MARCO GIULI, IL MONDO OGGI ::: Il fallimento della COP25 non è un dramma–LIMES ONLINE DEL 16-12-2019

 

LIMES ONLINE DEL 16-12-2019

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IL MONDO OGGI

 

Il fallimento della COP25 non è un dramma

Carta di Laura Canali

Carta di Laura Canali.

 

 16/12/2019

La vera partita per l’ambiente si gioca nel 2020.

con un commento di Marco Giuli

 

Finisce in un fallimento la COP25 di Madrid, che decide di non decidere e di rimandare tutto all’anno prossimo.

Il tema più caldo della conferenza riguardava l’articolo 6 dell’Accordo di Parigi del 2015.L’obiettivo era aggiornare le regole dei mercati del carbonio per allinearli agli ambiziosi obiettivi stabiliti nella capitale transalpina, cioè la limitiazione dell’aumento della temperatura rispetto all’era preindustriale a un massimo di 2 gradi e quanto più possible vicina a 1,5 gradi.

Gli Stati non sono riusciti a trovare un compromesso, principalmente perché i paesi più climaticamente ambiziosi hanno rifiutato di accettare nel sistema “falle” – come la richiesta di utilizzare vecchi crediti di emissione per raggiungere gli impegni attuali e il tentativo di promuovere la doppia rendicontazione delle riduzioni delle emissioni – promosse in particolare da Brasile e Australia.

 

Tuttavia, nonostante il dramma diplomatico consumatosi a Madrid sull’articolo 6, occorre considerare che i maggiori avanzamenti in termini di riduzione delle emissioni sono stati acquisiti grazie a strumenti altri rispetto ai mercati del carbonio, come la tassazione delle emissioni, i limiti alle emissioni nel settore dei trasporti, o il sussidio diretto alle fonti rinnovabili.

 

La vera partita si gioca dunque nel 2020. La co-presidenza italo-britannica dovrà lavorare con i partner Onu all’incremento degli impegni di riduzione delle emissioni presentati nel 2015 – un impegno uscito dalla COP25 che sembra al momento forse l’unica nota positiva.

 

La co-presidenza italo-britannica sarà anche un test per la coordinazione europea post-Brexit. Al momento vi si può guardare con un certo ottimismo, vista l’attenzione che il riconfermato premier britannico Boris Johnson intende dedicare al tema climatico.

Ma soprattutto sarà un test per la leadership attesa dalla strana coppia composta da Cina e Unione Europea. Da loro si attendono iniziative climatiche concrete prima della prossima COP, al summit di Lipsia previsto per il settembre 2020.

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