repubblica del 06 luglio 2019
Longread ( articolo lungo )::: Solidarietà
Carola Rackete e gli altri: la generazione che non sta seduta
Da Joshua Wong, leader della protesta di Hong Kong, al fumettista Zerocalcare; da Alexandria Ocasio-Cortez a Greta Thunberg: ecco chi sono i giovani che, come dice la capitana della Sea Watch nell’intervista a Repubblica, hanno deciso di non stare seduti a guardare
di Paolo di Paolo Paolo Di Paolo (Roma, 7 giugno 1983) è uno scrittore italiano.
Non è vero che non si può scegliere. Non è vero che un gesto non fa mai la differenza. Non è vero che niente può cambiare. Il primo scudo che occorre portarsi appresso è quello contro il cinismo degli altri. C’è sempre qualcuno che alza le spalle, che dice: dove credi di andare? Cosa pensi di fare? E ghigna. Tutto resterà uguale.
Ma io penso a un ragazzo di ventiquattro anni che dice: non voglio diventare come quei padri che sorridono agli entusiasmi dei figli, ai loro sogni, e li trattano da illusi. Il ragazzo in questione non ha fatto in tempo a compiere venticinque anni, si chiamava Piero Gobetti. Non tollerava l’apatia: “Essere ad ogni momento noi, realizzare tutta la possibilità di azione per noi e per gli altri in ogni istante”, scriveva. Non stava seduto ad aspettare.
Un particolare veleno – il disincanto – è piovuto nelle nostre minestre nel corso di questi anni. Non è facile esserne immuni. Il tramonto del secolo breve e lunghissimo che abbiamo alle spalle ha mandato in soffitta ideologie e parecchi strumenti di interpretazione del mondo. C’è chi ha pensato che fosse finita la politica. Ma un signore che quel secolo l’aveva attraversato tutto, Vittoria Foa, diceva che non era il caso di sentirsi orfani. Che i valori non sono collocati in un posto fisso, “bisogna cercarli ed è una fatica”.
E che c’è un’occasione straordinaria, unica, per darsi da fare. Quando gli chiesero un augurio, anche solo un consiglio, per i giovani che avrebbero vissuto il secolo nuovo, disse una cosa spiazzante. Disse: state svegli, non abbandonatevi ai sogni. Insolito, no? “Quando scegli non devi sognare, tu sei responsabile”. Quando scegli, “con tutta l’intensità della personalità”, come hanno fatto Carola Rackete o Joshua Wong, non puoi stare seduto.
Alexandria Ocasio-Cortez
La deputata dem che sfida Trump con il Green New Deal
immagine dal suo sito Twitter–https://twitter.com/anna_lombardi
di Anna Lombardi — giornalista- La Repubblica
Lanciò la sua campagna con un video virale: “Da dove vengo io il codice postale determina il destino. Donne come me non è previsto che corrano per il Congresso”. E invece. Oggi Alexandria Ocasio Cortez, 29 anni, è la più giovane deputata mai eletta al Congresso, la Millenials che ha sdoganato la parola socialista, imponendosi come simbolo del cambiamento. Nata nel Bronx ma di origine portoricana ha studiato economia mantenendosi lavorando come barman. Esperta utilizzatrice dei social, tiene i rapporti con la sua base parlando di politica via Twitter e Instagram. Ha lanciato il “Green New Deal” ambizioso progetto di far abbandonare all’America il carbon fossile caro a Trump per adottare solo energie rinnovabili entro 10 anni, appoggiato da 15 dei candidati in gara per la nomination dem.
Zerocalcare
Il fumetto impegnato che parla a tutti e non fa compromessi
di Luca Valtorta (Milano, 20 maggio 1964) è un giornalista italiano.
Michele Rech in arte Zerocalcare è la dimostrazione che i centri sociali sono il contrario di quello che una certa narrazione vorrebbe: luoghi di libertà dove si impara il confronto e a volte pure un mestiere. Perché Zerocalcare ha iniziato così: facendo politica e disegnando locandine per i concerti. Il suo impegno però è fortemente allergico a certi slogan e luoghi comuni: lo mostra un volume come Kobane Calling che costituisce forse il vertice del lavoro di Zerocalcare perché riesce a mettere insieme ironia, momenti drammatici, capacità di autocritica e impegno civile. Perché la cosa fondamentale di Zerocalcare è la capacità di parlare a un pubblico trasversale e rifiutandosi di diventare “portavoce” di alcunché e dicendo no a opportunismi che snaturano ciò che sei. Almeno se si vuole essere credibili.
