ANTONIO VOLTOLINI CI REGALA UNA SUA BELLA FILASTROCCA SU TEMPI ORRENDI … — perché non registrarla cantata con la chitarra ? ch.

 

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IL BELLISSIMO ANTONIO VOLTOLINI, UN MONTAGGIO CON SUA FIGLIA ADORATA E ADORANTE…

 

Antonio Voltolini

2 h

LORO e NOI

 

Le parole per dirlo*

 

 

In fronte c’è ignoranza,

di dietro c’è impudenza°

 

di lato c’è iattanza

di sotto c’è la ‘panza’°

 

ai piedi c’è la stanza

in capo l’ incoscienza°

 

in faccia prepotenza

insieme ad arroganza°

 

nelle mani violenza

nei modi strafottenza°

 

si credono potenza

e dominio che avanza

 

 

**Ma non hanno

 

prudenza

sapienza

temperanza

fratellanza

uguaglianza

resilienza

speranza°

 

 

ma non sanno

 

l’ amore

la bellezza

la gioia

il sorriso

la carezza

il canto

la danza

 

 

*(A.vo.)

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1 risposta a ANTONIO VOLTOLINI CI REGALA UNA SUA BELLA FILASTROCCA SU TEMPI ORRENDI … — perché non registrarla cantata con la chitarra ? ch.

  1. Donatella scrive:

    “…sulla Terra una nuvola nera si diffuse su gran parte della sua superficie. Non si riusciva a trovare un rimedio: il sole era quasi scomparso, la sua debole luce non nutriva più la vegetazione, gli animali e gli umani. La popolazione affamata e disperata si dilaniava in liti e rancori che portavano ad aggressioni e gesti disperati. Poi qualcuno obbiettò che forse, mettendosi insieme e cercando di contrastare la natura matrigna, si sarebbe raggiunto qualche risultato. Questo modo di fare, dando più risultati delle solite risse, ebbe successo. Le popolazioni si accorsero che, dividendo il poco che c’era ancora sulla Terra, si riusciva a sopravvivere. Qualcuno parlò anche di gentilezza, si cominciò a sorridere, ci fu persino chi cercò, con alterna fortuna, di far ridere le persone sulle proprie disgrazie. Il cielo cominciò ad essere più benevolo, le gracili piantagioni messe su da ferventi ottimisti iniziarono a produrre più frutti. Insomma, nel giro di qualche anno la situazione tornò normale, il sole riapparve e fece di nuovo quello che aveva sempre fatto. A memoria di quel periodo terribile, in cui la Terra aveva rischiato di morire, furono messe targhe, furono pronunciate commemorazioni, fu stabilito che ogni anno si festeggiasse il pericolo scampato in tutto il mondo. Ma l’iniziativa più bella fu quella di piantare fiori e piante ovunque ci fosse uno spazio libero: la bellezza, la dolcezza di quelle forme e di quei colori avrebbe ingentilito e abbellito gli animi, destato qualcosa di profondamente tenero e aperto al mondo nei cuori un po’ malandati degli umani.

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