ROBERTO RODOENDRO : DUE ARTICOLI DE ” LA STAMPA ” SUI TAGLI DELLA GIUNTA RAGGI DEI FONDI PER LA SALUTE MENTALE A ROMA–INTERVIENE PSICHIATRIA DEMOCRATICA E ALTRE ASSOCIAZIONI…

 

 

A Roma, la Raggi taglia i fondi per la salute mentale.
Stop del Comune alle attività sociali per i pazienti con disagio psichico.
La comunicazione in una lettera inviata ai direttori delle Asl dopo Natale:
la coscienza del cinghiale.

LA STAMPA DEL 29 DICEMBRE 2018 SI APRE COL TITOLO SOPRA ” A ROMA LA RAGGI TAGLI I FONDI PER LA SALUTE MENTALE “

ARTICOLO NEL LINK :::

https://www.lastampa.it/2018/12/29/roma/raggi-taglia-i-fondi-per-la-salute-mentale-YkgoW72r7SCwRrmIOoGzZM/pagina.html

PUBBLICHIAMO INVECE UN ARTICOLO SUCCESSIVO DA LA STAMPA DEL 4 GENNAIO 2019:::

 

https://www.lastampa.it/2019/01/04/roma/tagli-ai-fondi-per-la-salute-mentale-raggi-cancella-anni-di-storia-romana-NRlUmdCzkEeorDBSuyPcgJ/pagina.htm

 

Tagli ai fondi per la salute mentale: “Raggi cancella 40 anni di storia romana”

sanità – Dopo le dure critiche Roma Capitale rassicura: “I servizi saranno garantiti”. I forti dubbi di Psichiatria Democratica

Pubblicato il 04/01/2019
Ultima modifica il 04/01/2019 alle ore 20:59
LUISA MOSELLO

ROMA

«Tutti i servizi e le attività rivolti alle persone che vivono un disagio psichiatrico e/o psicologico verranno garantiti in assoluta continuità». Roma Capitale risponde così alla pioggia di critiche che alla vigilia di Capodanno aveva coperto di indignazione la giunta Raggi. Oggetto della «vergogna inenarrabile», come l’aveva definita Ileana Argentin, i tagli ai finanziamenti per le attività ricreative e socializzanti dedicate a chi deve convivere con disagi mentali. E che ha il diritto-dovere di aprirsi al mondo in tutti i modi e con tutti gli strumenti possibili. Lo stop era stato comunicato ai direttori generali delle Asl e dei dipartimenti di Salute mentale romani con una lettera, ritrovata da La Stampa, inviata da Raffaella Modafferi, direttrice del Dipartimento politiche sociali. Dopo le proteste di Giulio Pelonzi, capogruppo del Pd capitolino ed Erica Battaglia delegata dell’assemblea romana, la rassicurazione della giunta che dichiara: «L’indirizzo politico di questa Amministrazione colloca la salute mentale tra le priorità della propria azione, a partire dai percorsi di riabilitazione e di inclusione sviluppati con attività musicali, sportive e culturali. Un lavoro che sarà ulteriormente rafforzato tramite la sperimentazione del budget di salute».

Psichiatria Democratica: “Provvedimento vergognoso, cancella 40 anni di storia”

Una rassicurazione che non convince affatto Psichiatria Democratica che «si pone fin da adesso in difesa dei diritti degli utenti della Salute Mentale della Capitale».

«Si sottraggono fondi ai centri e si interrompono i progetti in corso -ribadiscono gli operatori del settore riuniti nella storica associazione fondata a Roma nel 1973 da Franco Basaglia-. Si ridefinisce un finanziamento di Servizio in un sistema di unità parcellizzate di finanziamento, ovvero i “budget di salute per percorsi individuali di capacitazione”. Rimangono assolutamente oscure le procedure con cui tali risorse saranno rese disponibili e gestite, e chi avrà davvero la responsabilità primaria del percorso individuale». Per questo Psichiatria Democratica «mobilita l’opinione pubblica e l’associazionismo per contrastare nei modi previsti dalla legge il vergognoso e gravissimo provvedimento, che mira a cancellare un pezzo della storia romana dei servizi degli ultimi 40 anni e i principi di integrazione per gli utenti previsti dalla Legge 180».

“Un’operazione vaga e poco trasparente”

Ad essere messa sotto accusa la mancanza di chiarezza e trasparenza sui tempi e le modalità dell’operazione: «La Modafferi parla di “messa a punto dei passaggi propedeutici” per l’avvio dei progetti di budget per marzo-aprile -conclude la nota-. Quando i termini sono così vaghi e generici, si teme sempre una confusione che esita nel vuoto e nella sospensione dei servizi. Inoltre, fatto preoccupante, la Giunta ha agito senza sentire le associazioni della Consulta cittadina, non tenendo conto, tra l’altro, delle risorse già insufficienti».

 

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