Tutte le opere
Io sono un filo d’erba/ un filo d’erba che trema./ E la mia patria è dove l’erba trema
«Intellettuale di tipo nuovo» per Italo Calvino, Rocco Scotellaro «in modo forse più completo d’ogni altro s’era avvicinato all’ideale d’uomo che la gioventù della Resistenza conteneva potenzialmente in sé», perché «impegnato sul fronte più avanzato della lotta sociale e sul piano più qualificato della cultura letteraria nazionale.» Una profonda contraddizione sentimentale, che rispecchia quella della società, solca la poesia di Scotellaro e diventa motivo ricorrente dell’intera opera oltre che motore della sua attività: il contrasto tra infanzia e maturità, rassegnazione e insofferenza, paese e città, mondo contadino e modernità, amore e disamore. I suoi interessi spaziano dall’economia alla cultura popolare, all’organizzazione sindacale; la scrittura si muove tra poesia, narrativa, inchiesta antropologica, giornalismo e cinema. Con apporto di inediti significativi, questo volume dà conto di tutte le facce di un’opera intensa e poliedrica, che alla metà degli anni Cinquanta fu banco di prova della discussione – politica, oltre che letteraria – sulla questione meridionale. E anche nel rilievo dato dal poeta «delle Lucanie del mondo» al valore dell’armonia tra uomo e natura insito nella civiltà contadina risulta evidente la dirompente attualità del suo messaggio.
RECENSIONE ::
Rocco usciva di casa la mattina e andava al bar a incontrare la gente del suo paese, ascoltarla, salutarla, condividere con lei gli umori e le scelte da affrontare, i disagi, le storie, le necessità. Poi dal barbiere, dove gli incontri continuavano con altri concittadini, lì nella sua Tricarico, in quel magnifico centro storico medievale cullato dai dossi materani. E quel ventre povero, quasi dimenticato, diventava nella sua anima il senso e la salvezza del proprio mandato, una missione etica da tramandare intatta, lo sforzo di una riflessione poetica che adagiasse sul tempo le sue impronte sincere, il tatto dei suoi respiri, dei suoi battiti caldi: “Ho capito fin troppo gli anni e i giorni e le ore/ gl’intrecci degli uomini, chi ride e chi urla/ giura che Cristo poteva morire a vent’anni,/ le gru sono passate, le rondini ritorneranno./ Sole d’oro, luna piena, le nevi dell’inverno/ le mattine degli uccelli a primavera/ le maledizioni e le preghiere”. Dolore e carenza, solitudine e cammino, ma una voce autentica non si fa arrestare dal male, e lo impegna, lo assume, lo attraversa, come una lama di parole nel sangue incompreso di tanta solare poesia. Rocco era sindaco ed era ancora ragazzo, veglia sul destino pubblico e sguardo su quel fazzoletto offeso che trasudava ad ogni istante vita stupenda. Se ne andò a trent’anni come tramonta un fiore perfetto, nel nonsenso del tempo e dei suoi giochi ingiusti: “…E se ci affoga la morte nessuno sarà con noi,/ e col morbo e la cattiva sorte nessuno sarà con noi./ I portoni ce li hanno sbarrati/ si sono spalancati i burroni./ Oggi ancora e duemila anni/ porteremo gli stessi panni./ Noi siamo rimasti la turba/ la turba dei pezzenti,/ quelli che strappano ai padroni/ le maschere coi denti”. Piangono anche le virgole, ma di gioia, se manovrate dal polso di un uomo simile. Non importano i risultati. La poesia sta al mondo perchè il mondo è orfano di parole vere. Poi si perde lo stesso, ma Sentendo. E questo basta, e salva. — CRISTIANO CANT — https://www.ibs.it/mio-ibs/recensioni/Cristiano%20Cant/2430607
IL MANIFESTO DEL 3 OTTOBRE 2019
https://ilmanifesto.it/rocco-scotellaro-uomo-e-poeta-in-rivolta/
CULTURA
Rocco Scotellaro, uomo e poeta in rivolta
NARRAZIONI. Il volume appena edito da Mondadori delle opere complete di Rocco Scotellaro, verrà presentato alla Gnam di Roma oggi alle 17,30
Per Mondadori è stato pubblicato il volume Tutte le opere di Rocco Scotellaro (pp. 830, euro 28) per la cura di Franco Vitelli, Giulia Dell’Aquila e Sebastiano Martelli. In realtà si tratta del corpus delle opere maggiori del poeta lucano di Tricarico, morto prematuramente a trent’anni nel dicembre del 1953.
Un volume di cui si sentiva il bisogno perché mai come oggi il giudizio lusinghiero di Franco Fortini su questo impegnato (socialmente e artisticamente) poeta civile risuona come monito: «Si sbagliano di grosso coloro che volessero farsene una bandiera per contrabbandare i loro lamenti e la loro retorica socialpopulista». Ecco, se c’è una cosa che non si può imputare a Scotellaro è la retorica.
Magari c’è, in alcuni testi, del resto incompiuti (pensiamo all’inchiesta «Contadini del Sud»), il segno di una acerbità che non ha avuto il tempo necessario per esprimersi, ma ciò che risalta di più – dalle poesie ai racconti, dal romanzo L’uva puttanella al corpus incompiuto sui contadini dove ha dato un esempio alto di inchiesta politica e umana, dalle prose giornalistiche agli scritti cinematografici – è la figura di un uomo che non riesce a scindere impegno politico e umano da quello artistico e ne fa la cifra della sua vita e, si potrebbe dire, della sua morte. E mai come in questo periodo si avverte il vuoto di personalità forti e appassionate come Rocco Scotellaro che ha lasciato traccia in versi moderni impastati in un mondo contadino che lungi dall’essere morto reclama la sua «eternità» in un gioco dove natura e corpo sono tutt’uno, inscindibili.
Dove l’antica contraddizione tra città e campagna è risolta in versi che parlano all’oggi più che allo ieri, e sarebbe bello sapere cosa ne pensano i ragazzi che stanno riprendendosi le strade del mondo in nome di una natura (e di un’umanità) più che oltraggiata.
Un volume da leggere per riscoprire un autore moderno perché antico, ricco di sfaccettature. E fa bene Franco Vitelli, attento studioso da sempre del poeta, a rimarcare che Scotellaro «non è poeta della Lucania, casomai delle Lucanie del mondo. E l’eco di quel grido della rivolta contro le ingiustizie sociali trova ancora orecchie disponibili all’ascolto nel tessuto di una società oggi così lacerata».
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Il volume verrà presentato alla Gnam di Roma oggi alle 17,30 (Sala delle Colonne). Interverranno i curatori del volume: Franco Vitelli, Giulia Dell’Aquila e Sebastiano Martelli. Coordina Giuseppe Appella. Legge Blas Roca-Rey.
Commovente, nel senso che smuove cuore e intelligenza, il ritratto di questo personaggio originale e inconsueto.