Mancano pochissimi giorni per l’inaugurazione dell’M9 a Mestre. L’abbiamo visitato in anteprima
Museo M9, Mestre. Ph. Alessandra Chemollo © Polymnia Venezia
L’IDENTITÀ DI MESTRE
Artribune ha seguito la genesi del museo fin dalla fase embrionale: dalla presentazione del progetto dello studio berlinese Sauerbruch Hutton, all’inaugurazione della ludoteca M-Children all’interno degli spazi dell’M9, fino al bando per selezionare il direttore. Un percorso che è durato quasi dieci anni e che mira a far diventare Mestre un distretto culturale e non più una città dormitorio com’è stata e com’è considerata da tutti i turisti che ogni giorno prendono l’autobus per raggiungere Venezia. Un’impresa difficile, certo, soprattutto per una realtà che da sempre fatica a crearsi una solida identità sia culturale che politica. Forse con l’annuncio del progetto del nuovo spazio espositivo e con il suo concretizzarsi, questa triste tendenza può cambiare e numerose sono le realtà che in questi anni stanno arricchendo la provincia. Vi abbiamo parlato di Home Studio, uno spazio polifunzionale, e di Urban Rise, un progetto di urban art e cittadinanza attiva dai toni internazionali. Ma ci chiediamo se tutto questo sarà davvero abbastanza per svegliare Mestre dal suo lungo letargo.
Museo M9, Mestre. Ph. Irene Fanizza
IL MUSEO
Ed ecco che finalmente il momento di cui tanto si è parlato sta per arrivare e il progetto mastodontico che ha trasformato l’ex convento e l’area militare sarà presto svelato al pubblico. Quello che fa riflettere però è che molte persone, passando nei pressi dello stabile, ancora si chiedano cos’è questo M9 e molte altre ancora non ne hanno mai sentito parlare. Non conosciamo ancora l’impatto che avrà sulla popolazione: per ora è possibile solo fare ipotesi, ma possiamo raccontarvi la bellezza delle forme dell’architettura che sinuosa occupa più di 10 mila mq e che all’esterno riprende colori che ricordano i palazzi della città di Venezia: il rosso, il bianco, il grigio e il nero. Una grande piazza accoglierà tutti i visitatori con negozi e anche ristoranti, così da integrare interamente il museo nella vita quotidiana. “Nel nuovo spazio espositivo che si trova a pochi passi da Piazza Ferretto, fulcro della vita di Mestre”, racconta il direttore Marco Biscione, durante l’anteprima per la stampa, “si parla del ‘900, di un secolo passato, ma si utilizzano linguaggi contemporanei per raccontare la storia ai più giovani, ai così definiti millennials”.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Il percorso espositivo si sviluppa in tre diversi piani, due occupati dalla collezione permanente, uno dedicato all’organizzazione di mostre temporanee “rivolte al mondo del turismo”, come sottolinea Biscione. Il visitatore senza vincoli potrà perdersi tra le sale semi buie coperte interamente da grandi schermi che ripercorrono tutta la storia del Novecento. Otto sono le sezioni totali che spaziano dalle questioni demografiche, ai diversi stili di vita, alla scienza, al lavoro, al paesaggio italiano fino all’educazione. Esperienze immersive dove si verrà catapultati nelle grandi piazze accanto a Mussolini, Craxi o Moro oppure si potrà sentire la musica del ‘900 grazie all’ausilio di un moderno jukebox. Contenuti interessanti, impegnativi ed interattivi che difficilmente si possono esaurire in una sola visita. Proprio per questo si è parlato di un biglietto che darà la possibilità di entrare più volte. Inoltre, nel corso di questi mesi, si è anche avanzata l’ipotesi di aperture serali per richiamare i turisti che dopo una giornata a Venezia ritornano per dormire nella terraferma. In definitiva l’M9 è un progetto ambizioso, mastodontico, eccellente nella sua esecuzione. Mestre saprà apprezzare e valorizzare un museo di questa portata?
– Valentina Poli
22 FOTO :: QUELLE SENZA AUTORE SONO DI IRENE FANIZZA
PH. IRENE FANIZZA
PH. DI ALESSANDRA CHEMOLLO
PH ALESSANDRA CHEMOLLO
PH DI ALESSANDRA CHEMOLLO
PH. DI ALESSANDRA CHEMOLLO
PH. DI ALESSANDRA CHEMOLLO
PH DI ALESSANDRA CHEMOLLO
PH DI ALESSANDRA CHEMOLLO -POLYMINIA VENEZIA
PH DI ALESSANDRA CHEMOLLO –POLYMNIA VENEZIA