MARIA GRAZIE FILIPPI, IL CORRIERE DEL 16 LUGLIO 2018 ::: ” Il triste destino dei galgos spagnoli: i cani levrieri costretti a correre e poi uccisi. “

 

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        La rinascita di Lauren,  Corriere della Sera —Una foto di Lauren

 

 

CORRIERE.IT DEL 16 LUGLIO 2018

https://www.corriere.it/animali/18_luglio_04/triste-destino-galgos-spagnoli-cani-levrieri-costretti-correre-poi-uccisi-f4426ee6-7f87-11e8-8b30-21507ef7c055.shtml

 

 

 

Il triste destino dei galgos spagnoli: i cani levrieri costretti a correre e poi uccisi

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Considerati animali da reddito e non da affezione sono addestrati e spesso torturati per correre ma quando non ce la fanno vengono massacrati. Ma crescono le associazioni che se ne occupano e che, dopo averli rieducati, trovano per loro una nuova casa

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Sono i cani più torturati del mondo. Nessun’altra razza subisce da decenni vessazioni più atroci. Fin dalla nascita, obbligati a dormire in buche scavate nel terreno nutrendosi di pane e acqua. Per tutta la vita, addestrati a correre a perdifiato nei modi più duri, legati dietro ad una macchina in corsa o sui tapis rulant. Fino alla loro morte, che nella maggior parte dei casi gli è inflitta nei modi più raccapriccianti: impiccati ad alberi e cespugli isolati, affogati con una pietra al collo nei pozzi di campagna, abbandonati per strada con le zampe spezzate per impedirne il ritorno, bruciati vivi.

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Sono i galgos di Spagna, della civilissima Spagna ad un passo da noi. Animali da reddito e non da affezione, sono considerati. Reddito legato alle corse (la più famosa è la Copa del Rey, è arrivata alla sua 78°edizione), reddito da caccia. Questa è la loro colpa. Così in un paese dove nelle case vivono cuccioli di qualsiasi razza, amati e vezzeggiati come principini, nelle campagne del sud – Estremadura, Andalusia, Castilla – La Mancha, Castilla – Leon, Madrid – i galgos sono disprezzati come il più infimo degli oggetti e massacrati come indesiderati non appena non servono più o appena ci si rende conto che non serviranno mai, perché inadatti alla caccia o alla corsa.

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Adozione Galgos Spagnoli. ATA onlus Settore Levrieri

In un paese che conta quasi 17 mila galgueros confederati (cioè gli allevatori ufficiali) e dove non c’è alcun tipo di controllo sulle nascite e sulle morti perché non ci sono censimenti ufficiali, i galgos sono tristemente abbandonati al loro orrendo destino. Soltanto da qualche anno si sono cominciate a diffondere le foto e le notizie di questi massacri orrendi. E soltanto da allora anche in Italia, è cresciuta la sensibilizzazione. Anche grazie ad associazioni come Insieme per FBM (www.insiemeperfbm.org) che supporta in Italia il lavoro della più grande organizzazione spagnola a difesa dei galgos, la Fundacion Benjamin Mehmert, nata a Siviglia nel 2008.

«Ogni galguero compete nelle gare con due o tre cani – spiega Corrado Gattel presidente di Insieme per FBM. – Ma per arrivare a questo la selezione è spietata e sanguinosa perché ognuno di loro può averne fino a trenta quaranta da far accoppiare e ogni cucciolata produce almeno dieci o dodici cuccioli. Non ci sono controlli, neanche sanitari. Ma siamo certi che non sono meno di 70mila i galgos che ogni anno vengono sterminati perché considerati inutili».

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Cifre impressionanti che si mescolano all’orrore per il trattamento. Gli animali sono considerati meno di niente. Maltrattati e seviziati, quando si tratta di liberarsene, spesso per assecondare antiche credenze contadine. Oppure, semplicemente, per vendicarsi dell’incapacità dell’animale di essere utile al padrone per il motivo per cui l’ha allevato. «Malgrado anche in Spagna esistano leggi contro il maltrattamento animale – spiega ancora Gattel – non è difficile imbattersi per la strada in galgos impiccati ai rami di alberi. Secondo alcuni addirittura facendo loro sfiorare la terra con le zampe per rendere più lento l’arrivo della morte, in una lenta agonia davvero disumana e inspiegabile». La chiamano “la morte del pianista”.

