ANSA.IT — 20 FEBBRAIO 2019
M5s: ‘Salvini riferisca in Aula su caso figlia ex ambasciatore Corea’
La ragazza sarebbe stata riportata a Pyongyang prima che raggiungesse i genitori per la diserzione
Jo Song- gil
Diventa un caso la vicenda della figlia di Jo Song-gil, ex ambasciatore reggente a Roma, riportata con la forza a Pyongyang a novembre. M5s chiede spiegazioni: “L’Intelligence nord coreana ha sequestrato su suolo italiano la figlia dell’ambasciatore Jo Song-Gil? Episodio gravissimo. Matteo Salvini venga a riferire in aula quanto prima”, scrive in un tweet la vice presidente della Camera M5S Maria Edera Spadoni.
“La storia di Jo Song-gil e di sua figlia – dice il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano – rapita dall’intelligence nordcoreana in Italia, se confermata, sarebbe un caso di una gravità inaudita. Quando avvenne una cosa simile, il caso Shalabayeva, andai direttamente in Kazakistan per incontrarla e capire cosa fosse accaduto e appurammo responsabilità dirette dell’allora Ministro dell’Interno Alfano. Chi ha responsabilità pagherà, statene certi”.
La vicenda
Una studentessa nordcoreana è stata riportata con la forza dall’Italia a Pyongyang a novembre: si tratta della figlia di Jo Song-gil, ex ambasciatore reggente a Roma, ‘scomparso’ nello stesso mese in quello che è visto come un tentativo di diserzione. Sono gli ultimi aggiornamenti sulla vicenda forniti da Thae Yong-ho, ex numero due dell’ambasciata del Nord a Londra, rifugiatosi a Seul nel 2016. Il blitz, riporta l’agenzia Yonhap, sarebbe avvenuto prima del tentativo della ragazza di riunirsi ai genitori.
“Non sono sicuro di quanti figli avesse Jo, ma quella che era in Italia è stata rimandata in Corea del Nord. Jo è attualmente con la moglie”, ha affermato Thae. La ragazza, che in base a quanto appreso dall’ANSA avrebbe 17 anni, era una studentessa delle superiori. “Non posso più dire pubblicamente a Jo di venire in Corea del Sud”, ha aggiunto Thae, ricordando che il Nord è solito procedere ad aspre punizioni e ritorsioni nei confronti dei familiari delle persone che decidono di disertare a Seul piuttosto che in Paesi terzi.
L’ex diplomatico aveva più volte sollecitato Jo a puntare sul Sud come destinazione finale, sollecitando il governo di Seul a promuovere sforzi in tal senso, favorendone la fuga. Jo era tornato in Italia con un nuovo mandato diplomatico a maggio del 2015, divenendo incaricato d’affari e quindi reggente della sede fino a novembre 2018, a seguito dell’espulsione dell’ ambasciatore Mun Jong-nam a ottobre 2017 in risposta al sesto test nucleare fatto dal Nord appena un mese prima.