AL KHANUN –IN BACTRIANA –UN PEZZO DI GRECIA IN AFGANISTAN –ARCHEOCAFE’, 26 OTTOBRE 2018

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PANORAMICA DI AL KHANUM NELLA QUALE SI VEDONO I BUCHI DELLE CENTINAIA DI SCAVI FATTI DAI RAZZIATORI QUANDO QUESTO LUOGO FU ABBANDONATO A SE STESSO DOPO LA GUERRA CON L’URSS

 

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ARCHEOCAFE’ — 26 OTTOBRE 2018

Ai Khanum: un pezzo di Grecia in Afghanistan

 

 

Ai Khanum: un pezzo di Grecia in Afghanistan

Alessandro Magno è da sempre stato una delle figure più leggendarie della Storia dell’umanità. La figura del condottiero pronto a sfidare i confini del mondo, mai sazio di nuova conoscenza, rimane tutt’oggi nel cuore degli appassionati di viaggi, forse al pari con il mitico Ulisse. Ma oltre ad averci donato una storia personale appassionante, Alessandro il Grande ci ha lasciato numerose tracce del suo cammino, arrivateci sfidando le leggi del tempo e le devastazioni della guerra.

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Tragitto di Alessandro Magno
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QUI E’ RIASSUNTO MA MI SEMBRA CHE SI VEDA UN PO’ MEGLIO…

 

 

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QUI–NELLA CARTINA COMPLETA, SI VEDE LA BACTRIANA…

 

 

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Posizione di Ai Khanum

Immaginereste mai di trovare una Alessandria in Afghanistan? Ebbene, sì: la Grecia, più di 2300 anni fa, è arrivata anche qua.

Tutto iniziò con una caccia…

 

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Capitello corinzio da Ai Khanum, in mostra al Museo Nazionale di Kabul

 

Quando, nel 1962, lo studioso Daniel Schlumberger era impegnato in una battuta di caccia sulle colline della località di Ai Khanum (“Signora Luna”, in lingua uzbeka), degli uomini inciamparono in un grosso blocco calcareo: quando ci si accorse che si trattava di un capitello corinzio, lo stupore e l’emozione fu enorme.

Dal 1964, fino al 1979, il sito fu scavato alacremente da diverse missioni archeologiche francesi. Gli scavi dovettero però essere bruscamente interrotti allo scoppio della guerra russo-afghana (1979-1989).

 

L’estrema frontiera del mondo

 

Ciò che hanno trovato gli archeologi francesi è una vera e propria città greca in tutto e per tutto. Fondata tra il 329 e il 327 a.C., sulle rive del fiume Oxus, la città probabilmente vide il suo massimo splendore durante il III secolo a.C, quando divenne centro nevralgico del regno indo-greco della Battriana; il secolo successivo una violenta invasione di popolazioni nomadi però provocò l’abbandono dell’insediamento e la cacciata delle genti greche.

La tesi comunemente accreditata è che le rovine di Ai Khanum corrispondano ad Alessandria sull’Oxus, costruita come avamposto per vigilare l’estrema frontiera dell’Impero Macedone.

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Planimetria generale della città

Un Palazzo reale, diversi templi, un gimnasio, un teatro, ambienti termali e numerosi frammenti statuari ci presentano una civiltà interessante, dove gli elementi ellenistici talvolta si fondono con il gusto orientale.

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Disco con bassorilievo della dea Cibele, dal Museo Nazionale di Kabul
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Statuetta di Ercole, conservata al Museo Guimet, a Parigi
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Doccione di fontana con maschera teatrale, Museo Nazionale di Kabul

Non c’è dubbio che i primi coloni fossero greci: probabilmente il nucleo originario fu composto da cavalieri tessali, stando alla massima delfica incisa nell’heroon dell’ecista(fondatore) Cineas.

L’iscrizione è un colpo al cuore per chi ama la cultura ellenica:

 

“Da bambino, sii ordinato,

Da giovane, abbi autocontrollo

Da adulto, sii giusto,

Come vecchio, dai buon consiglio,

Quando muori, non aver rimpianti.”

 

 

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Iscrizione dall’heroon di Cineas

Una sorte ingiusta

Purtroppo, dopo il ritiro delle truppe sovietiche nel 1989, l’Afghanistan rimase in uno stato di guerra continuo, le cui vicissitudini interessarono anche l’area di Ai Khanum. La zona fu di fatto abbandonata a sé stessa, con conseguenti degrado e saccheggi. Fortunatamente, alcuni dei tesori di Ai Khanum hanno resistito alla guerra, alcuni sono stati portati in Francia o in Inghilterra, altri invece possono essere ammirati al Museo Nazionale di Kabul. Un motivo in più per visitare l’Afghanistan, terra dalle culture millenarie, quando un giorno tornerà a regnare la pace.

Per chi volesse approfondire:

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