DONATELLA D’IMPORZANO — HA VISTO ANCHE PER NOI :: ” GREEN BOOK ” DI PETER FARRELLY, APPENA USCITO NELLE SALE –al fondo, alcune esecuzioni di Don Shirley, quello non del film…

bardelli, l'albero B,olio su tela,.2010, 150x100 cm

bardelli, acquarello 2010–

nota del blog :: è un ritratto di donatella (” un albero invernalissimo e secco “) quando non partecipa al blog come, invece, ha fatto oggi, evviva!

 

 

 

DONATELLA D’IMPORZANO

 

A proposito di musica, ecco il film “Green Book”, di Peter Farrelly, uscito nelle sale in questi giorni. Racconta la vicenda, vera, dell’incontro tra due persone molto differenti, che alla fine, scontrandosi e incontrandosi, riescono a mettere insieme il meglio di ognuno e a creare un’amicizia profonda.

Nel 1936 un impiegato delle poste di Harlem, Victor H. Green, diede alle stampe una guida, The Negro Motorist Green-Book, nella quale aveva mappato tutti gli itinerari percorribili, le stazioni di benzina, i diner e gli hotel che avrebbero prestato servizio agli afroamericani nel profondo sud razzista degli Stati Uniti. Una pubblicazione, riveduta e aggiornata di anno in anno, proseguita fino al 1966. Da quel libro prende il nome Green Book, film diretto da Peter Farrelly che, accantonati i toni di commedie cult come Scemo & più scemo, porta sul grande schermo la storia dell’amicizia tra il pianista afroamericano Don Shirley e il buttafuori di origine italiana (poi attore per Coppola, Scorsese e I Soprano, ma questa è un’altra storia) Frank Anthony Vallelonga.

Green Book, le copertine di due edizioni.

 

Risultati immagini per COPACABANA FAMOSO CLUB DI NEW YORK AL N. 10 DELLA EAST SESSANTASEIESIMA STRADA? IMMAGINE?

IL COPACABANA (THE COPA) ATTUALMENTE RIAPERTO IN TIMES SQUARE

 

Immagine correlata

GUARDATE ::: COME DOVEVA ESSERE IL COPA…

 


Tutto ha origine nel 1962, dopo la chiusura di uno dei migliori club di New York, il Copa, dove l ‘ italoamericano Tony Lip ha fatto per dodici anni il buttafuori. Tony, detto Lip per la sua capacità di convincere chiunque a fare qualunque cosa, deve trovarsi un altro lavoro. Vuole rimanere distante dalla mafia italo-americana, che lo ingaggerebbe volentieri, e alla fine viene assunto come autista da un originale musicista nero, un virtuoso del pianoforte, che deve andare a fare una lunga tournée negli Stati del Sud, dove vige ancora la segregazione razziale.

 

Green Book, una foto del vero Tony Lip.

Tony Lip e Tom Jones al Copacabana di New York.

 

Green Book, una foto del vero Don Shirley.

UNA FOTO DI DON SHIRLEY

 

L’accostamento tra mondi così distanti, l’ex buttafuori che ha vissuto sempre a contatto con la strada e il raffinato e colto musicista, genera situazioni divertenti, al limite tra la violenza del sistema segregazionista e la capacità dei due, ormai diventati quasi-amici, a togliersi dai guai. Alla fine dei due mesi di tournée, i due uomini, capaci entrambi di aprirsi a mondi molto diversi da quello in cui finora avevano vissuto, saranno diventati amici e la loro amicizia sarà ormai per la vita. La sceneggiatura del film è fatta dal figlio maggiore di Tony Lip, Nick Vallelonga, che è cresciuto ascoltando la storia del viaggio di suo padre con Don Shirley. Diventato attore, sceneggiatore, regista e produttore, ha sempre desiderato di poter girare un film su questo aspetto cruciale della vita di suo padre e di Dr. Shirley, diventato ormai amico di famiglia. Igor Stravinsky, contemporaneo di Shirley, diede di lui questo giudizio:” La sua virtuosità è degna degli dei”. Dice Nick Vallelonga: “D.Shirley era un genio, un uomo fantastico e sorprendente…il suo talento era incredibile. Sono contento che il suo nome, il suo lavoro e il suo talento si diffonderanno nel mondo attraverso questo film”. Il padre di Vallelonga aveva potuto capire le straordinarie doti di Shirley avendo lavorato per anni al Copa, a contatto con grandi musicisti e cantanti. Il film, candidato all’Oscar per la migliore interpretazione dell’attore Viggo Mortensen, che interpreta magistralmente Tony Lip, ha il merito di avere un lieto fine che scaturisce dalla realtà vissuta e di farci capire quanta gioia ci neghiamo quando affondiamo nei pregiudizi.

 

 

 

Dr. Donald Shirley’s piano interpretation of George Gershwin’s THE MAN I LOVE. He is joined by bassist Robert Field.

PER CHI VOLESSE, SEGUONO ALTERE BELLE INCISIONI DI DON SHIRLEY

 

 

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