TONIA MASTROBUONI, BERLINO::: ” In Germania l’assegno ha funzionato crollano i sussidi anche fra gli stranieri ” —REPUBBLICA DEL 07-01-2019 / pag. 7

 

 

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Gerhard  Schröder (Mossenberg-Wöhren, 1944) è un politico tedesco, che ha ricoperto la carica di Cancelliere della Germania dal 1998 al 2005. — La sua carriera politica si è sviluppata all’interno del Partito Socialdemocratico di Germania (Sozialdemokratische Partei Deutschlands, SPD).

 

LA REPUBBLICA DEL 07-01-2019 pag. 7

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Il confronto

I modello tedesco

In Germania l’assegno ha funzionato crollano i sussidi anche fra gli stranieri

Nonostante l’emergenza profughi, rispetto a dieci anni fa vi fanno ricorso 600mila famiglie in meno Juncker, presidente Commissione Ue, apre a un sostegno europeo per i Paesi in regola con le riforme

TONIA MASTROBUONI,

 

Dalla nostra corrispondente

BERLINO

Jean-Claude Juncker è corso in aiuto al ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz (Spd), e ha ricordato al quotidiano tedesco “Welt” di essere [/RETROCAP5]  favorevole un’assicurazione europea per i disoccupati. «Non possiamo consentire che un Paese membro sia costretto a tagliare i sussidi di disoccupazione a causa di una crisi esogena». È importante, ha aggiunto il presidente della Commissione Ue, che «in momenti difficili non si taglino le spese sbagliate: quelle per investimenti, istruzione e disoccupazione». Naturalmente Juncker propone che l’Ue sia rigorosa con i Paesi che scivolano in una crisi «perché non fanno le riforme», ma chi le fa dovrebbe ricevere aiuti da Bruxelles.

Musica per le orecchie del socialdemocratico Scholz che da mesi cospira con il suo collega francese Bruno Le Maire per aggirare i mugugni della cancelliera Merkel e del partner di governo CDU su una proposta spinosissima, per i tedeschi. Ma osservando le dinamiche attuali del mercato del lavoro, la Germania potrebbe aver scoperto un altro motivo per festeggiare. Anche se le nubi di un rallentamento economico si addensano all’orizzonte, l’Ufficio federale del lavoro ha regalato al governo di Grande coalizione una notizia clamorosa.

A novembre del 2018 il numero delle famiglie che beneficiano degli assegni Hartz IV, il sussidio di disoccupazione che può essere chiesto anche come sostegno al reddito, è sceso per la prima volta sotto i tre milioni.

Duecentomila in meno rispetto allo stesso mese dell’anno precedente; seicentomila in meno rispetto a dieci anni fa. Se si fa riferimento ai singoli beneficiari, la cifra cala a quota 5,91 milioni. Oltre un milione di tedeschi e stranieri in meno, se confrontati col 2008. E il tutto al netto dei migranti che arrivano sempre più numerosi in Germania. Ormai gli stranieri sono oltre un terzo dei beneficiari di Hartz IV: 2,1 milioni. E al netto in particolare, dal 2015, dei 750mila profughi siriani, afghani o iracheni della cosiddetta “emergenza rifugiati” che incassano l’assegno da allora.

Il sussidio più controverso della Germania, insomma, funziona.

Una notizia che condizionerà anche il dibattito che i vertici della Spd, ministro del Lavoro Hubertus Heil in testa, hanno annunciato da mesi. I socialdemocratici vogliono fare, sin dalla riunione imminente a porte chiuse prevista per il 10 e l’11 gennaio, della riforma di Hartz IV uno dei temi centrali del rilancio del partito, che versa ormai in condizioni disperate. Stando ai sondaggi è ormai attorno al 14%.

La leader Andrea Nahles vuole alleggerire il sistema di sanzioni che caratterizza il sussidio e lo vuole ribattezzare “Buergergeld”, “Assegno per i cittadini”. Per i socialdemocratici il forte stigma sociale che si accompagna spesso a chi incassa questo tipo di sostegno vincolato introdotto dalla famosa “Agenda 2010” dell’ex cancelliere socialdemocratico Gerhard Schroeder, è diventato negli anni un gigantesco problema politico.

Quando si fa riferimento a quartieri o ad ambienti difficili, a cittadini lasciati indietro dalla precarizzazione, spesso basta il titolo, “Hartz IV”. Uno stigma che non ha certo contribuito alla popolarità della più famosa riforma di Schroeder. Il cancelliere disse, com’è noto, «prima viene il Paese, poi il partito». Ma quella importante revisione dei sostegni sociali che risollevò le finanze pubbliche e l’economia della Germania, è costata ai socialdemocratici una fetta rilevante del suo elettorato. Per sempre. Non meraviglia, insomma, che le spinte che vengono dall’ala sinistra – a cominciare dal sindaco di Berlino, Michael Mueller – e chiedono di far somigliare Hartz IV sempre di più a un reddito incondizionato o a un sussidio concesso in cambio di un lavoro socialmente utile – abbiano convinto il partito a farne un argomento di dibattito. Ma alla luce del successo di Hartz IV testimoniato dal dato più recente, sarà interessante capire che piega prenderà la discussione. Soprattutto in un momento in cui la Germania ha battuto ogni record di occupazione e comincia ad avere un problema serissimo di segno opposto. Cercasi disperatamente manodopera specializzata: è questa la nuova emergenza tedesca.

 

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