PINO ARLACCHI, I PADRONI DELLA FINANZA MONDIALE- LO STRAPOTERE CHE CI MINACCIA E I CONTROMOVIMENTI CHE LO COMBATTONO –CHIARELETTERE, 2018 + UN’ANTICIPAZIONE DA IL FATTO QUOTIDIANO DEL 25 OTTOBRE 2018

 

 

 

I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono

Pino Arlacchi

0 recensioni

 

Collana:Reverse
Anno edizione: 2018
Pagine: 288 p., Brossura
16,59 PREZZO PIENO
PRESENTAZIONE:.

I padroni del mondo attuale non sono inamovibili. Come spiega Pino Arlacchi, ci sono in campo dei contromovimenti che li combattono.

“Studio e combatto da una vita il capitalismo predatorio. Sono partito dai suoi livelli più infimi e violenti, quelli delle mafie e dei mercati criminali, e sono arrivato ai suoi piani più elevati e rarefatti, dove non si usa il diritto della forza ma la forza del diritto. Cioè il furto e la frode su vasta scala protetti da norme e da prassi create ad hoc… nella totale indifferenza nei confronti della legalità e dell’etica.”

Ecco la minaccia più grave che incombe sul pianeta: l’attuale sistema finanziario ultraglobalizzato, che deprime la crescita economica, aumenta la disuguaglianza, impoverisce la gente, e diffonde insicurezza e paura del futuro. Sono quasi cinquant’anni che il capitalismo dei mercati finanziari ha preso il potere in Occidente. La sua ideologia è il neoliberismo, un pensiero unico che prevale nel mondo accademico, nella società civile e nella politica, a destra come a sinistra. L’Unione europea ne è diretta espressione e la superburocrazia che la governa in condizioni di pesante deficit democratico agisce con la complicità dei media, per lo più allineati a questo strapotere. Ma i padroni del mondo attuale non sono inamovibili. Come spiega Arlacchi, sono in campo contromovimenti che li combattono. L’economia sociale di mercato della Cina e dell’Asia orientale già contrasta la deriva neoliberista. E stanno inoltre emergendo formazioni di riformatori, conservatori, fascisti, socialisti e populisti prodotte da un grande scontento verso il mercato che mobilita tutti, da Corbyn a Trump a Le Pen. È questo il dato nuovo. All’orizzonte ci sono il declino dell’Occidente dominato dal capitale finanziario, il tramonto incruento della tutela americana e un ordine mondiale multipolare più pacifico e progressivo.

 

 

LIBRI DI PINO ARLACCHI

 

ANTICIPAZIONE DI UNA PARTE DELL’INTRODUZIONE DEL LIBRON DI ARLACCHI — SU IL FATTO QUOTIDIANO DEL 25 OTTOBRE 2019

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2018/10/25/la-triade-della-finanza-che-tiene-ostaggio-la-ue/4718154/

 

La triade della Finanza che tiene ostaggio la Ue

Democrazia zero – Pino Arlacchi analizza il dominio di banche e mercati sui cittadini

La triade della Finanza che tiene ostaggio la Ue

Pubblichiamo un brano dell’introduzione a “I padroni della finanza mondiale” di Pino Arlacchi in uscita oggi

 

L’Ue è diventata uno strumento dei poteri finanziari euroamericani e di un’ottusa supremazia tedesca che hanno compromesso le possibilità di crescita dell’industria, dell’occupazione e del benessere dei suoi Stati membri. Da un paio di decenni a questa parte, i cittadini europei non vedono alcun miglioramento del loro tenore di vita e si sentono in balia di forze sovranazionali incontrollabili, cui i loro governi sono completamente sottoposti e contro le quali vengono proposte alternative politiche confuse, espresse soprattutto dai movimenti populisti. Un elemento importante del disagio della società europea risiede nella formula di governo dell’Unione. Delle sue tre principali istituzioni, solo il Parlamento viene eletto dai cittadini. Commissione e Consiglio europeo sono espressione dei governi degli Stati membri, o meglio, dei circoli di potere tecnocratico e finanziario più esclusivi interni a essi. L’Ue finisce perciò per essere gestita in condizioni di pesante deficit democratico da una congrega collegata ai poteri finanziari continentali, al governo degli Usa e a Wall Street. Il suo centro direzionale è una superburocrazia scostante, sorda alle istanze sociali di cinquecento milioni di persone e riluttante a sviluppare quei temi del suo mandato suscettibili di disturbare i padroni del vapore. Al di là del fumo europeista, l’Unione che ci ritroviamo è quella dei mercati e delle banche, non quella dei suoi cittadini. I reggenti dell’Unione rispettano le regole formali del gioco democratico. Si presentano ogni tanto al Parlamento di Strasburgo per delle sbrigative audizioni e rispondono senza difficoltà alle facili domande di deputati distratti e poco competenti. Ma in realtà questi personaggi non rendono conto a nessuno del loro operato. Altrimenti come avrebbero fatto, in soli tre anni, a regalare alle banche europee in difficoltà (invece di nazionalizzarle o farle fallire) prestiti in titoli pubblici per l’incredibile cifra di 3 trilioni di dollari, pari a quasi un quarto del Pil dell’Unione nel 2015? Prestiti che avrebbero potuto alimentare un colossale programma di investimenti pubblici, in grado di far ripartire a passo rapido l’intera economia del continente. Gli eurocrati respingono con forza queste critiche, e ribattono vantandosi di aver salvato l’euro e le banche dal naufragio dopo lo scoppio della crisi del 2008. Ma i costi di queste manovre sono stati affiancati da politiche di austerità ferocemente antipopolari, patite dai cittadini sotto forma di tagli alle pensioni e alla sanità, di aumento delle tasse per i meno abbienti e di riduzione degli investimenti nei beni comuni. Dopo il 2008 questi tecnocrati hanno siglato una resa indecorosa alle politiche di lungo termine del sistema americano, avverse a ogni forma di avvicinamento tra Europa occidentale e Russia.

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *