NEMO :: PERLE E FIORI
REPUBBLICA DEL 05 LUGLIO 2019 –pag. 34
La lettera
Fermiamo la mafia verde
di Stefano Ciafani
Caro direttore, dopo 13 mesi di attività dell’esecutivo Conte ormai è evidente: la lotta alle mafie è scomparsa dall’agenda politica nazionale. Da anni assistiamo all’inabissamento della criminalità mafiosa per fare affari illegali in modo silenzioso.
Lo stesso fenomeno purtroppo è avvenuto per quanto riguarda il dibattito pubblico e i provvedimenti legislativi indispensabili per contrastare efficacemente questa grave forma di illegalità e sostenere l’azione, quella sì infaticabile, di forze dell’ordine e magistratura.
Le organizzazioni criminali, intanto, continuano la loro opera di distruzione dell’ambiente e dell’economia sana. Il nostro Rapporto Ecomafia 2019, con numeri e storie sulla criminalità ambientale, descrive bene la mattanza delle risorse naturali e la minaccia alla salute dei cittadini.
Lo scorso anno sono stati smaltiti illegalmente 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali e sono state costruite 17 mila costruzioni abusive, spesso con cemento scadente e in zone a rischio. Il 45% dei reati ambientali è stato accertato nelle 4 regioni a tradizionale presenza mafiosa, ma anche al nord gli affari loschi non mancano: ce lo ricorda la ’ndrangheta che opera in Lombardia nel settore del movimento terra o la camorra che in Emilia Romagna è attiva nell’edilizia. Nel 2018 il ciclo illegale dei rifiuti e del cemento, il racket degli animali e i furti di opere d’arte e reperti archeologici hanno fruttato nelle casse ecomafiose 16,6 miliardi di euro.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, nello stesso arco di tempo, ha riempito i media di allarmi sulla presunta invasione dei migranti e sulla inevitabile chiusura dei porti, smontando anche il sistema di accoglienza diffusa sul territorio utile all’integrazione. Le ecomafie, come dimostrano i numeri, sono una vera minaccia, ma invece di contrastarle con forza il governo ha allargato le maglie della legalità, approvando il condono edilizio per la ricostruzione post terremoto ad Ischia e nel centro Italia e il cosiddetto sblocca cantieri, che rende più permeabile il sistema degli appalti alle infiltrazioni mafiose. Serve, piuttosto, un decreto sicurezza per completare la riforma del Codice penale inaugurata con l’ottima legge sugli ecoreati del 2015, inserendo anche i delitti contro fauna e flora protette, il patrimonio culturale e le produzioni agroalimentari. Si deve combattere l’abusivismo edilizio evitando il ricatto elettorale, togliendo ai Comuni la competenza degli abbattimenti e affidandola a Stato e Prefetti. È necessario rendere più efficace i controlli ambientali per fermare gli ecocriminali. Di questo ha bisogno l’Italia per combattere i ladri di futuro. Ministro Salvini, non è arrivato il momento di affrontare i veri problemi che minacciano la sicurezza del nostro Paese?
Stefano Ciafani è presidente nazionale di Legambiente
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