NELLY BLY ( 1864- 1922 ) FU LA PRIMA GIORNALISTA D’INCHIESTA DELLA STORIA AMERICANA… DUE SUOI LIBRI IN ITALIANO; +++ NICOLA ATTADIO, DOVE NASCE IL VENTO, VITA DI NELLIE BLY, BOMPIANI –SI PARLA DI LEI SU ALTERVISTA

 

 

Dieci giorni in manicomio Copertina flessibile – 12 set 2017

di Nellie Bly  (Autore), B. Gambaccini (Traduttore)— 6,37 EURO

 

Around the world in seventy-two days Copertina flessibile – 1 ott 2014

 

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Nellie Bly all’età di 23 anni

 

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nella sua maturità

 

 

 

 

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Nellie Bly (Pseudonym of Elizabeth Cochrane Seaman), (1867-1922); head and shoulders

La storia di Nellie Bly, pioniera di una figura mai esistita prima: una donna indipendente, artefice del proprio destino, una giornalista intrepida armata solo del proprio sguardo libero e della propria voce.

«Ti hanno preso per pazza quando hanno letto il biglietto in cui dicevi “Me ne vado a New York”. Ti hanno preso per pazza anche qui, in questa città, quando ti sei proposta al “World” di Pulitzer come reporter. Ora da sola, in un mondo tutto al maschile, devi arrivare fino in fondo a questa storia»

 

Nellie Bly working in a factory producing boxes ( Nelly Bly mentre lavora in una fabbrica che produce scatole )–Penn University Library

 

 

Settembre 1887: una ragazza bussa alla porta di John Cockerill, direttore del “New York World” di Joseph Pulitzer. Chiede di essere assunta come reporter. Nessuna donna aveva mai osato tanto. Il suo nome è Elizabeth Cochran, ha ventitré anni, ma già da tre scrive per un quotidiano di Pittsburgh firmandosi Nellie Bly.

 

Nellie Bly esaminata da uno psichiatra

 

 

Una donna reporter non si è mai vista, ma la sua idea di un’inchiesta sotto copertura a Blackwell Island, manicomio femminile di New York, convince Cockerill e Pulitzer ad accettare la sfida.

 

una foto presa dal giornale per cui lavora che promuove il suo viaggio intorno al mondo–1890

 

Ne nasce un reportage che farà la storia del giornalismo. Da qui, in un crescendo di popolarità e sotto mille travestimenti, Nellie racconterà l’America agli americani.

 

A woodcut image of Nellie Bly’s homecoming reception in Jersey City printed in Frank Leslie’s Illustrated News on February 8, 1890.

 

nel piccolo :  il suo arrivo a Philadelphia

 

Diventerà l’incubo di politici e benpensanti, viaggerà in tutto il mondo, vivrà amori e fallimenti. Mentre i grattacieli, i treni, il telegrafo e poi la guerra trasformano la realtà, Nellie Bly si trova a essere pioniera di una figura mai esistita prima: la donna indipendente, artefice del proprio destino, la giornalista intrepida armata solo del proprio sguardo libero e della propria voce.

 

 

ALTERVISTA — 11 GENNAIO 2019

 

https://aroomofonesown.altervista.org/nellie-bly-la-prima-giornalista/

 

 

Elizabeth nacque nel 1864 in una cittadina della Pennsylvania e fu la figlia di Marie Jane Cummings e un uomo d’affari, Michael Cochran, che aveva già avuto altri figli da un precedente matrimonio. Al Cochran’s Mill, la tenuta del padre con un mulino, la sua infanzia trascorse felicemente, circondata da ben 14 fratelli e sorelle. A casa la chiamavano “Pink” perché da quando era nata, la madre la vestiva di rosa. Proprio nel momento in cui la famiglia aveva grandi progetti espansivi ed un trasferimento in un’altra città, il padre morì improvvisamente, probabilmente di ictus, senza alcun testamento per la seconda moglie e i suoi 5 figli, lasciandoli quindi in una precaria situazione economica che li costrinse a lasciare la casa. La madre di Elizabeth si risposò presto, ma quest’altro uomo si rivelò essere un violento alcolizzato. La donna intentò quindi il divorzio e durante il processo in cui avrebbe dovuto testimoniare gli abusi subìti, testimoniò anche Elizabeth, ancora adolescente: «Il mio patrigno ha sempre bevuto. Ha un pessimo carattere da ubriaco, ma anche da sobrio». Già allora fu chiaro che questa ragazzina così esile aveva un coraggio e una forza oltre ogni aspettativa, che non potevano proprio passare inosservati.

La situazione economica della famiglia continuò quindi a precipitare e i figli più grandi dovettero cercarsi presto un lavoro. Elizabeth volle tentare la strada dell’insegnamento, trasferendosi a Pittsburgh, ma presto le sue speranze vennero disilluse. In quel periodo uscì un articolo dal titolo “What Girls Are Good For” (A cosa servono le ragazze) sul Pittsburgh Dispatch, che la spinse a scrivere una risposta al direttore firmandosi Lonely Orphan GirlLa lettera colpì talmente tanto il direttore, George Madden, che volle conoscerla e le offrì subito la possibilità di scrivere un articolo per il suo giornale. Ben presto, la prese nella redazione e trovarono insieme uno pseudonimo da usare: Nellie Bly. Quella del giornalista non era certo una professione rispettabile per una donna, ma come tante altre prima di lei, il nom de plume le lasciò inizialmente la libertà adeguata per affermarsi.
E’ così che inizia la straordinaria vita della giornalista Nellie Bly, che decise di dedicarsi ai più deboli, dando la sua voce a quelle cause ignorate da tutti: lavoro minorile, donne lavoratrici sfruttate, salari e mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, donne prive di diritti. Com’era facile pensare, presto le sue inchieste iniziarono a dar problemi ai potenti, che minacciarono fra le cose di non finanziare più il giornale di Madden, costringendolo a spostare Nellie alle rubriche di moda e giardinaggio.

