LEONARDO BECCHETTI ( economista, vedi art.sg. ), BLOG SU REPUBBLICA, LA FELICITA’ SOSTENIBILE … PUBBLICHIAMO QUALCOSA… ++ ELENCO DEGLI ALTRI BLOG DI REPUBBLICA .-

 

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3 novembre 2019

 

 

In onore del dibattito pubblico in politica

Il dibattito pubblico fuori e dentro il parlamento per la limatura del DEF è un grande valore, va benedetto perché l’intelligenza collettiva è superiore a quella individuale. Smettiamola di demonizzare il dibattito. Invece gustiamocelo e impariamo da esso perchè è la cosa più preziosa che abbiamo. Il paese è fatto di politici e non con diversi livelli di studi e competenza, esperienze di vita variegate che hanno generato molteplici e distanti punti di osservazione sulla realtà. Nell’accademia consideriamo un buon dibattito con tante domande dopo la presentazione di un lavoro di ricerca una fonte preziosa di suggerimenti ed un grande arricchimento che consente di migliorare il lavoro stesso nella sua versione finale. La nota con i ringraziamenti è una delle parti più importanti del lavoro e la sua ampiezza con ringraziamenti ad un gran numero di contributori per i suggerimenti ricevuti segnala che l’opera si è affinata ed arricchita attraverso diversi contributi ed una dialettica importante. Il gusto per la dialettica e la convinzione che essa ci migliora è tale che qualche volta si esagera arrivando addirittura a motti famosi ma un po’ sadici dove si afferma che durante i seminari deve scorrere il sangue (il tutto per dire che una discussione anche aspra fa bene alla crescita delle conoscenze). Evitando questi accessi avere un dibattito politico, ricco, vivace ma sempre rispettoso dei punti di vista altrui è una ricchezza inestimabile. Nel paese però oggi prevale un altro atteggiamento. Se qualcuno discute un tema o un provvedimento lo si considera un atto di lesa maestà e una parte della stampa subito svilisce la discussione riducendola ad una questione di gelosie, invidie ed attacchi personali. Non c’è il gusto di ragionare sul valore o meno della proposta e si scade immediatamente nel riportare che A ha tradito B e che la loro coalizione è ormai ai minimi termini. Dal generale al particolare trovo importantissimo e prezioso che si sia discusso se cambiare o no il regime forfettario delle partite IVA, se sia il caso o no di introdurre la tassa sulla plastica e cose del genere. Quello che è importante è che alla conclusione del dibattito, più ampio, ricco e aperto possibile, si arrivi ad una conclusione condivisa, il che implicherà il sacrificio della visione di ciascuno che non potrà essere incorporata al 100 percento nel provvedimento finale. Smettiamola di demonizzare il dibattito. Invece gustiamocelo e impariamo da esso perchè è la cosa più preziosa che abbiamo.

I cinque errori dell’immaginario sovranista

 

I cinque errori dell’immaginario sovranista

 

Nelle chiacchiere al bar, sul treno, sui social l’immaginario sovranista si fa forte di cinque proposizioni sbagliate su cui si fondano tutte le certezze. Se vogliamo sgonfiare la bolla dobbiamo parlare con le persone in carne ed ossa ed affrontare questi cinque punti. Una traccia assolutamente sintetica e parziale da arricchire.

Diamoci da fare, discutiamo e parliamone

 

 

Errore numero uno. Monti ha rovinato l’Italia

Qualunque studente con nozioni minime di economia finanziaria direbbe il contrario: Monti ha salvato l’Italia dal default. In quel momento avevamo la pistola alla tempia e non si poteva fare altro per bloccare la speculazione ed evitare il fallimento del paese. Ci sono i politici-cicala che spargono illusioni insostenibili creando danni nell’immaginario collettivo e i politici-formica a cui poi tocca il lavoro sporco di mettere assieme i cocci. Un dualismo che esiste dai tempi di Lucignolo e del grillo parlante, del gatto e la volpe e di Geppetto

 

Errore numero due. Le difficoltà dei ceti medi e più deboli degli ultimi decenni dipendono dall’euro

Sono comuni a tutti i paesi del mondo ad alto reddito. Sono molto più aspre nei paesi del sovranismo monetario come Stati Uniti e Regno Unito che avevano a disposizione il cambio per contrastarne eventualmente gli effetti. L’epidemia di morti per disperazione negli Stati Uniti (si legga il bel lavoro del nobel Angus Deaton del 2015) ha prodotto quasi 400,000 morti tra suicidi ed overdose di oppioidi negli ultimi dieci anni (non tra i neri e gli ispanici però). E’ il frutto di una concorrenza serrata nella globalizzazione dei paesi emergenti verso i paesi ad alto reddito che si abbatte su una classe sociale caratterizzata da bassa istruzione, difficoltà occupazionali in una cultura di ossessione per la competizione di status e povertà relazionale.

