SALERNO, PALAZZO FRUSCIONE — INAUGURATO, DOPO QUATTRO ANNI DI RESTAURI, NEL 2013 — DA OGGI FINO AL 27 FEBBRAIO 2020 — OSPITA LA MOSTRA :: ” STARDUST BOWIE BY SUKITA “–DAVID BOWIE ( 1947 -2016 ) — MASAYOSHI SUKITA ( 1938 )– al 5 maggio 2020 avrà 82 anni, se non ho sbagliato…ch.

 

 

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SALERNO ILLUMINATA DI NOTTE

 

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PALAZZO FRUSCIONE A SALERNO

 

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LATO SUL VICOLO ALDELBERGA

 

E’ stato inaugurato a settembre 2013, dopo 4 anni di lavori di restauro. Si trova nella parte più antica del Centro storico di Salerno, vicino all’antica Via dei Canali della Salerno romana e poggia parzialmente sui resti di un complesso termale di epoca imperiale, nei pressi dell’antica corte arechiana. E’ un palazzo di età normanna, ubicato precisamente tra via Adelberga e Vicolo Santa Maria dei Barbuti (semplicemente vicolo Barbuti), nel millenario Quartiere dei Barbuti, cuore della Salerno longobarda.Il Palazzo Fruscione, conosciuto oggi con il nome degli ultimi proprietari, è considerato l’edificio più significativo della storia dell’architettura civile di Salerno. E’ stato restituito alla cittadinanza, grazie ad un’eccezionale opera di risanamento e di restauro realizzata dall’Amministrazione comunale di Salerno.

DA :: http://www.biennaleartesalerno.com/palazzo-fruscione.html

 

 

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https://www.bowiebysukitasalerno.it/al-via-a-salerno-la-mostra-stardust-bowie-by-sukita/

 

 

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SUKITA FOTOGRAFA DAVID BOWIE

 

 

 

 

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27 Dicembre 2019/in News /da Redazione

Masayoshi Sukita  e David Bowie

 

 

 

continua da sopra:

 

… e il maestro della fotografia giapponese Masayoshi Sukita, probabilmente il più importante fotografo col quale David Bowie abbia mai lavorato.

La mostra sarà aperta dal pubblico, presso gli spazi di Palazzo Fruscione, dal 4 gennaio al 27 febbraio 2020. 

L’evento è promosso con il patrocinio del Comune di Salerno e del Dipartimento degli studi politici e sociali dell’Università di Salerno.

 

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L’inaugurazione si terrà il 4 gennaio alle 17, negli spazi di palazzo Fruscione.

In vetrina oltre 100 fotografie, alcune delle quali esposte in anteprima nazionale, per ripercorre un sodalizio durato oltre quarant’anni.

Alla mostra è collegato, a esclusiva cura di Tempi Moderni, un ricco programma di talk, concerti, proiezioni cinematografiche con presentazioni d’autore che va sotto il nome di

Racconti del Contemporaneo – IV edizione,

Lights on Mars,  dal 5 gennaio al 27 febbraio.

 

 

una foto in mostra

 

 

Palazzo Fruscione, 100 fotografie celebrano il sodalizio durato oltre quarant’anni tra la leggenda del pop David Bowie e il maestro della fotografia giapponese Masayoshi Sukita. Fino al 27 febbraio 2020.

Un rapporto professionale e personale, quello tra David Bowie e Masayoshi Sukita, che nasce nel 1972, anno in cui il fotografo arriva a Londra per fotografare Marc Bolan e i T-Rex. Ignaro dell’esistenza del cantautore britannico, Sukita decide di andare a un suo concerto solo perché attratto dal manifesto, che raffigura Bowie con una gamba alzata su sfondo nero. “Vedere David Bowie sul palco mi ha aperto gli occhi sul suo genio creativo. In quella circostanza osservai Bowie esibirsi con Lou Reed ed era davvero potente… Bowie era diverso dalle altre rock star, aveva qualcosa di speciale che dovevo assolutamente catturare con la mia macchina fotografica”. Così, grazie all’aiuto dell’amica Yasuko Takahashi, stylist nell’ombra di Kansai Yamamoto, firma dei costumi di scena di Bowie durante il periodo di Ziggy Stardust, Sukita riesce ad incontrare la star del pop e ad ottenere il primo di un lunga serie di shooting ( SCATTI ).

 

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©Photo by Sukita, Just for One Day

 

 

 

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DAVID BOWIE –(Londra, 8 gennaio 1947 – New York, 10 gennaio 2016)

 

L’8 gennaio 2016, giorno del suo 69º compleanno, è uscito Blacksta,  il suo ultimo lavoro in studio. Due giorni dopo, nella notte tra il 10 e l’11 gennaio, il cantante è morto in una località non nota ma presumibilmente in una clinica oncologica di New York, dove si ipotizza che si sia avvalso di una programmata pratica di eutanasia a causa dell’irrimediabile aggravarsi di un tumore al fegato che non gli ha lasciato scampo, ma contro il quale ha combattuto in gran segreto per circa 18 mesi.

