A proposito di Georgia O’ Keeffe ————- mario bardelli

 

Le foto di Stieglitz sono bellissime e entusiasmanti.  Non ho resistito alla voglia di rubarne una e elaborarla liberamente ( e pesantemente). Ho pensato bene di incorporare il titolo, altrimenti neanche Stieglitz avrebbe riconosciuto la sua Georgia. Che fra l’altro aveva un viso molto interessante. In genere dire che una donna ha un viso interessante è una maniera elegante per dire che bella non è.  Georgia O’Keeffe aveva un viso molto espressivo ed era molto bella, anche se a vedere la mia opera non si direbbe.

GEORGIA z9 a1

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2 risposte a A proposito di Georgia O’ Keeffe ————- mario bardelli

  1. roberto scrive:

    bene, Mario, spero di non offenderti con questa roba che ho cercato nei miei bassifondi. Ho cercato la più vicina ad una specie di interpretazione mia e del tutto personale.

    Incubo
    (gli anni che verranno)

    A una croce inchiodato
    a gambe divaricate
    un picchio picchietta
    metodico e tranquillo
    il mio uccello
    come fosse un tronco
    è un’erezione lancinante

    Potrei uno strappo deciso
    schiodarmi una mano
    poi l’altra
    i chiodi non sono profondi

    aggrappato
    al braccio della croce
    far forza sui piedi
    incrociati

    torcere il busto
    scacciare l’uccello vorace
    strappare i chiodi dai piedi
    lasciarmi cadere

    Il picchio disturbato
    è volato in cerca
    di un altro condannato

    (condannato?
    condannato per cosa?)

    I carnefici hanno risparmiato
    sui chiodi, sono corti e tozzi
    in ginocchio caduto li strappo
    dai piedi e dai polsi

    Ora potrei camminare
    se sapessi dove andare
    ma non c’è nulla da fare
    e i piedi fanno male

    solo scheletri di case
    di officine di strade
    annerite dal fuoco
    dilavate dal tempo

    non c’è un filo d’erba
    mi chiedo dove hanno trovato
    il legno per tirar su le croci
    sono tante tutte in fila
    si perdono all’orizzonte
    da entrambi i miei occhi
    fanno il giro della terra
    lo so
    ed io sono il baricentro

    Se mi muovo e cammino io penso
    distruggo l’equilibrio del mondo
    cominceremmo a ruotare prima piano
    poi sempre più veloci una giostra scassata

    Ma a me pare normale
    non ho altro luogo a paragone
    sono sempre stato qui
    e mi schiodo pensando di andare

    Andare dove?
    e il pensiero si ripete
    e resto sdraiato a aspettare
    mentre sanguino piano

    finché torna il carnefice
    sbuffa annoiato
    mi rinchioda distratto
    solo il picchio è sparito
    chissà da dov’era venuto
    lui solo m’ha svegliato
    con l’erezione dolorosa
    mi ha restituito vivente

    Ma nulla è cambiato
    mi lascio cadere aspettando
    il carnefice che torni
    a inchiodarmi per bene
    finalmente!

    almeno lo spero

    roma 13.11.1993

  2. Donatella scrive:

    Bello il lavoro di Mario e bella anche la poesia di Roberto, che riesce a creare un paesaggio doloroso e maestoso, non privo di ironia.

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