SALVATORE CANNAVO’, MUTUALISMO. RITORNO AL FUTURO PER LA SINISTRA. EDITORE ALEGRE, 2018 + RECENSIONE DI ROBERTO CICCARELLI SU IL MANIFESTO

 

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Mutualismo

Ritorno al futuro per la sinistra

di: Salvatore Cannavò

La crisi storica della sinistra e di ciò che è stato il movimento operaio chiede uno sforzo eccezionale di fantasia e sperimentazione per ricominciare. Ma per guardare al futuro occorre tornare “la dove tutto è cominciato”.
Nel corso del Novecento le caratteristiche basilari del movimento operaio delle origini, imperniate su mutualismo e solidarietà di classe, sono state relegate al ruolo di ancella. La socialdemocrazia ha fondato la propria politica sul consenso elettorale come viatico per conquistare lo Stato e migliorare le condizioni di vita dei lavoratori. I partiti comunisti sono stati sopraffatti dal crollo del socialismo reale. Partito e sindacato hanno rappresentato le forme principali della politica e, facendosi Stato o dipendendo dallo Stato, hanno progressivamente prodotto organizzazioni centralizzate, fondate sulla delega e soggiogate dalle burocrazie.
Oggi questi strumenti appaiono spuntati perché la forza materiale che dovrebbe sospingerli è dispersa o atomizzata, quello che era il “partito di massa” è divenuto “partito-istituzione”, e gli stessi sindacati tradizionali vivono una crisi lacerante e un’assenza di contatto con le giovani generazioni divenute precarie a tempo indeterminato.
Perdendo i propri ancoraggi sociali la sinistra ha finito per gestire un compromesso sociale al ribasso, ergendosi a puntello del sistema economico liberista. Occorre allora riappropriarsi delle pratiche all’origine del movimento operaio, ricucendo il filo delle individualità sociali per riscoprire l’efficacia della cooperazione e il valore fondativo della solidarietà.
Il libro ripercorre la storia e i dibattiti delle esperienze di autogestione e mutualismo dalla fine dell’Ottocento ad oggi, mostrando l’impasto su cui poggiare i mattoni di una nuova credibilità politica. Si tratta di un mutualismo politico e conflittuale perché non accetta la dimensione di lenitivo delle diseguaglianze e non si integra in un processo di smantellamento dello stato sociale. Anzi. Affermando la propria capacità di autogoverno, indica un’idea alternativa di democrazia e di società.

Il mutualismo conflittuale è dunque politico nel senso che mentre esiste rivendica già il nuovo. Esprime una solidarietà “contro” lo stato di cose presente, ma esige anche una solidarietà “per”, fatta di risposte immediate a bisogni immediati. Il mutualismo è politico perché valorizza di nuovo “l’agire in comune”, la cooperazione non solo produttiva, ma morale, intellettuale, solidale su cui si è fondato il movimento operaio nella storia. L’attuale fase di smarrimento richiede la stessa capacità di inventiva e innovazione di cui diedero prova gli operai e gli intellettuali della seconda metà dell’Ottocento. Se una sinistra vuole avere un futuro dovrebbe avere il coraggio di riscoprire le sue origini.

 

Autore:
Salvatore Cannavò (1964), giornalista ed editore, attualmente a Il Fatto quotidiano, ha lavorato per tredici anni al quotidiano Liberazione di cui è stato vicedirettore. Dal 2006 al 2008 è stato deputato di Rifondazione comunista. Ha pubblicato Porto Alegre capitale dei movimenti(Manifestolibri, 2002), La rifondazione mancata (Alegre, 2009), Altre sanguisughe (Aliberti 2011), C’era una volta la Fiat (Aliberti, 2012).

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Leggi un assaggio:

LA SCHEDA DEL LIBRO:

RECENSIONE :. ROBERTO CICCARELLI DA — IL MANIFESTO 

Mutualismo, un’idea conflittuale e politica – Roberto Ciccarelli da il manifesto*

Versione stampabileInvia a un amicoVersione PDFMutualismo è un concetto ricorrente nell’ultimo quinquennio. Salvatore Cannavò lo riporta alla realtà storica, momento germinale del movimento operaio e anarchico, e ne mostra l’attualità con una serrata rassegna delle esperienze italiane e internazionali, più o meno riuscite. Scritto da un ex parlamentare di Rifondazione Comunista, fondatore della corrente di Sinistra Critica, prima vice-direttore di Liberazione, oggi lavora al Fatto QuotidianoMutualismo. Ritorno al futuro per la sinistra (Alegre, pp.192, euro 15) è un libro esigente che non fa sconti alla parte dell’autore.

