NEW YORK MAGAZINE
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17 APRILE 2018
Il vulcanico critico d’arte Jerry Saltz è tra i vincitori del Premio Pulitzer 2018
Il vulcanico critico d’arte Jerry Saltz è tra i vincitori del Premio Pulitzer 2018
La celebre voce della critica dell’arte del New York Magazine si aggiudica l’ambito premio statunitense per il giornalismo. Saltz annuncia la sua vittoria con un post sul suo profilo Facebook, social network di cui si avvale quotidianamente per muovere dibattiti e provocazioni tra addetti ai lavori e non
“Chiusa una porta si apre un portone”: modo di dire che solitamente si dice quando non si riesce a realizzare un sogno o un’aspirazione, auspicandosi opportunità migliori in futuro. Quando si dice i casi della vita, ma sembra proprio che una porta chiusa abbia condotto Jerry Saltz, celebre e originale critico d’arte del New York Magazine, a essere tra i vincitori del Premio Pulitzer, prestigioso riconoscimento statunitense per il giornalismo, la letteratura e la musica. Saltz si aggiudica il premio della sezione Critica, e tra gli scritti che avrebbero spinto la giuria ad assegnare il Pulitzer al critico d’arte spicca My Life as a Failed Artist, saggio pubblicato sul New York Magazine nell’aprile 2017 in cui Saltz racconta la delusione provata nell’aver dovuto rinunciare a fare l’artista e come è riuscito a trasformare il suo “fallimento” nella volontà di affermarsi come critico. Il riconoscimento per Saltz arriva dopo aver ottenuto, negli anni precedenti, ben tre candidature al Premio.
CHI È JERRY SALTZ
Nato a Chicago nel 1951, Jerry Saltz per alcuni anni ha frequentato la scuola d’arte, per poi ritirarsi e dedicarsi all’arte da un punto di vista “teorico”. Trasferitosi a New York, dal 1998 al 2007 è stato critico d’arte presso il Village Voice, anni mitici sia per lui sia per quel giornale – oggi un po’ appannato – durante i quali si fece conoscere nel mondo; per poi passare a scrivere per il New York Magazine, testata per la quale ancora lavora e ha firmato saggi e recensioni che si contraddistinguono per brillantezza, schiettezza e ironia. “Per il robusto corpus di opere che ha trasmesso una prospettiva astuta e spesso accattivante sulle arti visive in America che comprende il personale, il politico, il puro e il profano”, è stata infatti la motivazione del premio a Saltz data dalla giuria del Pulitzer in occasione della premiazione tenutasi alla Columbia University di New York. Sposato con Roberta Smith, critico d’arte del New York Times, Saltz inoltre ha scritto per Art in America, Flash Art International, Frieze e Modern Painters. Ha lavorato come critico ospite presso la School of Visual Arts, la Columbia University, la Yale University, la School of the Art Institute di Chicago e il New York Studio Residency Program, ed è stato consigliere della Whitney Biennial del 1995.
UN CRITICO FUORI DAGLI SCHEMI
“Tutti i grandi artisti contemporanei, istruiti o meno, sono essenzialmente autodidatti”, dichiarava Saltz qualche anno fa in un’intervista. “Non cerco abilità nell’arte. L’abilità non ha nulla a che fare con la competenza tecnica. Sono interessato a persone che ripensano l’abilità, che la ridefiniscono o la re-immaginano: un ingegnere, per esempio, che costruisce razzi dalle rocce”. La peculiarità della visione artistica e della personalità di Saltz sono “postate” quotidianamente su Facebook, social network utilizzato dal critico per muovere dibattiti tra addetti ai lavori e a volte per lanciare ironici e provocatori “appelli”: nel 2011 in un post chiedeva agli artisti di realizzargli una copia perfetta di un quadro di Gerhard Richter, offrendo in cambio mille dollari o, per chi avesse voluto, prestazioni di tipo sessuale. Un critico decisamente fuori dagli schemi insomma, come confermato in una lezione che ha tenuto nel 2016 agli studenti del MFA Fine Arts della School of Visual Art (SVA) di New York: come raccontava Santa Nastro in questo articolo, Saltz avrebbe dichiarato di aver viaggiato per dieci anni sulle highways degli Stati Uniti alla guida di un camion, fin quando non ha avuto l’illuminazione che gli ha permesso di capire quanto amasse l’arte e quanto la sua vita fosse sprecata senza di essa.
– Desirée Maida