DA>: 

https://it.wikipedia.org/wiki/David_Bowie

 

 

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la sua prima apparizione in TV

 

Bowie rimane folgorato dallo stile di Sukita. Sebbene il servizio proceda nel completo silenzio, a causa della barriera linguistica, tra i due scatta qualcosa: è l’inizio di una relazione professionale, ma soprattutto umana, che durerà fino alla scomparsa del Duca Bianco, avvenuta nel 2016.

Nel 1973 Sukita ritrae di nuovo Bowie, sia negli Stati Uniti che durante il suo primo tour in Giappone. Ma l’incontro indubbiamente più significativo avviene nel 1977:  è l’anno in cui Bowie torna a Tokyo per la promozione dell’album The Idiot di Iggy Pop, che aveva prodotto. Sukita segue i due per la conferenza stampa promozionale e i concerti, ma durante un day off chiede a Bowie e Iggy Pop di posare per lui in una breve sessione fotografica. In appena due ore, una per ogni artista, Sukita scatta 6 rullini e realizza anche la fotografia che non sapeva sarebbe divenuta la celebre copertina dell’album HEROESuna degli scatti più iconici nella storia della cultura popolare.

Masayoshi Sukita, David Bowie (dettaglio)

 

 

 

 

Informazioni

Palazzo Fruscione, Salerno

Dal 4 gennaio al 27 febbraio 2020

dal martedì al venerdì 9.30-13.30 / 17-20

sabato e domenica 10-19

*Masayoshi Sukita, David Bowie (dettaglio)

 

 

 

Masayoshi Sukita, è uno dei pù grandi fotografi giapponesi.

Masayoshi Sukita è nato il 5 maggio 1938 a Nōgata Shi, nel distretto di Fukuoka, in Giappone. La sua prima macchina fotografica, una Rolleiflex, fu un regalo della madre, cui fece un ritratto che considererà la sua foto più importante. Appassionato di musica jazz e rock’n’roll, si iscrive ad una scuola di fotografia di Osaka, ma trova la miglior educazione visiva nei film di Marlon Brando, James Dean ed Elvis Presley. Quando esplode la Nouvelle Vague francese, lo sguardo di Sukita si riempie delle immagini di registi come Alain Resnais. Sul fronte della fotografia lo colpiscono Dennis Stock (che ha immortalato, tra gli altri, proprio James Dean) e i pionieri dell’agenzia Magnum. 

 

Sukita, il fotografo di David Bowie: "Il segreto di un ritratto? Azzeccare il momento buono"

Mother – 1956 – Fukuoka

 

 

CONTINUA NEL LINK:

https://www.wuz.it/biografia/452853/Sukita-Masayoshi.html

 

Sukita, dopo essersi diplomato al Japan Institute of Photography,  comincia a lavorare come fotografo professionista e dalla fine degli anni ’60 sviluppa un grande interesse per le sottoculture, che lo porteranno a partecipare al Festival di Woodstock nel 1969. Nel 1970, diventa fotografo freelance e inizia a frequentare assiduamente New York, all’epoca pervasa da una nuova energia che scaturiva dalla sua sottocultura, che mescolava arte, cinema e musica e che ruotava attorno alla figura di Andy Warhol. Ma sarà soprattutto Londra e influire in modo incisivo sulla sua carriera. Proprio a Londra infatti Sukita incontra e fotografa Marc Bolan e i T-Rex, considerati da molti come i padri fondatori del glam rock.

 

 

PHOTO ::

 

 

 

©Photo by Sukita, Teenage Dream

 

 

 

©Photo by Sukita, Bang A Gong

 

Sebbene non conoscesse David Bowie, decide di andare ad un suo concerto perché attratto dal cartellone di The Man Who Sold the World che lo promuoveva. Una volta entrato Sukita ricorda: “Seeing David Bowie on stage opened up my eyes to his creative genius. I watched Bowie perform with Lou Reed and it was so powerful, Bowie was different to the other rock and rollers, he had something special that I knew I had to photograph”.

 

©Photo by Sukita, Watch That Man I

 

Ma in quegli anni, tra il 1976 e il 1977, la figura di Bowie è strettamente legata a quella di Iggy Pop, col quale si trasferisce a Berlino, condividendo vizi e passioni, fino a produrne il suo primo album da solista, The Idiot (1977). Così anche Iggy Pop diventa protagonista dell’obiettivo di Sukita, che con queste immagini, completa il racconto di un’epoca tanto complessa quanto affascinante. Risalgono infatti agli anni Settanta tutti gli ingredienti di quelle strategie manipolative dell’immagine di sé che all’epoca si potevano ritrovare nell’arte come nella musica, e delle quali David Bowie su tutti, ne ha rappresentato sicuramente la quintessenza.

 

©Photo by Sukita, Iggy, 1977

 

 

 

©Photo by Sukita, Iggy, 2013

 

 

©Photo by Sukita, Just A Modern Guy

 

 

©Photo by Sukita, Happy In Happi

 

Lontano dal concetto frettoloso e limitante di fotografia rock, Sukita con l’obiettivo della sua camera realizza ritratti classici, e per questo senza tempo.

 

 

 

REPUBBLICA, SETTEMBRE 2016

Masayoshi Sukita: l’arte del ritratto

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