente tanto l’accesso ai giovani meritevoli finora esclusi dall’insegnamento, quanto la riduzione dell’attesa in coda per quanti, già in graduatoria, intendano cimentarsi.
Bachelet: nell’attesa del nuovo sistema, avanti subito con il concorso/2

Alla luce di questo precedente “ho salutato – continua Bachelet – con entusiasmo l’annuncio del ministro Profumo sui concorsi, che viene incontro alla nostra richiesta di sei mesi fa. Anche rispetto al pericolo del venire meno del legame fra formazione iniziale e reclutamento occorre considerare che la richiesta contenuta nell’interrogazione di agosto era esplicitamente legata allo scorrere inesorabile degli anni senza che nessuna nuova forma di reclutamento venisse legata alla formazione iniziale”.

Mentre sempre più graduatorie, specialmente nelle materie scientifico-tecniche, si esaurivano in diverse province, con danno per i neolaureati e soprattutto per la scuola – aggiunge l’esponente del PD – “abbiamo ritenuto, in presenza di questa doppia emergenza, di segnalare la legge sui concorsi (mai abrogata ma, purtroppo, mai utilizzata dopo il 1999) come unico strumento di reclutamento i cui tempi tecnici erano ancora compatibili con questa legislatura. Però, una volta bandito il concorso con la legge vigente, saremmo ben contenti che il Governo mettesse anche mano alla seconda parte della delega di Fioroni, in modo da disegnare, di concerto con il Parlamento, un nuovo regime di reclutamento degli insegnanti ben integrato con la formazione iniziale e capace di por fine alla piaga del precariato nella scuola”.

Fin qui le ragioni di chi ha firmato l’emendamento. Tuttavia non si possono non analizzare con obiettività tutti i risvolti di questa posizione politica.

 

 

 

 

 

 

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