TRAILER ITALIANO — durata::2,20 minuti
IL REGOSTA E SCENEGGIATORE IGORT SUL SET
Clip “Ti ho mai raccontato di Lino?”–durata: 1,22
CLIP : ” BANG BANG “. durata: 1.02
clip: ” CI HO DOVUTO STERMINARE LA FAMIGLIA “—durata: 1.19
DONATELLA D’IMPORZANO
Nell’ambito del ” Non c’entra assolutamente niente”, vi parlo del film che ho visto ieri: “5 è il numero perfetto” di Igort, nome d’arte del fumettista Igor Tuveri.
La trama sembra una storia normale di camorra:
Peppino Lo Cicero, camorrista di seconda classe in pensione, torna a uccidere ( aveva sempre fatto il sicario per conto terzi), dopo l’omicidio di suo figlio.
Si scatena una vera e propria mattanza che avrà un finale a sorpresa.
IL RIONE STELLA:: ” Le facciate dei palazzi illuminate, i vicoli bagnati dalla pioggia, i panni stesi dai balconi che s’intravedono in fondo al “Canalone”, come i residenti chiamano la scalinata che conduce da via Santa Teresa degli Scalzi al Rione Sanità.”–https://www.ilmattino.it/
L’ambientazione è una Napoli cupa e piovosa degli anni ’70, che assomiglia di più alla cupezza della Londra di Jak lo Squartatore che alla solare metropoli mediterranea.
Sono molto curati i particolari ( l’acciottolato bagnato e viscido, le mura scrostate dei palazzi, le gocce della pioggia, la moka e la napoletana per l’onnipresente caffè). Più che un film sembra un fumetto ( di cui l’autore è uno dei più quotati rappresentanti a livello anche europeo e mondiale, oltre che italiano).
Del fumetto mantiene anche il ritmo: la storia è suddivisa in cinque capitoli e, pur essendo ampiamente fornita di dialoghi, viene narrata soprattutto per immagini. Vi sono reminiscenze da western, con un linguaggio più grottesco che tragico.
Alcuni personaggi, come quello principale dell’anziano gangster, sono caratterizzati da fumettistiche caratteristiche fisiche ( il naso eccessivamente aquilino, la gobba, il ciuffo esagerato).
Ogni inquadratura del film sembra una tavola, che rievoca anche pittori contemporanei famosi. Insomma, quasi un graphic novel in versione cinematografica. Il film, con l’altissimo numero di morti ammazzati, possiede però una sua leggerezza e una sua ironia e, se il contenuto è tragico, non suscita particolari emozioni proprio per il suo tipo di linguaggio.
Gli interpreti, tra cui risalta nella parte principale un bravissimo Toni Servillo ( (nel cast Valeria Golino e Carlo Buccirosso), sono tutti all’altezza della situazione.
L’elemento più inquietante è il paesaggio, cupo e quasi sempre sotterraneo.
Anche il finale, che cambia in uno scenario caraibico, mantiene una ambiguità che sa di cartolina e di cartongesso.
Il film, prodotto nel 2019, ha la durata di 1h 40minuti. La sceneggiatura è dello stesso regista.