 

Errore numero tre. Senza l’euro staremmo meglio

Un’uscita unilaterale dell’Italia produrrebbe conseguenze disastrose e il fallimento del paese. La svalutazione del cambio per essere più competitivi è una chimera perché nell’attuale polverizzazione globale delle filiere conta molto meno che in passato e comporterebbe un aumento del costo delle importazioni. Da soli saremmo comunque a rimorchio delle decisioni macroeconomiche dei giganti (USA, UE) nelle quali non potremmo più mettere bocca. Non avremmo più il potente ombrello protettivo della BCE. Correremmo il serio rischio di una deriva argentina: non è vero che stampando più moneta si può risolvere qualunque cosa perché i paesi a sovranità monetaria falliscono molto spesso a causa dei debiti in valuta estera necessari per pagare importazioni più care a causa della svalutazione del cambio o debiti con l’estero pregressi. Non è vero che l’unico modo per essere competitivi è svalutare il cambio o ridurre i salari. La competitività dipende dalla qualità dei prodotti e dall’efficienza del sistema paese.

 

Errore numero quattro. Salvini ha fermato l’invasione straniera che ci avrebbe rovinato…adesso col nuovo governo saremo invasi

Da sempre nella storia dell’uomo le migrazioni producono benefici a chi emigra, ai parenti rimasti a casa con le rimesse, ai paesi di origine e di destinazione. I lavori dei migranti e degli autoctoni sono in larga parte complementari e non sostituti. I nuovi arrivati contribuiscono al welfare, ai consumi interni, hanno un tasso d’imprenditorialità più elevato, si specializzano in attività che speso gli autoctoni non vogliono svolgere, aumentano il tasso di diversità di beni e servizi che ha effetti positivi sulla crescita. La paura e l’ossessione dell’invasione è stata abilmente costruita a fini di speculazione politica. Il declino demografico del paese ci porterà, se continua l’attuale trend, ad un rapporto di uno ad uno tra popolazione non in età da lavoro e popolazione in età da lavoro nel 2050. L’attuale livello di popolazione potrebbe essere mantenuto soltanto con un 50 percento di popolazione immigrata. Tra qualche anno, aspettando una ripresa della natalità che potrà realizzare effetti sul mercato del lavoro solo lentamente nel tempo, avremo un enorme bisogno di lavoratori migranti per coprire i buchi del nostro sistema

 

 

Errore numero cinque. Salvini avrebbe combattuto l’Europa facendoci avere quello che l’Europa ci ha tolto

L’assalto sgangherato e pasticcione di Salvini all’Europa ci ha lasciato un conto di 20mld come interessi da maggiore spread che paghiamo e che dovremo pagare sui nuovi titoli emessi in questi quattordici mesi fino alla loro scadenza. Continuando su questa strada Salvini avrebbe potuto provocare una vera e propria crisi finanziaria con danni drammatici per i nostri portafogli. L’UE è cambiata dopo i “lutti” della Grecia, della crisi dell’euro e della Brexit. Le politiche monetarie della BCE sono ultraespansive e garantiscono un futuro a tassi zero o negativi per le emissioni del debito pubblico anche dei paesi periferici come Italia, Spagna e Portogallo. Si comincia persino a parlare di helicopter drop of money (soldi inviati ai singoli cittadini) per sostenere la domanda interna finchè l’inflazione resterà così fiacca. Con un po’ di accortezza è possibile far ripartire gli investimenti privati rilanciando il progetto Industry 4.0 e quelli pubblici sbloccando i fondi già stanziati e non ancora trasformati in investimenti. E’ inoltre possibile dare un contributo importante alla ridefinizione delle regole sul Patto di Stabilità in Europa oggi in discussione con l’ipotesi di scorporare dal deficit investimenti pubblici più produttivi concordati con l’UE

 

Conclusione ed errore generale che spiega tutti gli altri

In economia esistono solo due operazioni.

La prima è 1+1=3 ed è la superadditività generata dalla fatica di costruire fiducia e di cooperare tra diversi che produce un totale superiore alla somma di quello che avremmo fatto separatamente da soli. L’unione fa la forza, le diverse competenze e punti di forza diventano tessere di un puzzle più grande.

La seconda è 1 contro 1 che fa sempre meno di 2. Ovvero quando qualcuno che pensa di essere più intelligente fa il prepotente e sceglie la via del conflitto per strappare un pezzo più grande di torta la torta si riduce perché il conflitto distrugge valore. Questo vale per le guerre commerciali coi dazi tra paesi come per i conflitti etnici, tra i Nord e i Sud, tra nativi e migranti e persino tra condomini.

L’errore generale dei sovranisti che spiega tutti gli altri è credere che la seconda operazione sia meglio della prima. Mentre invece è sempre un disastro, umano, sociale ed economico

Di cosa riteniamo Salvini responsabile (in sei punti)

 

Il presidente del consiglio Conte ha concluso la sua azione di governo con un circostanziato atto di accusa a Salvini ritornando sul tema di discussione che anima e divide il paese in questo momento.

E’ opportuno cercare di ragionare a mente fredda sul motivo del contendere e sulle ragioni che portano tanti italiani a vedere in Salvini un pericolo fino a convincere il senatore Renzi a cambiare radicalmente la sua opinione sulla possibilità di dialogo con il movimento CinqueStelle.

