MADDALENA OLIVA INTERVISTA DONATELLA DI CESARE (ROMA, 1956) — IL FATTO QUOTIDIANO 13 FEBBRAIO 2019 ::: STO CON GLI ANARCHICI, SOVVERSIVO E’ LO STATO

 

Donatella Di Cesare

https://twitter.com/DiDonadice

 

Donatella Di Cesare (Roma,  1956) è una filosofasaggistaeditorialista ed accademica italiana.

 

PREMI: 

  • Premio “Cultura ebraica” 2015 / 5775 dell’UCEI (Unione delle comunità ebraiche italiane); Laurea honoris causa in Utopia dell’Università dell’Università del Bene Comune – Monastero di Sezano (VR) 2018, insieme al sindaco di Riace Domenico Lucano; vincitrice del Premio Pozzale Luigi Russo 2018 per la saggistica con il libro Stranieri residenti. Una filosofia della migrazione, Bollati Boringhieri, Torino 2017; vincitrice del Premio Sila ’49 Economia e società con il libro Stranieri residenti. Una filosofia della migrazione, Bollati Boringhieri, Torino 2017.

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 13 FEBBRAIO 2019

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/02/13/sto-con-gli-anarchici-sovversivo-e-lo-stato/4968501/

 

“Sto con gli anarchici, sovversivo è lo Stato”

Donatella Di Cesare – La filosofa sullo sgombero dell’Asilo: “Chi esprime dissenso oggi è criminalizzato”

“Sto con gli anarchici, sovversivo è lo Stato”

È tra i filosofi più presenti nel dibattito pubblico, accademico e mediatico. Saggista ed editorialista, ha vissuto sotto protezione fino a qualche mese fa per le minacce ricevute da gruppi neonazisti e neofascisti. Sabato scorso, nel pieno della guerriglia a Torino, si è schierata pubblicamente “dalla parte degli anarchici dell’Asilo, centro sociale sgomberato senza motivo”.

Ci sono indagini della magistratura in corso, 8 arresti convalidati, si parla di una vera “rete sovversiva”, non le sembra pericoloso il suo endorsement?

Ho scritto quel post perché penso, insieme a molti altri, che sgomberare in modo così violento un centro sociale come l’Asilo che esiste da 24 anni nella città di Torino sia stata un’iniziativa immotivata: un’operazione spot.

Il questore di Torino ha detto: “Non è un centro sociale normale, sono devastatori che vogliono sovvertire l’ordine democratico dello Stato”.

Sono rimasta sorpresa, e indignata, da questo linguaggio. Il questore, a proposito degli arrestati, ha parlato di “prigionieri”: parola che mi sembra inappropriata, rimanda a uno scenario bellico, da Stato di polizia. In linea con il ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha chiesto “la galera per gli infami”, e col consigliere leghista che ha invocato un’altra Diaz. Tutto questo, sì, è allarmante per la democrazia.

L’attività investigativa identifica nell’ex Asilo Okkupato un centro operativo di una rete che ha come obiettivo la distruzione dei centri per i rimpatri dei migranti, attraverso incendi da innestare all’interno dei cpr e colpendo le aziende che collaborano nel comparto dell’immigrazione.

Chiariamolo subito: sono contraria a ogni forma di violenza fisica. Ma di cosa sono accusati gli anarchici dell’Asilo? Di aver istigato dei migranti di un Cpr a ribellarsi attraverso dei messaggi inviati in palline da tennis? Dovremmo metterci tutti davanti alle porte dei Cpr, questa è la verità. È lì che avviene la sovversione della democrazia.

Leggo già il tweet di Salvini sull’“intellettuale di sinistra radical chic”.

A certe espressioni folkloristiche ormai siamo abituati. Ma è venuto il tempo di avere il coraggio di essere impopolari, di posizioni devianti contro il consenso imperante. I Cpr sono strutture in cui le persone sono trattenute per essere espulse e scontano una detenzione per un iter amministrativo, senza aver commesso reati, solo perché stranieri. Questo fa parte, come più volte ho sostenuto, dell’universo concentrazionario. Bisognerebbe essere quindi grati a chi manifesta la propria indignazione contro questi centri. Condanno gli scontri di sabato, ma bisogna distinguere. Incendiare un materasso in un Cpr non è violenza: è violenza quella che viene esercitata dentro al centro su persone che, ripeto, non hanno commesso alcun reato. Ci sono stati degli atti che hanno incitato a forme di disobbedienza? Ce ne dovrebbero essere di più. I cittadini sono tali solo se si interrogano sulla legittimità delle leggi.

Dall’elogio della disobbedienza alla violenza il confine è sottile.

Viviamo in un’epoca autoritaria, in cui lo Stato-nazione ha perso sovranità e mostra il suo lato violento innalzando muri. Ecco perché l’anarchismo oggi è estremamente attuale: è la visione opposta al sovranismo, perché volge lo sguardo all’interno, negli interstizi di questa governance poliziesca. Non è un insulto. Anzi. È essere politici, oggi.

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