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A Siviglia esiste il più grande rifugio di tutta la Spagna, dove i galgos vengono curati, accuditi e dove si cerca per loro un’adozione consapevole. E’ il rifugio voluto dalla Fundacion Benjamin Mehnert, ventimila metri quadrati a loro di-sposizione. Attualmente vi trovano riparo circa 700 esemplari in attesa di ado-zione. «Questi cani sono stati abusati e maltrattati, nel migliore dei casi non hanno mai ricevuto una carezza ma solo botte. Per essere affidati ad una fami-glia hanno bisogno di una lunga riabilitazione, non solo fisica, ma anche psicologica”. Ma i galgos non sono cani aggressivi, al contrario il loro essere caratterialmente mansueti ed obbedienti ne fa prede ideali. “Sono nati per correre. Corrono come il vento. Sempre».

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In Italia, grazie ad Insieme per FBM ne sono arrivati già 481: tutti loro hanno felicemente trovato casa e le loro foto sul sito dell’associazione raccontano di un benessere finalmente ritrovato e di una dolcezza innata che attrae soprattutto i bambini.

«La sensibilizzazione fra i più piccoli è uno degli obiettivi delle nostre associazioni. Impossibile pensare ad un futuro diverso per questa razza senza passare per una maggiore conoscenza di questo fenomeno. Per questo consideriamo fondamentali anche i periodi di volontariato da vivere direttamente in Spagna, al rifugio». L’ultimo si è appena concluso, ma se ne programmano in continuazione. Certamente lasciano il segno in chi vive questa esperienza.

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In Italia anche Progetto Galgos e SOS Levrieri si occupano di galgos, o dei loro fratelli inglesi o irlandesi. Anche per i levrieri e i greyhound d’oltremanica, infatti, la vita è molto crudele. E le corse rappresentano un destino che ne determina una sopravvivenza di stenti e di crudeltà subite, esattamente allo stesso modo dei loro fratelli spagnoli. «Si parla molto dei galgos ma non abbastanza della sorte che tocca ai cani da caccia e da corsa di Inghilterra e Irlanda – spiega Alessandra Roma, fondatrice e presidente di SOS Levrieri (www.soslevrieri.it) attiva dal 2006 a Milano. – i cani sono ferocemente maltrattati: i levrieri vivono in box in assoluta solitudine, mai una carezza o un contatto, presi costantemente a botte per incitarli a correre. Perennemente con la museruola, con la quale sono anche costretti a mangiare e a bere, e che gli viene tolta solo in occasione delle corse, una volta a settimana. In Irlanda anche il più piccolo centro abitato ha il suo cinodromo e le scommesse producono molto denaro». Sos Levrieri è collegato direttamente al rifugio irlandese Paws Animal Rescue, che dal 2000 ha già salvato oltre 2 mila cani, e con il rifugio della Contea di Clare. «Dal 2006 ad oggi abbiamo portato in Italia per adozioni sicure almeno 150 levrieri ogni anno: dopo aver selezionato le richieste organizziamo una cerimonia in una cascina del ‘400 ad Agrate in cui i cani vengono consegnati ai nuovi proprietari. Loro, i cani, sono stupendi. Gli adottanti ne sono entusiasti: “dopo una settimana – ci dicono spesso – sembrava che fossero con noi da sempre».

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«La regione italiana che adotta di più sicuramente la Lombardia» aggiunge Massimo Errico, fondatore di Progetto Galgo Onlus (www.progettogalgo.com) a Bergamo, che dal 2012 ha portato in Italia circa 400 tra levrieri e podenco, arrivati direttamente da Medina di Campo, in Spagna, dove ha sede il rifugio di Scooby Doo Medina che accoglie tra i 600 e i 700 cani sottratti alle perreras (i tristissimi canili spagnoli dove l’eutanasia è la prassi). Massimo di mestiere fa l’imbianchino e l’amore a prima vista per la sua Zoe è scoppiato da un veterinario. Da quel giorno combatte per salvarne il più possibile e offrire loro una seconda vita, al sicuro, in Italia.

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www.progettogalgo.com

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1 risposta a MARIA GRAZIE FILIPPI, IL CORRIERE DEL 16 LUGLIO 2018 ::: ” Il triste destino dei galgos spagnoli: i cani levrieri costretti a correre e poi uccisi. “

  1. Donatella scrive:

    Sono cani bellissimi, con uno sguardo che ci interroga nel profondo.

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