[1976]
Parole di Chico Buarque de Hollanda
Musica di Francis Hime (1939-), compositore e pianista brasiliano.
Dall’album “Meus caros amigos”
Chissà se Lucio Dalla aveva in mente questa canzone quando compose la sua L’anno che verrà
Meu caro amigo me perdoe, por favor
Se eu não lhe faço uma visita
Mas como agora apareceu um portador
Mando notícias nessa fita
Aqui na terra tão jogando futebol
Tem muito samba, muito choro e rock’n’roll
Uns dias chove, noutros dias bate sol
Mas o que eu quero é lhe dizer que a coisa aqui tá preta
Muita mutreta pra levar a situação
Que a gente vai levando de teimoso e de pirraça
E a gente vai tomando e também sem a cachaça
Ninguém segura esse rojão
Meu caro amigo eu não pretendo provocar
Nem atiçar suas saudades
Mas acontece que não posso me furtar
A lhe contar as novidades
Aqui na terra tão jogando futebol
Tem muito samba, muito choro e rock’n’roll
Uns dias chove, noutros dias bate sol
Mas o que eu quero é lhe dizer que a coisa aqui tá preta
É pirueta pra cavar o ganha-pão
Que a gente vai cavando só de birra, só de sarro
E a gente vai fumando que, também, sem um cigarro
Ninguém segura esse rojão
Meu caro amigo eu quis até telefonar
Mas a tarifa não tem graça
Eu ando aflito pra fazer você ficar
A par de tudo que se passa
Aqui na terra tão jogando futebol
Tem muito samba, muito choro e rock’n’roll
Uns dias chove, noutros dias bate sol
Mas o que eu quero é lhe dizer que a coisa aqui tá preta
Muita careta pra engolir a transação
E a gente tá engolindo cada sapo no caminho
E a gente vai se amando que, também, sem um carinho
Ninguém segura esse rojão
Meu caro amigo eu bem queria lhe escrever
Mas o correio andou arisco
Se me permitem, vou tentar lhe remeter
Notícias frescas nesse disco
Aqui na terra tão jogando futebol
Tem muito samba, muito choro e rock’n’roll
Uns dias chove, noutros dias bate sol
Mas o que eu quero é lhe dizer que a coisa aqui tá preta
A Marieta manda um beijo para os seus
Um beijo na família, na Cecília e nas crianças
O Francis aproveita pra também mandar lembranças
A todo o pessoal
Adeus
inviata da Bernart – 3/4/2013 – 08:58
confronta con l’originale
Lingua: Italiano
Traduzione italiana di Alessandro David Andreini (con minimi interventi di Bernart) da MusiBrasilnet
MIO CARO AMICO
Perdonami mio caro amico, per favore
Se non ti faccio una visita
Ma dato che adesso è apparso un corriere
Ti mando notizie in questo nastro
In questa terra si continua a giocare a calcio
C’è molto samba, molto choro e rock’n’roll
In alcuni giorni piove, in altri c’è il sole
Ma quello che voglio dirti è che la situazione qui è nera
C’è bisogno di una dura corazza per sopportare questa situazione
Che viviamo timorosi e inveleniti
Che beviamo anche senza la cachaça
Con nessuno che ferma questo andazzo.
Mio caro amico, io non voglio provocare
Né aumentare la tua nostalgia
Ma accade che non posso esimermi
Dal raccontarti le novità
In questa terra si continua a giocare a calcio
C’è molto samba, molto choro e rock’n’roll
In alcuni giorni piove, in altri c’è il sole
Ma quello che voglio dirti è che la situazione qui è nera
Facciamo le capriole per trovare di che sostenerci
Che viviamo con caparbietà e con quello che resta
Che fumiamo anche senza sigarette
Con nessuno che ferma questo andazzo.
Mio caro amico, io volevo persino telefonare
Ma la tariffa non ci grazia
Mi dispiace per essere costretto a informarti
Di tutto questo che accade
In questa terra si continua a giocare a calcio
C’è molto samba, molto choro e rock’n’roll
In alcuni giorni piove, in altri c’è il sole
Ma quello che voglio dirti è che la situazione qui è nera
Molte smorfie per mandare giù la situazione
E la gente inghiotte ogni rospo che si trova davanti
E continua ad amare anche se senza affetto
Con nessuno che ferma questo andazzo.
