ENRICO FIERRO ( notizie in fondo, opere ), CALABRIA:: Nella Regione distrutta dalla massomafia la politica è a pezzi–IL FATTO QUOTIDIANO DEL 20 DICEMBRE 2019 –pag. 3

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 20 DICEMBRE 2019 –pag. 3

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Nella Regione distrutta dalla massomafia la politica è a pezzi

Nella Regione distrutta dalla massomafia la politica è a pezzi

Elezioni alle porte: destra data vincente (ma divisa sul nome). Pd e 5stelle per conto loro. Qui alla fine comandano le “famiglie”

di Enrico Fierro | 20 DICEMBRE 2019

L’inchiesta su ’ndrangheta, politica e massoneria in Calabria uccide ogni speranza di riscatto dei calabresi. Oltre mille pagine, un film osceno sui rapporti incestuosi tra uomini delle istituzioni, imprenditori, politici, affaristi incappucciati e boss. Una “camera di compensazione” dove si decidevano appalti, incarichi e affari, dove il potere si sedeva allo stesso tavolo con capi ’ndrine dai nomi fantasiosi: ’o Supremo, Scamuscia, Pitta, Carnera, Pepparijeu, Padre Pio, 38. Tutti insieme allegramente a succhiare il sangue di una regione che sta morendo. Uccisa da chi blatera di lotta alla mafia e di riscatto a favore di telecamera, e poi risponde a una sola regola, quella della “massomafia”. Perché come dice il boss Luigi Mancuso ’o Supremo “la ’ndrangheta fa parte della massoneria, è sotto la massoneria. Hanno le stesse regole”.

Qui si vota il prossimo 26 gennaio e i partiti sono nel caos. Zingaretti ha fatto una coraggiosa operazione di rinnovamento escludendo il governatore uscente Mario Oliverio e candidando l’imprenditore Pippo Callipo. Ma il Pd calabrese è spaccato, Oliverio si presenterà comunque. E ora il coraggio del Nazareno si misurerà sulla trasparenza delle candidature. Anche la destra, che i sondaggi danno vincente con qualsiasi candidato, è in frantumi. In una cena ad Arcore di pochi giorni fa, Silvio Berlusconi ha deciso la candidatura della pupilla di Cesare Previti, Jole Santelli. Da Cosenza, però, dicono no e insistono per il sindaco della città Mario Occhiuto. La Lega ha le liste pronte e Fratelli d’Italia punta su Wanda Ferro. Teatrino. Perché la politica, da queste parti, è da anni lotta per finta. Di fronte agli affari e agli interessi, non esiste destra, né sinistra, esistono le “famiglie”, i gruppi di potere. E allora nell’operazione “Rinascita” della procura di Nicola Gratteri, ecco apparire un grande manovratore: Giancarlo Pittelli. Avvocato di grido e già parlamentare di Forza Italia fedelissimo di Berlusconi, passato due anni fa a Fratelli d’Italia incassando gli applausi di Giorgia Meloni che su Twitter esultava: “La comunità di Fratelli d’Italia cresce, si rafforza e dà il suo benvenuto a Giancarlo Pittelli: un valore aggiunto per la Calabria e per tutta l’Italia”. Già. Massone del Goi, Pittelli, ma anche di logge coperte, ha contribuito, “pur non facendone formalmente parte, al rafforzamento, alla conservazione e alla realizzazione degli scopi della ’ndrangheta”, scrivono i pm. L’avvocato era affascinato dal mito del boss Luigi Mancuso, ’o Supremo, per il quale svolgeva il ruolo di “uomo di cerniera” con le logge massoniche. “Per la formazione di Forza Italia, Dell’Utri contattò i Piromalli”, racconta l’ex parlamentare a un suo interlocutore, accostando i potenti boss di Gioia Tauro a Luigi Mancuso.

A disposizione della cosca, l’avvocato metteva la sua fitta rete di relazioni politiche, con uomini dell’economia e apparati dello Stato. Ma Pittelli, ora in carcere, era personaggio in buoni rapporti con Nicola Adamo, già vicepresidente della giunta regionale. Adamo è considerato il “puparo” del governatore Oliverio, il regista delle scelte per le prossime Regionali. Ora Adamo ha il divieto di dimora in Calabria. Per l’accusa avrebbe favorito una serie di interessi imprenditoriali “aggiustando sentenze” grazie a un suo amico magistrato. In cambio gli vengono promessi 50 mila euro. Che lui non rifiuta. Qualcuno forse sapeva dell’inchiesta. E tremava. Il 2 novembre scorso, davanti a una affollata platea di dirigenti del Pd e giornalisti, l’onorevole Enza Bruno Bossio (moglie di Adamo) attacca il procuratore di Catanzaro: “Gratteri ha ordinato a Zingaretti di non ricandidare Oliverio”. Gianluca Callipo, classe 1982, era una giovane promessa del Pd renziano. Sindaco di Pizzo Calabro, guardava con interesse al nuovo partito di Renzi, Italia Viva, ma per le Regionali si diceva pronto a sostenere la candidatura del forzista Mario Occhiuto. Anche lui è in carcere. Formalmente non fa parte della ’ndrangheta, ma di fatto – secondo le accuse – la favoriva negli affari.

Povera Calabria, dove pochi giorni fa è stato arrestato il sindaco di Villa San Giovanni, Giovanni Siclari (Forza Italia), fratello del senatore Marco, dello stesso partito. Sullo sfondo la solita storia di appalti e favori alla Caronte&Tourist che ha il monopolio dell’attraversamento dello Stretto. Fratelli d’Italia, invece, si è vista ammanettare il suo coordinatore regionale Alessandro Nicolò. La Procura antimafia di Reggio Calabria lo ritiene un “pupo” nelle mani della potente cosca Libri.Giorgia Meloni e Wanda Ferro, aspirante governatrice della Regione, brindarono quando Nicolò passò da Forza Italia a Fratelli d’Italia. Povera terra senza speranze e con flebili possibilità di Rinascita. Lo scriviamo con la maiuscola, perché così si chiama l’inchiesta della Procura di Catanzaro.

 

 

 

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Enrico Fierro

Giornalista e scrittore

 

IL BLOG DI ENRICO FIERRO

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Giornalista. Scrive per Il Fatto Quotidiano, ha collaborato con La Voce della CampaniaDossier SudL’EspressoEpoca. E’ stato inviato speciale de l’Unità. Per la pubblicazione del volume La santa – viaggio nella ‘Ndrangheta sconosciuta, assieme a Ruben H. Oliva, ha ricevuto il Premio Globo d’Oro 2007/2008, il Premio Paolo Borsellino 2007 ed il Premio Itaca 2008 promosso dall’associazione universitaria Ulixes. È autore inoltre di Dieci anni di potere e terremoto (1990) e O ministro. La Pomicino story (1991), scritti con Rita Pennarola e Andrea Cinquegrani; E adesso ammazzateci tutti ( 2005). Ammazzati l’onorevole (2007).

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