EMILIO VEDOVA, ARTISTA INTERNAZIONALE, A PALAZZO REALE A MILANO — A CURA DI GERMANO CELANT — DAL 6 DICEMBRE 2019 AL 6 FEBBRAIO 2020:: LAURA CHERUBINI, IL FATTO QUOTIDIANO DEL 20 DICEMBRE 2019 ++ ANSA.IT – 5 DICEMBRE 2019

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 20 DICEMBRE 2019 

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/12/20/emilio-vedova-il-gesto-e-punto-di-partenza/5629585/

 

 

IN EDICOLA/CULTURA

Emilio Vedova, il gesto è punto di partenza

Emilio Vedova, il gesto è punto di partenza

 

di Laura Cherubini | 20 DICEMBRE 2019

“Quando ero ragazzino… andavo sempre in Piazza S. Marco, in piazzetta a sorvegliare i pittori, a raccogliere la pulitura delle loro tavolozze, raschiate con la paletta. Facevo bottino, tornando a casa dipingevo con le dita, stendendo…”. Comincia già allora, da piccolo, il corpo a corpo con la materia pittorica di Emilio Vedova. Questa lotta di tutta la vita, in prima persona, viene ora messa in scena al Palazzo Reale di Milano. Per il centenario della nascita di Emilio Vedova (Venezia, 1919) si è appena aperta infatti una mostra, a cura di Germano Celant, di circa sessanta opere dagli anni Quaranta agli anni Novanta, accompagnata da una monografia edita da Marsilio.

Altre iniziative hanno contribuito a celebrare il centenario: Emilio Vedova. Dalla parte del naufragio, documentario di Tomaso Pessina in cui Toni Servillo legge brani dei diari dell’artista. Testimone attivo degli avvenimenti del Novecento, il fascismo e la Resistenza, la ricostruzione del dopoguerra, le avanguardie politiche e artistiche, Vedova si mette in gioco con tutta la sua fisicità nell’affrontare la tela.

Nel suo studio ai Magazzini del Sale alle Zattere, un antro oscuro abitato dal colore, i suoi Plurimi ti venivano addosso e ti tendevano agguati mentre lui, altissimo e dalla fortissima gestualità si muoveva sprizzando energia, non stava mai fermo. La Sala delle Cariatidi, architettura settecentesca semidistrutta dai bombardamenti, ospita la mostra e rende in qualche modo l’atmosfera di quello studio: l’allestimento, di Alvisi e Kirimoto, taglia in diagonale la grande sala con un muro grigio di 34 metri, alto oltre 5 metri, mentre si confrontano opere degli anni Sessanta e degli anni Ottanta e Novanta che si affacciano dalle pareti, calano dall’alto o sorgono da terra provocando quello che Vedova avrebbe chiamato uno “scontro di situazioni”.

Emerge il radicale linguaggio di Vedova, innovativo nel contesto internazionale.

Vedova inizia con il disegnare le architetture delle chiese veneziane, prosegue ispirandosi agli squarci luminosi dell’amato Tintoretto, incontra Peggy Guggenheim e il suo “repertorio di cani pechinesi”, si scontra con Guttuso e il realismo socialista, ha un periodo geometrico che negli anni Cinquanta abbandona rompendo la superficie e lasciando che la pittura faccia irruzione nello spazio.

Negli anni Settanta Plurimi più severi si muovono su binari rigidi, ma poco dopo con i Cosiddetti Carnevali (quelli veneziani, ma anche quelli vissuti a Rio) affronta la festa dionisiaca e pagana che riconnette il corpo dell’uomo all’energia corale della vita e della collettività.

Emilio Vedova

Palazzo Reale, Milano

Fino al 9 febbraio

 

 

 

ANSA.IT / VIAGGI ART / 5 DICEMBRE 2019

http://www.ansa.it/canale_viaggiart/it/regione/lombardia/2019/12/05/a-palazzo-reale-larte-di-emilio-vedova_eb9f0887-722f-48a1-bacb-c8c086469007.html

 

 

A Palazzo Reale di Milano l’arte di Emilio Vedova

Curata da Celant a 100 anni nascita. Sala Cariatidi luogo ideale

 

 

A PALAZZO REALE A  MILANO L’ARTE DI EMILIO VEDOVA

 

 

 

 

 

 

 

Per i cento anni dalla nascita, apre il 6 dicembre a Palazzo Reale di Milano la mostra ‘Emilio Vedova’, curata da Germano Celant, tra le più importanti mai dedicate a uno dei più autorevoli artisti del ‘900. L’esposizione è promossa da Comune di Milano Cultura, da Palazzo Reale e dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova.

“Questa esposizione a Palazzo Reale di Milano – afferma Alfredo Bianchini, Presidente della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova – corona il lavoro della Fondazione per celebrare il centenario della nascita di Emilio Vedova, a partire dalla pubblicazione del prestigioso volume Vedova De America, edito da Skira, cui ha fatto seguito la mostra Emilio Vedova di/by Georg Baselitz, curata dal grande pittore tedesco nel Magazzino del Sale a Venezia.

Altra tappa importante, la produzione del film Emilio Vedova. Dalla parte del naufragio realizzato da Twin Studio per la regia di Tomaso Pessina, con la lettura dai diari del pittore da parte di Toni Servillo, che è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nell’ambito delle Giornate degli Autori”.

 

La mostra presenta, oltre ad opere che vanno dagli anni ʼ40 agli anni ʼ90, un intervento ambientale, progettato dallo studio Alvisi Kirimoto di Roma, che prevede la costruzione nella Sala delle Cariatidi di una parete lunga 30 metri e alta 5, circondata da una struttura luminosa indipendente che attraversa diagonalmente il salone, quasi provocandone la severità architettonica, in uno “scontro di situazioni”, come si sarebbe espresso Vedova.

In questo contesto lacerato sono esposte, sia a muro che a pavimento, una sessantina di opere, alcune delle quali di imponenti dimensioni, tra cui il celebre ciclo Absurdes Berliner Tagebuch ʼ64 (1964).

L’allestimento progettato per presentare il percorso creativo di Vedova – spiegano gli organizzatori – ha l’intento di lavorare sulla forte componente scenografica dell’ambiente per far emergere, nelle due parti contrapposte, gli aspetti innovativi e radicali del suo contributo linguistico alle vicende dell’arte moderna e contemporanea. Vale a dire porre a confronto i suoi lavori degli anni ʼ60, dipinti e sculture, come il ciclo dei Plurimi, con le grandi tele e i Dischi, installati a pavimento, degli anni ’80/’90.

In tale dialogo tra estremi si esplicita il valore fondamentale dell’opera di Vedova nel contesto dell’arte contemporanea internazionale.

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