A Salvini sono a mio avviso riconducibili sei capi di accusa

La prima è quella di aver usato in maniera spregiudicata i social media creando un sistema di “squadrismo digitale” e manipolando i nuovi mezzi di comunicazione per produrre narrative e verità falsate ed influenzare l’agenda dei temi di discussione nella direzione voluta. In particolare creando la semplificazione di due “nemici” (Unione Europea e migranti) che sono da combattere perché responsabili dei mali del nostro paese. L’essenza di questa narrazione è che i mali economici del paese sono causati dall’euro e che uscendo dall’euro questi mali possono risolversi. Per quanto riguarda i migranti, secondo una narrativa creata ad arte, il flusso dei “clandestini” verso il nostro paese sarebbe organizzato da poteri forti che, attraverso i trafficanti di esseri umani, vogliono invadere il nostro paese e mettere a rischio la nostra tradizione e civiltà occidentale. Lo squadrismo digitale consiste nell’attaccare chi porta opinioni diverse e contrarie non con ragionamenti e dialogo ma con intimidazione, insulti e assalti di “moltitudini” create artificialmente attraverso l’utilizzo di indirizzi multipli.  Attraverso questi mezzi e perseguendo questa strategia Salvini ha la responsabilità di aver imbarbarito il paese anteponendo l’idea del conflitto (quell’uno contro uno che fa sempre meno di due) a quella faticosa ma più generativa della cooperazione (uno più (con) uno fa tre).

La seconda, legata alla questione della manipolazione della realtà, è l’aver speculato sulle paure degli italiani (l’invasione dei diversi da noi che ci tolgono il lavoro) trasformandole in odio e razzismo. Travisando anche qui totalmente i dati di fatto se andiamo a guardare alle evidenze consolidate sull’effetto dei migranti sulle economie dei paesi di destinazione (creazione di lavoro, di imprese, aumento di domanda, contributo positivo al welfare e miglioramento della condizione economica dei nativi).

La terza è quella di utilizzare in modo strumentale ed arbitrario simboli cattolici ai fini del consenso elettorale senza poi far coincidere simboli utilizzati e politiche coerenti con i valori che essi implicano. Inutile dire che i momenti salienti dell’Antico e Nuovo Testamento che segnano il progresso della riflessione credente e la crescita spirituale della civiltà cristiana sono quelli in cui si va oltre le convenzioni del tempo con gesti “scandalosi” di accoglienza di stranieri ed esclusi. L’accoglienza dello straniero e del prossimo (tale è lo straniero che si avvicina alle nostre coste) è un capisaldo della cultura religiosa. Baciare il rosario, usare simboli religiosi come amuleti ed essere crudeli con i migranti sono due comportamenti totalmente agli antipodi.

La quarta è l’aver scientemente operato per dividere il mondo cattolico tra tradizionalisti e “Bergogliani” cercando di creare una contrapposizione tra chiesa dei valori e chiesa del sociale che nella dottrina sociale della Chiesa (e nel pontificato di Bergoglio) non esiste.

La quinta è l’aver fatto leva sull’avventurismo economico che vagheggia la terra promessa dell’uscita dall’euro creando un conflitto permanente con l’Unione Europea e rischiando di farci precipitare in una catastrofe economica e finanziaria se il progetto vagheggiato si realizzasse veramente. E facendoci pagare già ora il costo del conflitto in termini di mancanza di fiducia dei mercati e aumento del costo del debito

La sesta è quella di voler sovvertire le regole democratiche e i loro pesi e contrappesi avocando a sé pieni poteri con rischi di deriva autoritaria

A questo punto bisogna però chiedersi perché ad una percentuale non irrilevante di elettori piace Salvini (secondo i sondaggi più recenti il 36% dei votanti che sono circa la metà degli aventi diritto quindi non più del 18 percento). I motivi sono che Salvini li ha convinti con metodi e strumenti raccontati sopra di questa narrazione. E quindi si è autocostituito come uomo forte che “fa le cose” e protegge gli italiani dai pericoli dell’euro e dei migranti.

La realtà dei fatti è drammaticamente diversa e rischia di portare il nostro paese alla deriva se resterà vittima di questa perversa “fascinazione”. La guerra all’Europa ci ha portato solo più spesa per interessi e ci impedisce di usufruire appieno delle politiche monetarie favorevoli di cui i nostri cugini mediterranei (Spagna e Portogallo) stanno pienamente godendo. La narrativa sui migranti e le politiche realizzate da Salvini ci immiseriscono umanamente, socialmente ed economicamente.

Sono questi i motivi che spingono gran parte della classe politica e dell’opinione pubblica a cercare di costruire un governo di legislatura che ci consenta di voltare pagina e narrativa per quattro anni abbandonando la schiavitù del sondaggio del giorno dopo e mandando avanti il paese. Tra quattro anni gli elettori giudicheranno il governo uscente e questa scelta.

 

 

 

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