Marc Gasol
La star della Nba che sceglie di salvare i migranti
di Walter Fuochi–
Basket City – Blog – Bologna – Repubblica.it
Marc Gasol é un campione del mondo. Coi Toronto Raptors, meno di un mese fa, ha vinto il titolo del basket Nba, la lega professionistica americana. 216 centimetri, ruolo pivot, il suo ingombro volumetrico accentuò ancor più lo stupore di vederlo, l’estate scorsa, a bordo della Open arms, nave della ong Proactiva che soccorreva i migranti. Sergio Scariolo, il tecnico italiano che lo allena lo racconta normalizzandolo, come certo piacerebbe anche a lui. “Marc e un ragazzo profondo, riflessivo, che ama aiutare gli altri”. Già metteva soldi per i meno fortunati. Nel luglio 2018 salvò una donna, unica sopravvissuta delle tre persone che i libici abbandonarono su una zattera alla deriva. “Frustrazione, impotenza, rabbia. Ecco ciò che provo. E ammirazione per quelli che stavolta chiamo miei compagni di squadra”.
Joshua Wong
Un ombrello come simbolo della democrazia
di Filippo Santelli, è giornalista freelance e collaboratore di Repubblica. Scrive di economia, innovazione e esteri, ma sconfina con piacere.
Poche ore dopo essere uscito dal carcere, Joshua Wong era già tornato in prima linea. Non conosce altro posto questo ragazzo di 22 anni, simbolo dell’Hong Kong che scende in strada per difendere la propria autonomia dalla Cina comunista. Cinque anni fa divenne il leader del Movimento pro democrazia degli ombrelli, stupendo il mondo con la feroce determinazione sul viso da adolescente, pagando con condanne varie il suo attivismo. Ora la protesta dell’ex colonia britannica ha altri capi, giovani mascherati, ma lo stesso obiettivo, proteggere l’identità e le libertà di una città che sembra destinata all’assimilazione da parte di Pechino. Per questo Joshua è ancora lì, ora nella veste di politico, numero uno del Partito Demosisto. E promette: “Hong Kong non sarà mai un’altra città cinese”.
Greta Thunberg
Un ciclone che ha scosso milioni di ragazzi
di Luca Fraioli–
Laureato in astrofisica, ha iniziato come divulgatore scientifico e autore televisivo su testate come Le Scienze, Sapere e programmi tv come Superquark. Da freelance ha cominciato l’attività giornalistica nel 1994 collaborando alle pagine scientifiche de L’Unità e l’Espresso. Nel 1995 è stato tra i fondatori di Galileo, primo sito internet di giornalismo scientifico in Italia. Dopo un periodo all’Espresso è passato, nel 2001, al Venerdì di Repubblica. Nel 2008 è passato all’ufficio centrale di Repubblica. Oggi è responsabile della sezione Scienze, tecnologia e Ambiente de La Repubblica.
Se c’è una giovane simbolo della ribellione all’establishment, quella è Greta Thunberg. 16 anni, svedese, figlia di una cantante e di un attore, affetta da sindrome di Asperger, ha iniziato la sua battaglia contro il riscaldamento globale disobbedendo al più classico dei precetti adulti: vai a scuola. Lei no, ogni venerdì ha disertato le lezioni per presidiare il Parlamento di Stoccolma con il cartello “Sciopero scolastico per il clima”. Sembrava una follia, è diventato un ciclone che ha scosso milioni di ragazzi. Non risparmiando le istituzioni. Che prima l’hanno guardata con condiscendenza, poi hanno cercato di disinnescarne il messaggio. Greta ha continuato: “Mi date ragione, ma non fate niente”. La svedese che grida “il Re è nudo” non è stata ancora normalizzata. Ma da sola non potrà fare molto.
Malala
Il Nobel per la pace nato da un blog contro i Taliban
di Francesca Caferri
I leader del mondo fanno a gara a farsi fotografare accanto a lei: ultimo, pochi giorni fa, il presidente francese Emmanuel Macron. Perché Malala Yousafzai in pochi anni è diventata uno dei simboli mondiali del bene assoluto, ben prima che il premio Nobel per la Pace del 2014 rendesse ufficiale il suo ruolo. Aveva 12 anni quando, nel 2009, iniziò un blog per raccontare sul sito web della Bbc come si vivesse sotto i Taliban, che controllavano la zona del Pakistan dove viveva. Quindici quando un sicario mandato dal gruppo le sparò alla testa mentre tornava da scuola su un autobus: si salvò per un soffio, grazie al ponte aereo che la portò in Gran Bretagna e agli sforzi dei medici inglesi. Oggi lavora per garantire il diritto all’istruzione a migliaia di ragazze nel mondo.
L’intervista: Carola Rackete: “Rifarei tutto. Ai giovani dico di non stare seduti.