Mio caro amico, io ti volevo davvero scrivere
Ma la posta non è molto sicura
Se permetti, tento di darti
Notizie fresche in questo nastro
In questa terra si continua a giocare a calcio
C’è molto samba, molto choro e rock’n’roll
In alcuni giorni piove, in altri c’è il sole
Ma quello che voglio dirti è che la situazione qui è nera
Marieta manda un bacio ai tuoi
Un bacio alla famiglia, a Cecilia e ai ragazzi
Anche Francis approfitta per salutarti
A tutti voi
Arrivederci
inviata da Bernart – 3/4/2013 – 08:59
nota dal sito:: ” canzoni contro la guerra” https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=44119&lang=it
Destinatario di questa missiva è l’autore teatrale Augusto Boal (1931-2009), all’epoca esiliato in Portogallo. Boal, nato a Rio de Janeiro nel 1931, studiò drammaturgia negli Stati uniti, dopodiché diresse il teatro Arena di São Paulo. La sua opera più importante è la teorizzazione del cosiddetto “Teatro do Oprimido”, Teatro dell’Oppresso: la rappresentazione delle classi oppresse, con la trasformazione dello spettatore in protagonista dell’azione drammatica nell’intento di renderlo cosciente della propria situazione e della possibilità di cambiarla.
A causa di questo e altri testi aventi per tema l’oppressione, l’autore non era molto simpatico – per usare un eufemismo – al regime dittatoriale dell’epoca in Brasile. Regime che, per rendere Boal più “malleabile”, prima cercò di convincerlo con la tortura; poi, visto che questo metodo non aveva sortito gli effetti sperati, lo costrinse all’esilio. Il clima di questo periodo, in Brasile, viene descritto molto bene da Chico nella sua lettera musicale. Si, è vero: la vita scorre più o meno normalmente (se non piove… c’è il sole), ma per poter almeno sopravvivere c’è bisogno davvero di tanta forza interiore! Forza interiore che a Boal non manca di certo, tant’è che, tornato dall’esilio e con la dittatura che si era arresa alla volontà di democrazia del popolo, riesce anche a farsi eleggere deputato dello stato di Rio de Janeiro.
Ma non per questo Boal mette il teatro in secondo piano: anzi, ne approfitta per teorizzarne un altro tipo, quello Legislativo, mediante il quale lo spettatore reso attore dal Teatro dell’Oppresso, cerca una nuova identità trasformandosi in legislatore. Chico ha lavorato sia con, che per Augusto Boal: come non ricordarsi della bellissima “Mulheres de Atenas”, scritta dai due e inserita nello stesso album della canzone-lettera, dal titolo “Meus caros amigos”: oppure della colonna musicale dell’opera teatrale, chiaramente di Boal, “Corsário do rei”, scritta da Chico con Edu Lobo.
Insomma: Chico scrive a un grande della cultura brasiliana, ma anche a un vero amico, collega di lavoro e di sventura. Sì, perché anche con “Mulheres de Atenas”, i due hanno avuto dei problemi con la censura, la quale riteneva che il brano avesse un significato politico. All’epoca, qualsiasi cosa facesse Chico, si riteneva avesse un significato politico, anche camminare: figuriamoci una canzone scritta con l’altro sovversivo Augusto Boal… In questa canzone, seppure piena di malinconia, troviamo tuttavia uno Chico meno dimesso di quanto ci si potrebbe attendere sull’argomento “esilio”: sarà perché stavolta non è lui il diretto interessato? Impossibile non ricordare il triste Samba de Orly (lavoro a sei mani con Vinícius de Moraes e Toquinho), dove la persona esiliata vede partire l’amico che torna in patria mentre a lui ciò non è possibile.
Il brano parla per l’appunto degli esiliati brasiliani, alla folta schiera dei quali Chico non appartiene. Chico Buarque de Hollanda infatti non è mai stato esiliato: è stato lui stesso a voler lasciare la sua terra natale, certamente per non dover sopportare le continue umiliazioni (che proseguiranno anche successivamente al suo ritorno) da parte dei militari al potere.
(fonte: “Quella volta che Chico scrisse agli amici”, articolo di Alessandro David Andreini da MusiBrasilnet)