ERNESTO ASSANTE, REPUBBLICA 5-11-2018, pag. 29 ::: LA NUOVA VITA DI MICHAEL BUBLE’ — IL SUO NUOVO ALBUM, ” LOVE “, DI CUI SI PARLA NELL’ARTICOLO, USCIRA’ IL 16 NOVEMBRE

 

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Michael Steven Bublé (Burnaby, 9 settembre 1975) è un cantante canadese con cittadinanza italiana. Crooner (cantante in tono confidenziale) di notevole successo, nella sua carriera ha vinto ha vinto 4 Grammy Awards e numerosi Juno Awards

 

 

 

https://www.youtube.com/watch?v=kvn2b93j0gI

 

L’album “Love”

La nuova vita di Michael Bublé ” Ho visto l’inferno ma non mi ritiro”

ERNESTO ASSANTE

 

Michael Bublé è un uomo qualunque. Come tutti noi ha i suoi alti e i suoi bassi, le sue gioie e i suoi dolori. E quando questi dolori hanno preso il sopravvento, con la malattia di suo figlio Noah, ha reagito come ogni padre reagisce, mollando tutto il resto e pensando solo al figlio. La fama? Il successo? Il denaro? Tutto è improvvisamente passato in secondo piano e abbandonando la vita dorata della star si è ritirato in silenzio con la sua famiglia. Oggi, diciotto mesi dopo, le cose vanno meglio, suo figlio sta bene, e lui è tornato alla musica. Con un album intitolato Love, che esce il 16 novembre. «C’è chi potrebbe pensare che l’album canti l’amore romantico, ma non è così», dice Bublè per spazzare via ogni possibile equivoco.

«Registrare questo disco è stato una terapia, mi ha permesso di entrare nelle canzoni e diventare il personaggio che le canta, come in un film. Si può cantare l’amore in molti modi, e in queste canzoni non c’è solo la passione, c’è la pena, la disperazione, il senso della perdita». Tutto quello che Bublé ha vissuto in questi mesi.

Si, c’è meno allegria in queste canzoni, ma non meno passione o speranza. È che ad essere cambiato, nel modo di cantare, è soprattutto lui: «È vero, credo di cantare in maniera diversa, penso alla musica in maniera diversa. E avere una nuova prospettiva mi è costato. Francamente troppo. Ma penso anche che nella sfortuna ho trovato una fortuna, perché oggi so di essere un artista in grado di toccare anche l’altro lato dell’amore, quello carico di pena e di fatica. Sono parte di una storia che non sarei mai stato capace di raccontare prima. La mia vita era leggera, non ho mai dovuto affrontare una cosa così difficile. E oggi so di essere non solo il narratore, ma il personaggio delle canzoni. E ogni canzone di questo album è molto cinematografica, c’è una sorta di linea che le lega dall’inizio alla fine».

L’esempio migliore di quello che Bublé racconta è la sua bellissima versione di When I fall in love: «Tutti pensano che sia una grande canzone romantica», sottolinea lui, «ma è terribilmente triste. C’è un uomo che è solo, che non ha l’amore, che vuole averlo e sa che se un giorno avverrà, lui non lo lascerà mai andare. Ma mentre canta la canzone guarda la gente attorno a lui nel bar che parla, si bacia, ma non con lui. È una canzone di speranza, ma con una immensa malinconia. Questo, secondo me, è il modo giusto di portare la vita nella musica, che così diventa vera ancora una volta». È un bel cambiamento quello di Love: «Le cose che mi sono accadute mi hanno portato ad essere diverso, mi hanno dato un’altra prospettiva, non solo su cosa voglio e cosa sono, ma anche musicalmente. E credo che questo si vedrà anche nei miei prossimi concerti. Prima mettevo in piedi spettacoli con tanta produzione, cercavo di intrattenere il pubblico, con grandi luci e effetti.

Adesso so che tutto quello di cui ho bisogno è la verità». Un grado di onestà talmente alto che l’unico brano che porta la sua firma,Forever now, è così intenso e legato alla sua esperienza che è rimasto sul disco come fosse una demo, e Bublé non pensa neanche di cantarla dal vivo, perché troppo toccante. Love è anche un disco moderno, «perché non ascolto solo Sinatra o Nat King Cole, ma anche Drake o Justin Bieber, e mi faccio influenzare da tutti», tiene a dire, «l’esempio nell’album è My funny Valentine, è diventata nel disco una sorta di canzone Frankenstein. Uno dei miei produttori stava lavorando con Dr.Dre e era molto preso dai suoni e dai tempi della sua musica. Ho pensato che My funny Valentine fosse la canzone giusta per fare un’esperimento, parla di un uomo innamorato ma ha un testo strano, perfetto per provare a mettere insieme hip hop e orchestra.

A volte gli esperimenti funzionano…». Dolori, amori, storie di vita e di sentimenti: Bublé ha un solo scopo, oggi, celebrare le emozioni e la vita. E non ha intenzione di ritirarsi dalle scene, come hanno scritto sul Daily Mail: «Hanno preso una frase fuori contesto, stavo parlando di mio figlio. Sapevano che io non avevo detto una cosa simile, ma l’hanno usata, hanno cercato di vendere più copie, una scelta di cattivo gusto. Certo, cose di questo tipo vorresti non accadessero, ma se sei una persona celebre sai che può succedere» .

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