Ma fra il 1886 e 1887, dopo aver convinto Madden a darle un’altra grossa possibilità, divenne un’inviata estera in Messico, dove raccontò le condizioni disumane del popolo sotto il governo di Diàz e fu espulsa dopo soli sei mesi. Tornata al Dispatch, capì che non avrebbe avuto altre possibilità, decise così di mollare tutto e trasferirsi a New York. Ancora una volta, il suo coraggio straordinario fece la storia: si presentò a Joseph Pulitzer, proprietario di uno dei più famosi giornali, il New York World, e riuscì a farsi assumere.
E’ qui che Nellie aggiunge un’incredibile pagina alla storia del mondo, diventando la prima giornalista d’inchiesta sotto copertura. Propose la sua “folle” idea a Pulitzer: infiltrarsi nel manicomio femminile di New York, the Women’s Lunatic Asylum a Blackwell Island, vicino Manhattan. Fu un’impresa grandiosa che ebbe rilievo nazionale e la fece diventare famosa. Passò dieci interi giorni nel manicomio, fingendosi pazza, e quando riuscì ad uscirne grazie all’intervento del giornale, raccontò pubblicamente le condizioni delle detenute, descrivendolo appunto più come un luogo di inumana reclusione che di cura. Le donne internate subìvano soprusi e violenze indicibili e molte pazienti non avevano alcun problema mentale, ma erano state ingiustamente rinchiuse da familiari che volevano sbarazzarsi di loro oppure avevano semplicemente dei difetti fisici. Lei stessa lo definì “una trappola umana per topi (dove) È facile entrare ma, una volta lì, è impossibile uscire.” E’ così che viene nominata “migliore reporter d’America” dal New York Journal. Questa incredibile impresa è raccontata nel suo libro “Ten Days In A Madhouse” (Dieci Giorni In Un Manicomio).

Ma un’altra straordinaria impresa era proprio dietro l’angolo! Quando nel 1873 uscì il nuovo romanzo di avventure del francese Jules Verne, “Il Giro del Mondo In 80 Giorni“, fu chiaramente un successo strepitoso che arrivò ovunque, persino in America. Nel 1889, ancora una volta, Nellie Bly compì un’impresa: riuscì ad essere la prima donna a realizzare davvero il viaggio raccontato da Jules Verne e a segnare un record di 72 giorni. Si fece finanziare il viaggio da Pulitzer e partì dal New Jersey il 14 Novembre 1889, attraversando il mondo con tutti i mezzi possibili di allora. La storia ebbe così tanto successo che grazie alla pubblicità Pulitzer indisse addirittura una lotteria per far scommettere la gente sul momento in cui Nellie avrebbe portato a termine il suo viaggio. Nellie concluse la sua impresa tornando a New York 72 giorni dopo, battendo ogni record! Le sue incredibili avventure sono raccontate nel suo diario “Around The World In Seventy-Two Days” (Il Giro Del Mondo In 72 Giorni) che la portò ancora una volta al successo e persino ad incontrare Jules Verne qualche tempo dopo per un’intervista.

Nel 1895, ad appena 30 anni e con tutte queste imprese alle spalle, Elizabeth dismise i panni di Nellie Bly, lasciando il giornalismo e sposando un milionario dell’acciaio, Robert Seaman. Dopo la morte del marito, prese in mano la direzione delle sue aziende, dove ancora una volta si confermò essere una donna al di là del suo tempo, fornendo le fabbriche di biblioteche, insegnanti di lettura e scrittura ed ambulatori. Pochi anni dopo, però, dovette dichiarare bancarotta e rifugiarsi in Svizzera.
Nel 1914, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Nellie Bly non potè fare a meno di tornare alla sua passione, il giornalismo, e divenne inviata di guerra sul fronte austriaco. Ancora una volta, si fece voce delle crudeltà umane, raccontando, come solo lei sapeva fare, gli orrori della guerra e del post-guerra che lascia devastati città e famiglie. Anche dopo la fine della guerra, Elizabeth continuò a lavorare come giornalista, tornando a New York per il NY Journal, e continuando a dedicare la sua attenzione ai più deboli nel tentativo di risvegliare le coscienze di tutti, fino al giorno della sua morte, che la colse a soli 57 anni per una polmonite, nel 1922.

La tomba di “Nellie Bly” in Woodlawn Cemetery

D.

Fonti: Il Libraio.it  || Enciclopedia delle Donne || Wikipedia

Libri di e su Nellie Bly in lingua italiana:

Dieci Giorni In Un Manicomio 

Il Giro Del Mondo In 72 Giorni

 

 

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