ROBERTA ZUNINI ( qualcosa al fondo ), Olga, Greta, Bonnie e le altre: le ragazze contro il “sistema”–IL FATTO QUOTIDIANO DEL 4 AGOSTO 2019

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 4 AGOSTO 2019

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/08/04/olga-greta-bonnie-e-le-altre-le-ragazze-contro-il-sistema/5367313/

 

IN EDICOLA/MONDO

Olga, Greta, Bonnie e le altre: le ragazze contro il “sistema”

Olga, Greta, Bonnie e le altre: le ragazze contro il “sistema”

Le giovanissime e le proteste. Combattono Putin e le lobby, manifestano per i diritti negati e per la democrazia

 

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Mentre i germi della “democrazia illiberale”, di cui il presidente russo Vladimir Putin è il portabandiera, continuano a proliferare anche in Occidente, alcune ragazze sembrano le uniche davvero coscienti delle conseguenze a breve e a lungo termine di questa epidemia. Assieme a tante altre adolescenti che usano i social network in modo intelligente ed evitano la propaganda televisiva, Olga, Greta, Emma, Ahed e Bonnie non temono di schierarsi contro i poteri forti, le lobby transnazionali e gli autocrati.

Se di Greta Thunberg, attivista contro le emissioni di gas serra, si è detto tutto e il contrario di tutto – soprattutto per screditarla – vale la pena segnalare che la giovanissima ragazza svedese non è sola.

 

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A partire da Olga Misik, arrestata ieri per aver letto alcuni articoli della Costituzione russa davanti a un plotone di Omon (gli agenti anti-sommossa) durante le manifestazioni del sabato contro l’esclusione dei candidati dell’opposizione alle imminenti elezioni municipali di Mosca. “Ho letto l’articolo 31 della Costituzione, che prevede la libertà di assemblea, il 29 sulla libertà di parola, e l’articolo 3, che descrive il popolo come la principale fonte del potere: volevo spiegare agli agenti che la gente si era radunata pacificamente e quindi legalmente”, ha spiegato Olga, 17 anni, alle telecamere internazionali.

Studentessa all’ultimo anno di liceo, Olga vive in una città a 100 chilometri dalla capitale russa e proviene da una famiglia che finora ha sostenuto Putin, come lei stessa ha fatto notare. Secondo Olga “la Costituzione non deve sembrare una raccolta di barzellette e il programma del governo non deve essere basato sui romanzi di George Orwell”. Ignorata dalla stampa locale per non contrariare lo Zar Vlad, Olga ha raccontato ai media internazionali di far parte del movimento “Bessrochka’ che non ha leader né una struttura centrale. Siamo piuttosto diffusi sul territorio, comunichiamo su Telegram, partecipiamo a manifestazioni, distribuiamo giornali, volantini e adesivi”.

 

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Prima di Olga e Greta, l’anno scorso si era contraddistinta per carisma e determinazione Emma Gonzales, 17 anni, sopravvissuta il 14 febbraio del 2018 all’attacco con armi d’assalto al liceo Douglas di Parkland, in Florida, che questa adolescente con la testa rasata, già attivista per i diritti di gay e lesbiche, frequentava. A distanza di un mese dal massacro, grazie alla sua iniziativa, più di un milione di persone si sono riversate nelle strade di tutti gli Usa e di molte città europee per la March For Our Lives (“Marcia per le nostre vite”) indetta per chiedere regole più severe sul possesso di armi. Le sue parole incrinate dal pianto e, soprattutto, il silenzio durato 6 minuti e 20 secondi – il tempo impiegato da Nikolas Cruz per uccidere i 17 compagni di scuola – chiesto da Emma alla folla mentre si trovava sul grande palco allestito a Washington hanno aperto gli occhi a molti suoi coetanei che hanno aderito al movimento Never Again (“Mai Più”) fondato da questa ragazza figlia di esuli cubani. Anche la giovanissima nipote di Martin Luther King è salita sul palco al fianco di Emma per condannare la Nra, la potentissima lobby delle armi americane e il presidente Trump che continua a difenderla per non alienarsi il voto degli industriali della guerra. “Se l’assassino avesse avuto un coltello anziché un mitragliatore semi automatico, sarebbero morti meno compagni. Qualora il presidente venisse a dirmi in faccia che è stata una tragedia terribile, gli chiederò quanti soldi ha ricevuto dalla National Rifle Association. Ma non importa perché lo so già. Trenta milioni di dollari”, ha denunciato la giovane attivista, riferendosi alle donazioni ottenute da Trump per la campagna presidenziale.

 

 

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Contro il governo israeliano promotore dell’apartheid di Bibi Netanyahu, amico personale del genero di Trump che sostiene e finanzia apertamente le colonie illegali nei Territori Occupati, si batte un’altra giovane, la palestinese Ahed Tamimi. Diventata nota l’anno scorso quando venne incarcerata ancora minorenne solo per aver dato uno schiaffo a un soldato israeliano che l’aveva minacciata in seguito al rifiuto di farlo entrare in casa propria, Ahed ha promesso che continuerà a battersi contro l’occupazione israeliana.

 

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‘No-one should blame these young protesters before they blame the tyranny’ –tradotto nella frase in fondo all’articolo.

Dall’altra parte del mondo, a Hong Kong , c’è un’altra ragazza che sfida addirittura la super potenza di questo Millennio: la Cina. Si tratta di Bonnie Leung, la portavoce degli studenti che da un anno manifestano nell’ex colonia britannica contro le interferenze e violazioni dei diritti civili da parte del regime “comunista” guidato dal presidente a vita Xi Jinping. Bonnie ha detto che “nessuno dovrebbe osare biasimare i manifestanti senza avere prima condannato la tirannia”.

 

 

 

Roberta Zunini

Roberta Zunini

Giornalista

 

 

ROBERTA ZUNINI NEL LINK SOTTO SI PRESENTA

https://www.ilfattoquotidiano.it/blog/rzunini/

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1 risposta a ROBERTA ZUNINI ( qualcosa al fondo ), Olga, Greta, Bonnie e le altre: le ragazze contro il “sistema”–IL FATTO QUOTIDIANO DEL 4 AGOSTO 2019

  1. Donatella scrive:

    Forse una coincidenza, ma che questi personaggi, coraggiosi e pacifici, siano tutte donne, fa sperare ed inorgoglire di appartenere a quel genere ( senza razzismi verso l’altra metà del cielo).

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