Inizia raccontando il tempo dell’ultimo governo Prodi 2006-2008. Dall’opposizione interna alla Rifondazione di Bertinotti, Cannavò scrive: «Avevamo ragione a dire che abbandonare il movimento no-global per allearsi con Clemente Mastella avrebbe condotto la sinistra alla disfatta; ragione nello spiegare ai governi di centro-sinistra che a furia di fare le politiche di destra avrebbe vinto non solo la destra, ma quella più estrema». Certo «avere avuto ragione, però, non consola».

In un ventennio, da Genova in poi, si è esaurita la ricerca di una società «altra». Il «sociale» è diventato un vicolo cieco quanto la ricerca di una «globalizzazione» equa e giusta dall’alto. Oggi viviamo sul rovescio di quell’antica promessa, le istanze immaginarie del ritorno alla «nazione» e la saldatura con la «sovranità» sembrano avere assorbito, e sconvolto, la critica al capitalismo globale.

Per uscire da questo labirinto Cannavò propone un’idea «conflittuale e politica» del mutualismo. La precisazione è opportuna perché in questa categoria si avverte il rischio di giustificare l’esistente, fare da tappabuchi alla scomparsa del Welfare. Il mutualismo sembra essere un’istanza risarcitoria, consolatoria e sussidiaria di un’istituzione pubblica che non c’è più. O, tutt’al più, un’integrazione al welfare aziendale. In queste condizioni pensare che il mutualismo sia una via d’uscita è un’illusione.

Cannavò denuncia questo rischio. «Serve», scrive, «un obiettivo di sistema» dove le esperienze di «autogestione» – raccontate nel libro – «possano divenire strumenti per un ordine sociale diverso contro questo modo di produzione e i suoi poteri». Per farlo serve un mutualismo conflittuale in senso anticapitalista.

Cannavò lo descrive ripercorrendo il lavoro storico che Pino Ferraris fece un quarto di secolo fa. È una genealogia ricorrente, l’abbiamo riportata alla luce con Giuseppe Allegri nel Quinto Stato cinque anni fa. Un anno dopo l’abbiamo ritrovata in Comune di Dardot e Laval. Nel frattempo è riemersa nei discorsi di base e nelle reti già attive e ritorna in questo libro.

Cannavò fissa il movimento carsico in un concetto importante: l’auto-governo dell’essere umano. L’autogestione non basta, è necessario affermare una politica democratica ampia. Non quella basata sulla delega al leader, né sulla fusione mistica in un «popolo», ma sulla cooperazione, ovvero l’esercizio delle potenzialità dell’essere umano con i suoi simili. Tale esercizio non è ipotecato da leggi superiori (il Bene, la Legge, il Popolo) o dal Capitale. È la sperimentazione delle possibilità generate dall’uso comune, e non proprietario, della vita; la creazione di una resistenza contro lo sfruttamento; l’organizzazione di un’alternativa concreta e una critica attiva dell’alienazione.

Il mutualismo 2.0 sembra avere intercettato queste domande diffuse. Per questo si torna a parlare di società di mutuo soccorso, cooperative aperte, reti di mercato alternative, sindacati sociali, partiti a rete e federati su scala locale, nazionale e sovra-nazionale. Una prospettiva che ricorda la Prima internazionale. La storia del mutualismo antagonista ci ha trasmesso una tecnica di auto-difesa; una politica neo-comunista, e non statale; cooperativa e non burocratica; di classe e non di «popolo»; federativa, non nazionalista; anti-sessista e anti-razzista. Un’impostazione fondamentale per creare «coalizioni», utile per organizzare una battaglia per il salario minimo e il reddito di base incondizionato, due tra gli obiettivi individuati nel libro, centrali in un momento politico dove entrambi sono stati riscoperti dal dibattito politico.

Nulla tuttavia è scontato, vista la frammentazione e l’identitarismo della «sinistra». Ciò non toglie, conclude Cannavò, che bisogna mantenere alti gli obiettivi e «costruirli con lenta impazienza».

*Fonte: https://ilmanifesto.it/mutualismo-unidea-conflittuale-e-politica/

 

L’EDITORE ALEGRE

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