PAOLO RODARI, INTERVISTA ALLA DIRETTRICE DR. IAEL NIDAM ORVIETO DELL’ISTITUTO DI RICERCA SULL’OLOCAUSTO YAD VASHEN SULL’APERTURA IL PROSSIMO ANNO DEGLI ARCHVI PIO XII–REPUBBLICA DEL 5 MARZO 2019 — pag. 31

 

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Dr. Iael Nidam-Orvieto –direttrice dell’Istituto Internazionale di Ricerca sull’Olocausto Yad Vashem

 

 

repubblica del 5 marzo 2019 –pag.  31

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CULTURA

Parla Iael Nidam Orvieto dello Yad Vashem

“Sappiamo che tacque vogliamo sapere perché”

PAOLO RODARI

PIO XII—Conclave del 1939 Risultati immagini per pio xii

Pio XII (1876-1958)–

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«La decisione mi sembra importante anzitutto per la Chiesa cattolica. Fare i conti con la propria storia e affrontare il proprio passato con serenità e volontà di imparare è cosa utile. Certo, la speranza anche per noi è che fra un anno davvero tutti gli archivi, e non solo una parte, siano accessibili. Solo così tutti potremo fare luce su quanto accaduto». Iael Nidam Orvieto, studiosa di origine italiana esperta di anti-semitismo e direttrice dell’International Institute for Holocaust Research dello Yad Vashem, commenta la decisione di Francesco di aprire nel 2020 gli archivi su Pio XII.

La strada verso la verità è lunga?

«La strada può iniziare solo con una ricerca adeguata».

Perché il Vaticano si è deciso solo ora?

«Non è una domanda alla quale posso rispondere. Negli anni precedenti come Yad Vashem avevamo chiesto l’apertura di questi archivi. La possibilità, tuttavia, era stata criticata adottando come giustificazione la vastità dei materiali contenuti e la necessità che prima di arrivare all’apertura si procedesse con la catalogazione. È difficile conoscere le vere ragioni dell’apertura arrivata solo ora. Forse molto si deve alla volontà di trasparenza di Francesco».

John Cornwell fece discutere il mondo con “Il Papa di Hitler”.

Imputava a Pacelli il silenzio durante la guerra sul genocidio degli ebrei, ma anche l’opera svolta in precedenza, come nunzio apostolico in Germania e poi come segretario di Stato della Santa Sede, che avrebbe favorito l’ascesa al potere dello stesso Hitler. Lei cosa pensa?

«Ancora non possiamo conoscere il quadro generale di quanto accaduto. Senza gli archivi sul pontificato il giudizio non può che essere parziale. La figura di Pacelli è stata molto controversa, causa anche di molteplici dibattiti. Credo che nel futuro il dibattito continuerà, ma almeno sarà basato su un vasto materiale. Oggi sappiamo soltanto quello che ha detto e non ha detto ufficialmente.

Di certo si può dire che la denuncia dello sterminio degli ebrei non è stata fatta in modo palese, le sue parole insomma sono state molto più che caute. Sono cose che si sanno. Ciò che non sappiamo è il perché di questa politica, le ragioni e i criteri che l’hanno generata, cosa è accaduto insomma dietro le quinte. Tutto ciò dovrà ora essere accuratamente analizzato».

Sotto il pontificato di Benedetto XVI ci sono stati attriti fra il Vaticano e il mondo ebraico.

«È presto per giudicare Benedetto XVI. Durante il suo pontificato già si parlava di aprire gli archivi».

Nella Chiesa cattolica ci sono ancora oggi radici antisemite?

«Le radici dell’antisemitismo sono difficili da sradicare. Nella Chiesa come nella società l’antisemitismo o l’antigiudaismo sono entrambi presenti. Ritengo comunque si stiano facendo passi in avanti in questo senso. Io credo profondamente che sia necessario combattere anzitutto l’ignoranza.

Poi, nella Chiesa come nella società, c’è sempre chi preferisce rimanere ignorante».

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2 risposte a PAOLO RODARI, INTERVISTA ALLA DIRETTRICE DR. IAEL NIDAM ORVIETO DELL’ISTITUTO DI RICERCA SULL’OLOCAUSTO YAD VASHEN SULL’APERTURA IL PROSSIMO ANNO DEGLI ARCHVI PIO XII–REPUBBLICA DEL 5 MARZO 2019 — pag. 31

  1. Chiara Salvini scrive:

    Combattere l’ignoranza forse è l’unica guerra giusta.

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